lunedì 11 gennaio 2010
Immigrati: la mappa delle aree a rischio
Sono oltre 4 milioni e mezzo gli immigrati regolari nel nostro paese, con un calo (secondo gli ultimi dati Ismu e della Caritas) degli irregolari, passati dai 651 mila del 2008 a 422 mila del 2009. Ma la vita degli extracomunitari e la convivenza con i cittadini è diversa da regione a regione.
Sicilia. In Sicilia, al momento, è operativo un solo Cie, il Serraino-Vulpitta di Trapani. Vuoto quello di Lampedusa, mentre non è tornato in funzione il centro di Caltanissetta, danneggiato da un incendio e mai riaperto. Diversa la situazione dei Cara (centri per i richiedenti asilo) che sono a Salina Grande, nel Trapanese e a Caltanissetta. Nel Ragusano, invece, a Pozzallo opera un centro di prima accoglienza. Sono circa 2.000 i migranti, molti dei quali irregolari, che lavorano da stagionali in Sicilia. Prevalentemente due le zone in cui si dividono; Cassibile (Siracusa) e Alcamo (Trapani). Le condizioni di grave disagio in cui vivono sono state denunciate, più volte, da Medici Senza Frontiere e hanno spinto, l'anno scorso, la Croce Rossa ad allestire, ad Avola, nel Siracusano, una tendopoli che ha ospitato centinaia di extracomunitari. I migranti arrivano in migliaia a Cassibile in febbraio – molti vengono da Rosarno - per la raccolta delle patate. Mentre a settembre il lavoro si concentra nei vigneti di Alcamo. Una concentrazione meno numerosa di extracomunitari - la maggior parte dei quali regolari, però, - lavora nelle serre di Comiso e Vittoria (Ragusa) per la raccolta dei primaticci.
Puglia. Nel Centro identificazione ed espulsione (Cie) di Bari si sono verificati i più gravi disordini. Disordini, secondo gli investigatori, che hanno sempre avuto lo scopo di distogliere l'attenzione delle forze dell'ordine per favorire la fuga dalla struttura di clandestini, in procinto di essere espulsi e rimpatriati. Secondo organizzazioni di volontariato, sono invece le pessime condizioni della detenzione a istigare le rivolte. A Bari esiste anche un Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) che ospita immigrati che hanno chiesto lo status di rifugiati. Qui sono stati condotti gli immigrati da Rosarno.
Campania. Quindicimila immigrati, di circa 50 etnie, vivono a Castel Volturno (Caserta): uno dei luoghi in cui stanno arrivando alcuni degli immigrati di Rosarno. È una delle zone più esplosive, in Campania, per la presenza di clandestini. Sono bersaglio della camorra, e vengono coinvolti nelle attività criminali, con il dilagare del narcotraffico e della prostituzione. Il 19 settembre del 2008, dopo una strage di camorra in cui i Casalesi uccisero 6 ghanesi, gli immigrati si ribellarono per le strade della cittadina, distruggendo auto e vetrine dei negozi. C'è poi San Nicola Varco, nella piana del Sele: nel luglio scorso fu sgomberato l'ex mercato ortofrutticolo, occupato da 700 nordafricani per lo più senza permesso di soggiorno; ci vivevano in situazioni disumane.
Lazio. A Roma, nel quartiere periferico di Tor Sapienza, un intero edificio di 10 piani è da cinque anni occupato da 500 immigrati africani (prevalentemente eritrei ed etiopi). Situazione questa che viene definita dagli stessi stranieri che la occupano e dagli abitanti del quartiere «esplosiva». Si sono registrate numerose proteste di cittadini, commercianti e comitati di quartiere ma mai atti di intolleranza violenta.
Marche. Non si segnalano situazioni di criticità legate alla presenza di immigrati. A parte qualche protesta degli abitanti dei quartieri a maggior densità di residenti extracomunitari, come i quartieri Piano e Archi ad Ancona, per furti, risse e episodi di microcriminalità.
Toscana. Prato è invasa da tempo dall'immigrazione cinese, le emergenze sono rappresentate dalle baby gang di orientali, che rapinano e taglieggiano i connazionali (a luglio è stato ucciso un ragazzo di 16 anni) e dai reati finanziari. Per questo dall' agosto scorso è presente l'esercito. A Prato vivono 70 mila straneri su 180 mila abitanti. A Firenze, un migliaio di persone vive in edifici occupati, tutti in regola con le norme di soggiorno. Sono comunitari ed extracomunitari (molti i magrebini). A Pisa, censiti 795 nomadi. Attuate politiche ad hoc che mirano al rimpatrio assistito (1000 euro a famiglia). Firmato un protocollo d'intesa tra Regione e Comune per la chiusura di tre campi e l'apertura di un villaggio di 17 appartamenti.
Piemonte. A Torino due le situazioni critiche: il Cie di corso Brunelleschi, teatro in passato di diversi disordini al suo interno, in procinto di raddoppiare i posti letto, da 90 a 180, e la ex caserma di Via Asti dove dall'autunno sono stati trasferiti 300 profughi somali, prima residenti in una fatiscente ex clinica. Nei mesi scorsi ci sono stati alcuni tentativi di sommosse nel Cie con l'intervento della polizia.
Veneto. La presenza di immigrati è notevolmente cresciuta, ma non sono stati registrati fenomeni di tensione sociale, se non in passato legati a casi specifici, ora risolti. Nel vicentino, nel settore della concia senegalesi e indiani sono di fatto il 100% della manodopera; nel veronese, per la raccolta della frutta, è comune il fenomeno del pendolarismo stagionale dall'est Europa. Nel triveneto si è registrato, quanto a popolazione immigrata, un saldo di +500mila unità; la presenza extracomunitaria viene considerata una risorsa insostituibile.
Trentino-Alto Adige. La presenza di immigrati non crea problemi: in prevalenza, persone provenienti dall'Europa Centro-Orientale e da Marocco, Tunisia e Algeria. L'incidenza numerica sulla popolazione residente risulta in ciascuna delle due Province autonome superiore alla media nazionale, che è intorno al 6,4%. La popolazione straniera residente in Trentino, è di 42.524 persone, su un totale di 519.800 abitanti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento