mercoledì 13 gennaio 2010
Cristiani d’Egitto sotto attacco
Due gravi episodi di violenza religiosa in meno di una settimana. In Egitto la minoranza cristiana, che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione e aderisce al rito copto ortodosso, si sente sotto attacco.
La scorsa settimana si erano verificati degli scontri nella cittadina di Nagaa Hammadi, 600 chilometri a sud del Cairo. Un uomo aveva aperto il fuoco contro i fedeli che uscivano dalla messa della vigilia del Natale ortodosso (che cade il 7 dicembre), forse una rappresaglia contro il presunto caso di stupro di una bambina musulmana da parte di un giovane cristiano. Il giorno seguente un gruppo di giovani copti hanno lanciato sassi e gridato slogan contro la polizia locale, accusata di chiudere un occhio davanti agli episodi di violenza contro la minoranza cristiana. Le autorità egiziane stanno interrogando tre sospettati per la strage di Natale.
Cristiani d’Egitto sotto attacco
* Tags: Copti, Egitto, Generazione-Tel-Aviv
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Anna Momigliano è una scrittrice e giornalista milanese di 29 anni. Va spesso in Israele a trovare amici e parenti. Per Marsilio ha scritto Karma Kosher.
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Una cerimonia copta, la Chiesa ortodossa cui aderiscono i cristiani egiziani
Una cerimonia copta, la Chiesa ortodossa cui aderiscono i cristiani egiziani
Due gravi episodi di violenza religiosa in meno di una settimana. In Egitto la minoranza cristiana, che rappresenta circa il 10 per cento della popolazione e aderisce al rito copto ortodosso, si sente sotto attacco.
La scorsa settimana si erano verificati degli scontri nella cittadina di Nagaa Hammadi, 600 chilometri a sud del Cairo. Un uomo aveva aperto il fuoco contro i fedeli che uscivano dalla messa della vigilia del Natale ortodosso (che cade il 7 dicembre), forse una rappresaglia contro il presunto caso di stupro di una bambina musulmana da parte di un giovane cristiano. Il giorno seguente un gruppo di giovani copti hanno lanciato sassi e gridato slogan contro la polizia locale, accusata di chiudere un occhio davanti agli episodi di violenza contro la minoranza cristiana. Le autorità egiziane stanno interrogando tre sospettati per la strage di Natale.
Qui trovate delle rare immagini sugli scontri di Nagaa Hammadi
Nuovi scontri tra cristiani e musulmani sono poi scoppiati durante il fine settimana in alcuni villaggi vicini: i dati diffusi dalle forze di sicurezza egiziana parlano di una vittima, una donna cristiana, e di cinque feriti, anch’essi appartenenti alla minoranza copta.
Ora, resta da chiedersi se le violenze proseguiranno.
Il clima, fanno notare gli analisti, è molto preoccupante in Egitto. La comunità cristiana copta è da sempre molto discriminata. Ma finora si è trattato soprattutto di umiliazioni e di vessazioni economiche.
Lo scorso maggio, per esempio, il governo aveva ordinato di uccidere i 300 mila maiali presenti sul territorio nazionale: una misura intrapresa nel panico da influenza suina, ma che ha finito per penalizzare gravemente gli allevatori cristiani - cioè gli unici che allevano maiali (animali proibili nell’Islam, e a anche nell’Ebraismo). Inutile dirlo, macellare i maiali non è servito assolutamente a nulla.
Insomma, da tempo le minoranze religiose si sentono cittadini di serie B. Adesso però stiamo parlando di episodi molto più gravi, di veri e propri omicidi perpetrati in nome dell’odio religioso.
Nuove violenze sono in vista? Molto dipenderà dalla reazione delle autorità delle province colpite e da parte del governo locale.
Da tempo alcuni esponenti della Chiesa copta accusano il partito di governo, o NDP, di mantenere un atteggiamento lassista nei confronti dei crimini di odio razziale.
Ma dopo la strage della vigilia di Natale, l’esecutivo sta tentando di dimostrarsi dalla parte della comunità colpita: il presidente Mubarak ha inviato suo figlio, nonché probabile successore, Gamal alla veglia di preghiera nella chiesa Abbassiya del Cairo.
Qui sotto trovate un servizio di al-Jazeera: oltre al dolore della famiglia di una delle vittime della recente strage, alcuni esponenti della comunità cristiana puntano il dito contro alcuni politici.
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