lunedì 25 gennaio 2010
Immigrazione, Ratzinger: «Serve soluzione pacifica»
Appello Benedetto XVI prega per l'accoglienza degli stranieri e ricorda al mondo che anche Gesù è stato un rifugiato
Andrea Gagliarducci «Soluzioni giuste e pacifiche ai problemi dell'immigrazione». L'appello di Benedetto XVI è in un passaggio del discorso dell'Angelus di ieri. L'occasione è il saluto alle famiglie del Movimento dell'Amore Familiare «e a quanti questa notte hanno vegliato nella chiesa di san Gregorio VII pregando per soluzioni giuste e pacifiche ai problemi dell'immigrazione». È un auspicio che il Papa fa suo. Benedetto XVI non ha mai fatto mancare la sua voce sui temi dell'immigrazione. L'approccio della Chiesa è quello di combinare l'accoglienza con la legalità, ma senza che la seconda prevalga sulla prima. Una linea sempre seguita dalla Santa Sede, in un incessante lavoro di comprensione e cura del fenomeno migratorio. L'impegno della Chiesa sul campo è notevole: basti pensare alla Caritas e alla Fondazione Migrantes, che insieme firmano il più completo dossier statistico sull'immigrazione in Italia ogni anno. È praticamente scontato che il tema dell'immigrazione sarà toccato anche nel Consiglio Permanente della Cei, che inizia oggi e termina il 27 gennaio. Ieri Benedetto XVI si è limitato ad un accenno sul problema, in un discorso più che altro dedicato ai temi dell'unità dei cristiani. Ma è un accenno significativo. D'altronde, monsignor Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, nei giorni scorsi aveva invitato a «incrociare» il problema dell'immigrazione con quello dell'ecumenismo. Un invito suffragato dai numeri: degli oltre 4 milioni di immigrati, 2.011.000 sono cristiani, di cui 1.105.000 (28,4 per cento) ortodossi, soprattutto provenienti dalla Romania, 739.000 cattolici (19 per cento), 121.000 protestanti (3,1 per cento) e 46.000 (1,2 per cento) altri cristiani. L'attenzione sul tema non è mai venuta meno. Pochi hanno notato - complice la concomitanza della visita del Papa in Sinagoga - delle parole di Benedetto XVI lo scorso 17 gennaio, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante, dedicata ai minori rifugiati. «Anche Gesù è stato un rifugiato», aveva ricordato il Papa, riferendosi alla fuga in Egitto dopo le minacce di Erode contro tutti i neonati della Giudea. E aveva sostenuto che «occorre porre ogni cura perché i minori che si trovano a vivere in un Paese straniero siano garantiti sul piano legislativo e soprattutto accompagnati negli innumerevoli problemi che devono affrontare. Mentre incoraggio vivamente le comunità cristiane e gli organismi che si impegnano a servizio dei minori migranti e rifugiati, esorto tutti a tenere viva la sensibilità educativa e culturale nei loro confronti, secondo l'autentico spirito evangelico». Benedetto XVI non ha mancato di far sentire la sua voce anche durante i fatti di Rosarno. E sono state parole fortissime: «I recenti gravi incidenti - ha detto il Papa - ci hanno offerto l'immagine tragica di una "guerra tra poveri", tra immigrati sfruttati e popolazioni italiane indigenti. Una guerra provocata da una criminalità organizzata che dopo aver sfruttato per anni i clandestini cerca ora di liberarsene come oggetti ingombranti».
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