giovedì 28 gennaio 2010
Immigrati in Lombardia, quasi triplicati negli ultimi nove anni
Romeni, marocchini e albanesi i più numerosi. La Regione al primo posto per studenti stranieri
IX rapporto stilato dall’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim),
MILANO - La Lombardia registra una progressiva crescita dell’immigrazione straniera sul proprio territorio che, al 1 luglio 2009 raggiunge la quota di 1.170mila presenze, tra immigrati regolari e non provenienti da Paesi a forte pressione migratoria: 110mila in più rispetto allo stesso periodo del 2008 con un incremento del 10,4%. È il dato saliente che emerge dal IX rapporto stilato dall’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità (Orim), presentato questa mattina a Milano. Nell’arco degli ultimi nove anni il numero di presenze degli stranieri è quasi triplicato, dato che, secondo l’allora primo rapporto Orim, nel 2001 si contavano quasi 420mila immigrati.
Secondo il rapporto, la Lombardia raccoglie un quarto dell’immigrazione in Italia e le prime tre nazionalità più presenti sono quella romena (169mila unità, +3% sul 2008), quella marocchina (oltre 127mila, +10,6% rispetto al 2008) e quella albanese (quasi 116mila, con un +10,2%). Sempre secondo il rapporto, anche per l’anno scolastico 2008-2009, la Lombardia si conferma al primo posto nel nostro Paese per la presenza di studenti stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado, con 151.937 iscritti alle scuole statali e non, che rappresentano circa un quarto di tutti gli alunni con cittadinanza non italiana presenti in Italia.
Al 1 luglio 2009 gli immigrati in provincia di Milano sono 418mila (+ 8,7% rispetto al 2008), di cui 236,9mila solo a Milano città, che rispetto al 2008 ha registrato una crescita del 9,7%. Nel corso dell’ultimo decennio la provincia di Milano ha perso il ruolo di principale polo di attrazione: se nel 2001 deteneva il 52% del totale dei presenti in regione, nel 2009 è scesa al 42%, quota che si riduce ulteriormente al 36% se si tiene conto del distacco della nuova provincia di Monza-Brianza. Dopo Milano le province con più immigrati sono Brescia (184,9mila, 10,6% in più rispetto al 2008), Bergamo (134,3mila, 16,9% in più) e Varese (72,9mila, 11,9% in più). Seguono le province di Monza-Brianza (68,5mila, 6,9% in più), Pavia (61,3mila, 4,6% in più), Cremona (48,2mila, 9,5% in più), Como (48mila, 10,2% in più), Lecco (30,5mila, 4,1% in più), Lodi (29,4mila, 17,5% in più), Sondrio (9,3mila, 10,7% in più).
Gli immigrati senza un valido titolo di soggiorno sono 153,4 mila, 5mila in più rispetto al 2008, anno in cui la crescita rivelata era stata di 18mila unità rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda la religione prevalgono i musulmani (l’Islam è professato dal 40% degli immigrati) che sono circa 420mila, seguiti dai cattolici (circa 300mila) e dagli altri cristiani (290mila, di cui l’80% ortodossi). Il rapporto si sofferma anche sul tema lavoro. La quota di immigrati che in Lombardia dichiara di avere un impiego, senza considerare la regolarità del contratto di lavoro, è passata dal 71,4% nel 2001 al 71,5% nel 2009.
La disoccupazione, sempre in calo fino al 2007, ha fatto registrare un’inversione di tendenza: aumentata di un punto percentuale nel 2008, è salita di 5,3 punti nel 2009 collocandosi a quota 11,3% (13,2% calcolando solo la popolazione attiva), ovvero su valori simili a quelli d’inizio decennio quando oscillava tra il 12-13%. In Lombardia, come nel resto d’Italia, l’andamento della criminalità negli ultimi dieci anni si mostra tendenzialmente stabile. Confrontando gli anni 1996 e 2007 delle statistiche della delittuosità, la variazione percentuale del totale dei delitti denunciati è pari al 4,5%, pur con delle differenze nei diversi territori. Nello stesso arco temporale si rivela che aumentano i reati a sfondo sessuale e diminuiscono quelli connessi alla droga. (fonte: Apcom)
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