giovedì 2 dicembre 2010
80 profughi eritrei in ostaggio al confine tra Egitto e Israele: i sequestratori ne uccidono sei
Da oltre un mese, circa 80 profughi eritrei sono sequestrati da trafficanti di esseri umani, in condizioni drammatiche, al confine tra Egitto e Israele. A denunciare la loro situazione è l’agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo. I profughi raccontano di essere partiti da Tripoli, in Libia, per andare in Israele. Hanno pagato due mila dollari ma al loro arrivo i trafficanti hanno preteso 8 mila dollari per la loro liberazione. Sei profughi sono stati uccisi dai sequestratori, altri vengono torturati o bastonati. Una situazione, dunque, tragica che richiama l'attenzione della comunità internazionale sulle condizioni di migliaia di persone in fuga dai loro Paesi. Per una più ampia valutazione attualizzata dei flussi migratori nella società globalizzata ascoltiamo al microfono di Fabio Colagrande il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò:RealAudioMP3
R. – Quando il pensiero è rivolto agli impegni ai quali sono intervenuto recentemente, come l’incontro continentale che si è svolto a Bogotá, in Colombia, sulla pastorale delle migrazioni economiche e migrazioni forzate in America Latina e nei Caraibi, e come anche la Conferenza che si sta svolgendo in questi giorni in Senegal - durante la quale ho fatto il discorso inaugurale - organizzata dalla Caritas Internationalis sul tema “Il volto femminile delle migrazioni”, ribadisco che il nostro Pontificio Consiglio segue con attenzione tutti i problemi inerenti ai flussi migratori in ogni parte del mondo. Tutto ciò, soprattutto, con riferimento ai diritti dei migranti, dei rifugiati e delle loro famiglie. La preoccupazione si fa ancora più acuta, in questi giorni, nell’apprendere di nuove situazioni di inaudita drammaticità che coinvolgono persone innocenti, persone che vengono maltrattate, torturate e persino uccise da trafficanti di esseri umani senza scrupoli. A riguardo, come ha affermato il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, intervenendo ieri al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, l’Osce, che si sta celebrando ad Astana, in Kazakistan, in questo tempo di crisi economica c’è la tendenza a dimenticare i diritti dei migranti.
D. – Secondo la dottrina della Chiesa, eccellenza, quali sono i diritti del migrante?
R. – Dobbiamo ricordare, in ogni caso, che i migranti sono dotati di diritti inalienabili, che non possono né essere violati né tantomeno ignorati, come ha detto Papa Benedetto XVI nella “Caritas in veritate”. Lo status di migrante non cancella, evidentemente, la sua dignità umana. In riferimento, poi, ai diritti del migrante, non possiamo dimenticare la famiglia, che è l’oggetto della prossima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata il prossimo 16 gennaio 2011.
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