martedì 23 marzo 2010
La Corea del Nord africana
Nazionalismo estremo, violazioni dei diritti umani, regime paranoico. Il direttore della redazione di Jeune Afrique descrive così l’Eritrea in un dossier preparato dal settimanale d’attualità africana.
“L’esemplare movimento di liberazione che per trent’anni ha lottato prima contro l’esercito del negus Hailé Sélassié e poi contro quello del suo successore, Mengistu, fino a ottenere l’indipendenza, nel 1993, si è trasformato in uno dei regimi più chiusi e repressivi del pianeta. In coda a tutte le classifiche sui diritti umani, chiuso a tutte le ong, alle agenzie delle Nazioni Unite e ai giornalisti, la Corea del Nord d’Africa è oggi l’ultima dittatura del continente”.
I successi ottenuti e sbandierati dal presidente Isaias Afewerki (zero corruzione, zero criminalità, scuole e sanità gratuiti) non riescono a nascondere la realtà di un paese in cui non ci sono mai state le elezioni, in cui dai 16 ai 50 anni ogni cittadino dev’essere a disposizione dello stato e nessuno può lasciare il paese senza un’impossibile autorizzazione ufficiale. Non è un caso quindi se l’Eritrea ha uno dei tassi di fuga più alti del pianeta.
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