Venerdì 27 maggio 2011 alle ore 18.30 ha avuto luogo l'incontro previsto con il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, l'on. Thomas Hammarberg.
Ha voluto informarsi sulla situazione degli ostaggi del Sinai; gli ho chiesto di impegnarsi in sede europea per una soluzione rapida di questo problema. Ho chiesto, inoltre, che il Consiglio d'Europa e la Commissione Europea ci aiutino a coinvolgere l'INTERPOL nelle lotta contro i trafficanti e i loro complici.
Ho informato il commissario sulla grave situazione dei nostri profughi in Tunisia, sollecitandolo a chiedere la loro immediata evacuazione verso paesi europei, USA, Canada e Australia.
Ho descritto le difficoltà che stanno vivendo i nostri profughi in Israele, compresa la grave questione dei respingimenti nel deserto del Sinai da parte dello stato di Israele.
Ho fatto presente anche le terribili condizioni nelle carceri egiziane, chiedendo di fare pressione sul regime egiziano perché dia l'accesso, nelle sue carceri, all'UNHCR, OIM, AMNESTY, HRW e ad altre organizzazioni umanitarie, che potrebbero verificare le reali condizioni dei profughi detenuti, e accogliere le loro richieste di asilo politico.
Ho denunciato al commissario le pessime condizioni dei profughi a Malta; ho descritto le gravissime inadempienze dell'Italia nel suo sistema di accoglienza, che non garantisce nessun tipo di accompagnamento verso un'integrazione socio-lavorativa.
Manca tutto il sostegno di assistenza sociale (la casa, il sussidio): quindi il profugo si trova totalmente abbandonato; per questo ho chiesto al commissario di farsi promotore della sospensione dell'accordo Dublino II, in base al quale chi ha chiesto asilo non può andare a chiedere nuovamente asilo in altri paesi del nord europa. La sospensione di questo accordo permetterebbe a molti profughi di andare nel nord europa, dove troverebbero un'accoglienza molto più dignitosa, una reale protezione internazionale: cose che oggi l'Italia non offre.
Ho anche accennato all'emergenza che sta venendo fuori nello Yemen con il rischio che si ripeta ciò che si è verificato in Libia: profughi eritrei che temono per la loro vita.
Infine ho chiesto l'impegno della cooperazione internazionale europea nel sostenere dei progetti per creare delle attività nei campi profughi in Etiopia e Sudan (che rendano meno disperata l'attesa di un programma di reinsediamento o di un ricongiungimento familiare), creare delle scuole per le migliaia di bambini che sono nei campi profughi, dando anche così la possibilità occupazionale a centinaia di giovani insegnanti che sono presenti tra di loro.
Abbiamo parlato anche di tutta la situazione attuale in Eritrea.
Il commissario mi ha assicurato che farà tutto il possibile per aiutarci nella ricerca di soluzioni ai molteplici problemi che gli ho segnalato.
don Mussie Zerai
Presidente dell'Agenzia Habeshia
per la Cooperazione allo Sviluppo