giovedì 11 marzo 2010

Confagricoltura: non ci sono stranieri nei campi per il raccolto

Nel Tavoliere fabbisogno di 4.500, 6.500 in tutta la Puglia Il direttore Poppi: «Se si vuole combattere il lavoro nero occorre presentare le richieste in tempi accettabili» FOGGIA - E’ caos nelle imprese agricole del Foggiano in vista della prossima raccolta di ortaggi e frutta. Il governo non ha ancora definito le quote dei lavoratori extracomunitari stagionali per l’anno in corso. A denunciare i ritardi sulla approvazione del decreto, determinante per l’ingaggio della manovalanza, è Confagricoltura Foggia. In Capitanata, infatti, gli extracomunitari rappresentano la maggioranza tra gli addetti ai campi. L’accusa - «Le attuali disposizioni sull’immigrazione - si legge nella nota a firma di Antonio Poppi, direttore di Confagricoltura Foggia - prevedono che entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento, siano stabilite le quote massime da immettere nel mercato del lavoro, attraverso un apposito decreto del consiglio dei ministri». Ma a oggi il governo non ha firmato nessun provvedimento. «Ne è scaturito - spiega Poppi - il comprensibile disagio delle tante imprese agricole interessate alla prossima raccolta di frutta e ortaggi, specie quelle che impiegano sempre gli stessi lavoratori stranieri ormai fidelizzati e per i quali sono molto più agevoli le procedure relative alla verifica dei requisiti di legge occorrenti». La ripartizione delle quote - Da anticipazioni ufficiose è trapelato che le quote previste per il 2010 non si discosteranno molto da quelle dello scorso anno. In tutta Italia dovrebbe essere riconfermato il numero di 80mila lavoratori stagionali provenienti da Paesi comunitari ed extracomunitari. Nel 2009 la quota pugliese dei lavoratori extracomunitari, ripartita dallo stesso decreto su base regionale e poi divisa a sua volta dalla Regione su base provinciale, è stata dell’8,5%, pari a 6.500 unità. E’ Foggia la provincia della Puglia con il più alto numero di lavoratori extracomunitari, ben 4.500 pari al 60% del totale regionale. Seguono le province di Bari e Lecce con 700 unità, Taranto con 350 e Brindisi con 250. Soltanto dopo l’emanazione del decreto e delle ripartizioni territoriali le aziende potranno passare all’invio telematico delle richieste attraverso il portale del ministero degli Interni e del Sui (Sportello unico per l’immigrazione delle prefetture). I disagi - «Se si vuole combattere il lavoro nero - chiosa Poppi - bisogna mettere le aziende nelle condizioni di presentare le richieste in tempi accettabili per la programmazione della raccolta (a luglio inizierà quella degli ortaggi, ndr). Purtroppo, come già avvenuto lo scorso anno, il decreto e la ripartizione territoriale delle quote stanno procedendo con ritardi inaccettabili. E alla fine le complesse procedure burocratiche verranno risolte soltanto a ridosso della raccolta». Nell’estate 2009, infatti, negli uffici predisposti nelle Prefetture si sono registrate lunghe code e disagi per le richieste dei documenti e dei permessi di soggiorno necessari alla messa in regola degli extracomunitari. Ma - accusano le imprese agricole - le priorità del governo sono altre. «Ancora una volta - conclude il direttore di Confagricoltura Foggia - il governo snobba il nostro settore, come dimostrano le proteste degli ultimi mesi». Angelo Alfonso Centrone 10 marzo 2010

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