venerdì 12 giugno 2009
Gheddafi contestato da studenti, critica politica Usa in Iraq
ROMA (Reuters) - Muammar Gheddafi è stato contestato oggi da un gruppo di studenti, durante la sua prima visita ufficiale in Italia, e si è lamentato della scarsa ricompensa ottenuta dalla Libia per aver rinunciato ai propositi di costruzione di armi di distruzione di massa.
Gheddafi ha anche usato parole critiche nei confronti della guerra a guida Usa in Iraq.
"Non possiamo accettare di vivere all'ombra dei missili intercontinentali e delle armi nucleari, che sono stati il motivo per cui abbiamo cambiato rotta", ha detto il leader libico ai senatori italiani.
"Abbiamo sperato che la Libia potesse essere d'esempio per altri paesi. Ma non siamo stati ricompensati adeguatamente dalla comunità internazionale".
La nazione nordafricana, un tempo accusata di sponsorizzare e sostenere il terrorismo, ha vissuto una stagione di disgelo nei rapporti con l'Occidente, dopo la promessa di Gheddafi di rinunciare alla ricerca di armi di distruzioni di massa. Le sanzioni a carico della Libia, infatti, sono state revocate nel 2003.
L'Italia, che lo scorso anno si è ufficialmente scusata per le atrocità del periodo coloniale, è stata una delle nazioni promotrici di questo disgelo e ora la Libia fornisce un quarto delle risorse petrolifere italiane. Recentemente, poi, capitali libici sono stati investiti in società italiane.
Ma Gheddafi ha comunque mantenuto un atteggiamento di sfida, arrivando all'aeroporto di Ciampino con un'immagine di Omar al- Mukhtar, un eroe libico della Resistenza impiccato dagli occupanti italiani nel 1931, appuntata sul petto.
La tv italiana trasmetterà oggi il film del 1981 su al-Mukhtar "Il leone del deserto", un film bandito in Italia fino ad oggi.
Gheddafi, che parteciperà al G8 che si terrà in Italia come presidente dell'Unione Africana insieme al presidente Usa Barack Obama, in un incontro con gli studenti dell'Università la Sapienza di Roma ha anche annunciato che chiederà ai paesi industrializzati del G8 di impegnarsi per risarcire per i paesi africani vittime della colonizzazione.
"Dobbiamo riconoscere che gli africani sono stati trattati come animali. Dovremmo chiedere perdono e adoperarci per far sì che le risorse ritornino ai legittimi proprietari", ha detto Gheddafi.
"Anche se le risorse depredate sono ormai state utilizzate, questo non vi scusa. Dovete pensare a come ricompensarli, dovete pensare che li avete derubati delle loro ricchezze e quindi dovete loro un risarcimento. In questo modo fermeremo anche l'immigrazione e vinceremo la più importante sfida del nostro tempo".
Il leader libico ha anche espresso il suo dissenso sulla guerra in Iraq guidata dagli Stati Uniti.
"REGIMI DI OGNI TIPO"
"L'Iraq era una fortezza contro il terrorismo. Con Saddam Hussein al Qaeda non sarebbe mai entrata nella zona ma ora, grazie agli Usa, l'Iraq è zona aperta e di questo beneficia proprio al Qaeda", ha detto Gheddafi nel suo discorso ai senatori italiani.
Il leader libico ha anche paragonato l'attacco statunitense a Tripoli nel 1986, dove Gheddafi perse anche una figlia, a un'azione terroristica di al Qaeda.
"Che differenza c'è tra l'attacco statunitense contro le nostre case, nel 1986, e le azioni terroristiche di Bin Laden? Se Bin Laden non ha uno stato ed è un fuorilegge, gli Usa sono uno stato con regole internazionali".
Dopo aver argomentato che il mondo deve accettare "regimi di ogni tipo", compreso quello "rivoluzionario" libico, Gheddafi ha chiesto: "Che c'è di sbagliato se la Corea del Nord vuole essere comunista? O se l'Afghanistan vuole essere nelle mani dei mullah? Il Vaticano non è un rispettabile stato teocratico con ambasciate in tutto il mondo?".
Ieri, in una conferenza stampa tenuta con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Gheddafi aveva detto che "l'Italia è l'unico paese ex coloniale che non possiamo più biasimare", proprio per via della sua decisione di "ripulire" questo suo passato coloniale.
Berlusconi ha annunciato che la Libia ha accettato di fornire più petrolio all'Italia, mentre il capo del fondo sovrano libico ha detto che sono al vaglio eventuali investimenti nel settore dell'elettricità italiana, ma anche per quanto riguarda società di infrastrutture ed eventuali joint venture con l'Italia in Libia.
Ma alcuni studenti, che protestavano contro l'accordo Italia-Libia per bloccare i barconi di migranti africani nel Mediterraneo e contro la situazione dei diritti umani in Libia, hanno tentato di interrompere il discorso di Gheddafi all'Università la Sapienza, gettando vernice e entrando in contatto con i poliziotti.
Alcuni senatori dell'opposizione, poi, hanno ottenuto che Gheddafi non parlasse nell'aula di Palazzo Madama, ma a Palazzo Giustiniani, sede della presidenza del Senato.
"RIFUGIATI ECONOMICI E NON POLITICI"
Gheddafi non è abituato ad essere incalzato su temi come la democrazia e i diritti umani in Libia, ma oggi ha dovuto rispondere a difficili domande, poste dagli studenti dell'Università la Sapienza di Roma.
"Come definirebbe il termine democrazia?", ha chiesto uno studente. "Non significa solo avere scuole e ospedali che funzionano. Anche Mussolini ce li aveva", ha continuato il ragazzo.
Gheddafi, salito al potere con un colpo di stato nel 1969, ha risposto con un discorso circa le origini della democrazia e ha precisato come in Libia i cittadini siano liberi di esprimere la propria opinione perché possono prendere parte ai "congressi popolari".
Un altro studente si è soffermato, invece, sulla situazione dei diritti umani, citando un rapporto di Amnesty International sulle condizioni in cui versano gli stranieri e gli immigrati che sono respinti dall'Europa e condotti in Libia.
Gheddafi è rimasto calmo.
"Io sono d'accordo con voi che diritti umani debbano essere rispettati che i rifugiati politici debbano essere protetti. Ma prima dobbiamo identificare chi si può definire veramente rifugiato politico".
Il leader libico, infatti, ha detto che molti di quelli che scappano dal continente africano per tentare di raggiungere le coste europee sono rifugiati economici e non politici.
"Gli africani stanno soffrendo la fame. Sono in cerca di cibo, non conoscono la politica, tantomeno le elezioni", ha concluso Gheddafi.
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