giovedì 11 marzo 2010
Immigrazione, Pillay: «I respingimenti violano i diritti umani»
La politica dei respingimenti attuata dall'Italia non aiuta a risolvere il problema immigrazione. Soprattutto nei casi in cui si chiede asilo, dove il semplice respingimento non consente di ascoltare le ragioni di chi è in cerca di protezione e ciò costituisce una «violazione dei diritti umani». È un giudizio severo quello ribadito stamane, in audizione alla Commissione esteri della Camera, da Navathenem Pillay, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Una critica che si estende anche alla recente introduzione (nel pacchetto sicurezza approvato a luglio scorso) del reato di immigrazione clandestina. «Deploro - ha detto - la tendenza a criminalizzare l'immigrazione clandestina» e mi chiedo «che cosa ha portato a renderla un reato penale».
Pillay si è poi soffermata sull'importanza di costituire un organo per la tutela dei diritti umani a livello nazionale e non ha risparmiato un'altra bacchettata all'Italia. Stavolta sul capitolo "rom", che secondo l'Alto Commissario, «ha affrontato quasi esclusivamente in termini di sicurezza». E ciò - a suo dire - avrebbe portato - all'emersione di pericolosi «clichè contro di essi».
Quasi in concomitanza con l'audizione di Pillay, l'Anci ha presentato a Roma il terzo rapporto sui «Minori non accompagnati in Italia». I dati (che si riferiscono al biennio 2007-2008) parlano di un aumento del 30,2% della presenza nel Belpaese, in particolare, al Sud e al Nord-Ovest. Ha sostanzialmente retto il sistema di accoglienza dei comuni: su 5.784, ben 1.023 enti locali (il 17,7%) negli ultimi 3, anni hanno preso in carico minori stranieri non accompagnati. I minori si sono concentrati di più nei comuni siciliani (54%), seguiti da quelli dell'Emilia-Romagna, Lazio e Friuli Venezia Giulia. Il numero dei minori assistiti dai Comuni per più di un mese è stato pari al 52,6% del totale degli accolti, ma si è reso irreperibile il 40,1% dei minori accolti, registrando, tuttavia, un progressivo miglioramento nel triennio, passando dal 62,3% nel 2006, al 46,5% nel 2007.
Tra gli altri dati significati del rapporto, emerge come nel 2008, il fenomeno dei minori presi in carico o contattati abbia toccato quota 7.216 (nel 2006 furono 7.870, nel 2007 si è scesi a 5.543 con una flessione dell'8,3% da quando i minori rumeni e bulgari sono divenuti comunitari). Sono stati invece 4.176 i ragazzi inseriti in prima accoglienza e 3.841 quelli accolti in seconda accoglienza.
I minori afghani aumentano esponenzialmente dal 2006 al 2008 (+170%), così come aumenta il numero dei minori che giungono da Paesi africani instabili o in conflitto (come Nigeria, Somalia, Eritrea) e dunque potenziali richiedenti asilo, ai quali si aggiungono coloro che provengono dall'Egitto. In crescita anche i minori affidati: dal 7% nel 2006 al 9,9% sul totale degli accolti in prima accoglienza nel 2008, così come incrementa il numero di coloro che in seconda accoglienza risultano titolari di permesso di soggiorno (dal 32,5% nel 2006 al 42,8% nel 2008). Novità di quest'anno, la sezione dedicata ai minori non accompagnati vittime di tratta a scopo di grave sfruttamento: sono stati 99 nel 2007 e 94 nel 2008. Tra le tipologie di sfruttamento più diffuse c'è quello sessuale per il 61,8% dei casi, quello lavorativo e la microcriminalità entrambi per l'8,8%, seguito dall'accattonaggio per il 5,9% dei casi.
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