giovedì 18 marzo 2010
COMMERCIO ARMI: SETTORE NON CONOSCE CRISI, +22% IN ULTIMI 5 ANNI
Le armi non subiscono gli effetti della crisi economica globale. Secondo un rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) - citato in un servizio di Peacereporter - l'industria bellica ha visto aumentare il proprio volume di affari (quello lecito) del 22% negli ultimi cinque anni.
Nel periodo 2005-2009, il continente asiatico si e' confermato il maggiore importatore di armi, con una quota del 41%. Cina e India sono i principali acquirenti di armi, munizioni e equipaggiamenti militari, non solo in Asia, ma globalmente. Tuttavia i due paesi hanno ridotto le proprie spese nel settore, rispettivamente del 20 e del 7 per cento.
Nell'area del sud-est si registrano invece altissimi aumenti nelle importazioni di armi. L'Indonesia le ha aumentate di oltre l'80 per cento, Singapore del 150 per cento. La Malaysia addirittura del 722 per cento negli ultimi cinque anni. Trent'anni dopo la fine della guerra del Vietnam, Singapore e' il primo paese della regione ad entrare nella ''top ten'' degli importatori di armi.
Oltre alle due superpotenze asiatiche, i maggiori compratori sono la Corea del Sud, gli Emirati Arabi e, sorprendetemente, anche la Grecia che, malgrado la devastante crisi economica, continua ad essere il primo importatore europeo, soprattutto di aerei da guerra. L'Europa acquista quasi un quarto delle armi convenzionali, ma sono europei sette dei primi otto venditori. Stati Uniti e Russia si dividono oltre la meta' del mercato mondiale; la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, i Paesi Bassi, l'Italia e la Spagna si spartiscono il resto. La neutrale Svezia ne vende quanto la Cina.
In Medio Oriente viene assorbito il 17 per cento del commercio di armi. I paesi della penisola arabica acquistano soprattutto dagli Stati Uniti e dall'Europa, mentre l'Iran compra in Russia. Le importazioni iraniane, tuttavia, si sono mantenute molto basse anche nel 2009, a causa dell'embargo imposto dall'Onu alla Repubblica Islamica.
Il Sudamerica acquista meno del dieci per cento degli armamenti mondiali, ma rispetto al 2004 le importazioni belliche sono aumentate del 150 per cento, sintomo evidente di una pericolosa corsa agli armamenti. Il Venezuela ha ricevuto oltre due miliardi di dollari in credito dalla Russia per acquistare sistemi di difesa aerea e mezzi militari blindati. La Germania, il cui export nel settore e' aumentato del 100 per cento, soprattutto con la vendita di carri armati e altri mezzi corazzati, fa ottimi affari con Brasile e Cile.
L'Africa e' l'ultimo continente anche nelle spese militari, con il 7 per cento. Ma in questo caso - sottolinea Peacereporter - i numeri non dicono tutta la verita'. Quote anche limitate di mercato, infatti, nell'Africa sub-sahariana hanno effetti decisivi sulle dinamiche delle crisi e dei conflitti regionali. Paesi dell'est europeo, Russia, Bielorussia e Ucraina in primis, hanno venduto armi a paesi fortemente instabili, come il Sudan e il Ciad, influendo irrimediabilmente sulle guerre locali. Inoltre su dieci embarghi Onu vigenti nel 2009, sette riguardano proprio paesi africani, dalla Costa d'Avorio alla Repubblica Democratica del Congo, dalla Somalia all'Eritrea, restrizioni spesso violate.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento