venerdì 13 novembre 2009
Il Fondo monetario promuove l'Eritrea: Guiderà la ripresa in Africa
Carlo Zappatori
La delegazione del Fondo monetario Internazionale (Imf), nella sua missione in Eritrea dal 14 al 29 settembre 2009, ha svolto importanti consultazioni, in base all'Articolo IV, facendo seguito a quelle precedenti svolte nel mese di aprile 2008. La delegazione Imf si è incontrata con il ministro dell'Energia e delle Miniere, Ali, con il Governatore della Banca di Eritrea, Woldemariam, con il direttore generale del Tesoro, Woldeghiorghis, con il Direttore generale del bilancio ( presso il Ministero delle Finanze),Tessfaldet, e con alti funzionari e rappresentanti della comunità internazionale e della società civile. Il capo della delegazione Imf in Eritrea, Mario de Zamaróczy, ringraziando le autorità eritree per la calorosa ospitalità ricevuta e per i proficui colloqui, ha evidenziato, al termine dei lavori, che la missione del Fondo Monetario Internazionale ha avuto modo di esaminare, in maniera approfondita, tutti gli sviluppi economici successivi all'ultima consultazione e discusso con le autorità eritree le politiche macroeconomiche adottate a fronte della grave siccità del 2008, la crisi internazionale dei prezzi degli alimenti e del petrolio e la recessione globale. La crescita economica Eritrea, a causa di questi gravi avvenimenti, è risultata indebolita, con una crescita meno forte del preventivato, mentre l'inflazione è in aumento ed il progresso nel risanamento del bilancio si è, al momento, arrestato. La missione ha rilevato, però, un certo numero di settori in cui sono stati compiuti significativi progressi, correlati ai continui ed importanti investimenti nelle aziende agricole, nei progetti di irrigazione per allontanare progressivamente l'agricoltura del paese dalla dipendenza dalle precipitazioni irregolari e significativi avanzamenti nel settore industriale. La delegazione ha espresso grande apprezzamento per i validi programmi di investimenti pubblici in diversi settori settori quali l'istruzione, la salute, le attività minerarie, le infrastrutture, la produzione del cemento, il turismo, l'energia verde e la pesca. La delegazione osserva che questi importanti investimenti dovrebbero contribuire a una ripresa della crescita economica eritrea già nel medio termine. L'economia di questo piccolo, ma molto laborioso Paese del Corno d'Africa, potrà contare, per il prossimo futuro, su altri importanti fattori di crescita, come quello delle prossime estrazioni minerarie e di aumento della produzione interna di cemento, anche se vi potrebbero essere rischi al ribasso, collegati alle difficoltà di bilancio, ai disavanzi delle partite correnti, ai livelli del debito estero e interno, ed ad una inflazione in crescita. La crescita economica, anche con i positivi risvolti dei massicci investimenti effettuati, potrebbe, però, rimanere ancora, nel breve termine, al di sotto del livello necessario per conseguire una più importante riduzione della povertà. Sono state analizzate, perciò, nel corso degli incontri tra Fmi ed autorità economiche eritree, una serie di possibili misure di politica economica per incrementare la crescita complessiva e sviluppare le attività economiche del settore privato. Nel breve termine ci si dovrebbe concentrare sul ripristino del bilancio macroeconomico e finanziario, attraverso il consolidamento fiscale, sulla riduzione del finanziamento del deficit di bilancio del settore bancario, sulla riduzione dei controlli sull'importazione, per rilanciare le importazioni di beni di base e intermedi. Si è convenuto che quando cesserà la pressione internazionale, causata dalla gravissima economica mondiale in atto, sarà il momento per riportare l'inflazione sotto controllo, con graduali politiche fiscali e monetarie, per non rallentare il processo di sviluppo economico futuro, innescato dai massicci investimenti pubblici in atto in tutti i settori economici. Saranno individuate priorità di spesa da parte governo eritreo, per aumentare l'efficacia della spesa pubblica in un ambiente con risorse finanziarie ancora troppo limitate. Il Fondo monetario suggerisce, inoltre, l'adozione, a medio termine, di misure che promuovano la competitività esterna, la liberalizzazione del settore finanziario, l'eliminazione delle strozzature amministrative e l'incentivazione di investimenti privati nei settori produttivi. Il Fondo monetario conclude il suo rapporto affermando che, con corrette politiche di riforma, con lo sviluppo delle ricchezze umane e con il potenziale delle risorse minerarie, l'Eritrea potrebbe essere in buona posizione per la ripresa dopo la fine della recessione mondiale.
Questo rapporto conferma la bontà della nuova politica del Governo Berlusconi di apertura al continente africano, ed all'Eritrea, in particolare, il cui sforzo gigantesco di puntare all'eliminazione completa della povertà ed allo sviluppo economico per portare benessere alla propria gente, deve essere sostenuto dall'Italia. Il nostro Paese rimarrà, così, il partner economico e commerciale di riferimento di un popolo molto laborioso e a noi così legato da forti vincoli storico e culturali, che vanno, però, rinsaldati e meglio valorizzati.
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