mercoledì 17 marzo 2010

Prosperini l'africano

Dopo il patteggiamento per tangenti, l'ex assessore rischia anche per il traffico d'armi verso l'Eritrea. Un capitolo rivelato un mese e mezzo fa da un'inchiesta de "L'espresso". Che spaventò i mediatori Ha appena chiesto di patteggiare una condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione per le tangenti televisive: 230 mila euro incassati in Svizzera per dirottare gli spot pubblici sulle tv private dell'amico e sostenitore Raimondo Lagostena Bassi. Ma ora Pier Gianni Prosperini, leader della corrente anti-immigrati "Nordestra" e assessore regionale della giunta Formigoni fino al 16 dicembre scorso, quando è finito in carcere, viene indicato dalla Guarda di Finanza anche come «verosimile» destinatario di tangenti per un traffico d'armi a favore dell'Eritrea. Gli affari segreti di Prosperini con il regime dittatoriale africano sono stati rivelati per la prima volta da "L'espresso" con questa inchiesta giornalistica pubblicata il 5 febbraio scorso. Ora si scopre che quell'articolo, come rivela oggi "La Repubblica", è stato commentato «con allarmata e gravissima preoccupazione» dai faccendieri indagati (e poi arrestati) per un altro traffico illegale di armi, a favore dell'Iran. Intercettati per le triangolazioni illegali con Teheran, infatti, due mediatori italiani si scambiavano indicazioni anche sulle tangenti da pagare «ogni sei mesi» a «un politico in Italia» per una diversa fornitura di fucili, destinati all'Eritrea, altro Stato in teoria sotto embargo internazionale. Dopo l'arresto di Prosperini, i commenti dei faccendieri intercettati per le armi all'Iran hanno convinto la Guardia di Finanza che fosse proprio lui il politico che si faceva pagare le mediazioni per i fucili venduti all'Eritrea. Il sito de "L'espresso" aveva già rivelato altre tangenti incassate dall'ex assessore lombardo per i suoi affari in Africa: interrogato dai magistrati, l'amministratore della «Cantieri Navali Vittoria», in particolare, ha già ammesso di aver versato un milione di dollari a Prosperini per vendere otto maxi-pescherecci al regime eritreo. Dopo l'arresto, e prima del patteggiamento, Prosperini era stato difeso pubblicamente dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e dal presidente uscente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. (16 marzo 2010)

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