giovedì 2 dicembre 2010
ESTERI: BUCCHINO (PD) RICHIAMA ATTENZIONE PARLAMENTO A UCCISIONE 6 PROFUGHI ERITREI SUL SINAI
(AGENPARL) - Roma, 02 dic - "A chiusura della seduta della Camera dei deputati del 1° dicembre, l’On. Bucchino è intervenuto per richiamare l’attenzione del Parlamento e del Governo sulle drammatiche notizie provenienti dalla zona del Sinai relativamente all’uccisione di 6 profughi eritrei da parte di una banda di spietati trafficanti d’esseri umani. Il Presidente di turno, On. Rocco Buttiglione, ha raccolto prontamente la sollecitazione dell’On. Bucchino, dichiarando la sua condivisione e impegnando l’ufficio di presidenza a trasmetterla al governo per le opportune iniziative. Sulla questione il gruppo del PD, per iniziativa del capogruppo PD, On. Tempestini, e degli onorevoli Fabio Porta e Furio Colombo, si è impegnato a presentare un’interrogazione urgente in Commissione Esteri, in modo da avere una sollecita risposta da parte del governo". E' quanto afferma in una nota lo stesso On. Gino Bucchino (Pd).
Riportiamo di seguito il testo dell’intervento dell’On. Gino Bucchino:
“Nelle ultime ore i canali d’informazione hanno riferito di profughi eritrei fuggiti dalla Libia nel tentativo di raggiungere l’Europa attraverso Israele e caduti da oltre un mese nelle mani di una banda di spietati trafficanti d’esseri umani nel Sinai. L’odissea è iniziata più di un mese fa, quando i passatori avevano promesso di trasportare i fuggitivi oltre la frontiera con lo stato ebraico in cambio del pagamento di duemila dollari. Ma li hanno ingannati, fermando il camion dei profughi in mezzo al deserto e chiedendo 8mila dollari a testa per lasciare gli ostaggi in vita. Qualche giorno fa è cominciata la mattanza. Prima tre persone torturate e uccise a sangue freddo poi un tentativo disperato di fuga di una dozzina di profughi che è stato fermato e represso con violenza bestiale lasciando sul terreno altri tre cadaveri. Siamo di fronte ad uno dei quotidiani episodi di orrore disseminati lungo le rotte delle migrazioni clandestine. L’allarme è stato lanciato dall’agenzia di cooperazione Habeshia e dal sacerdote eritreo cattolico Mosè Zerai, che vive a Roma e che dalla capitale, dallo scorso 24 novembre, è in contatto telefonico con questi sventurati in trappola. Ai quali i carcerieri lasciano usare il cellulare per implorare il pagamento del riscatto Dalle informazioni in possesso del prete eritreo risulta che gli ostaggi sono quasi tutti sotto i trent’anni. Nel gruppo vi sono anche alcune donne. Sono tenuti prigionieri in condizioni inumane, in catene, maltrattati, con vitto scarso e senza potersi lavare. Che una parte di loro risulta essere stata respinta dalla Libia. Che in tutta l’area vi sarebbero 600 ostaggi provenienti da Corno d’Africa e Sudan. Mosè Zerai dice che non c’è più tempo. Che i prigionieri non riescono a identificare la località ma che hanno riferito di vedere dalla prigionia una scuola e una moschea, che può agire solo il governo egiziano. Poiché non è possibile girarsi da un’altra parte di fronte tanto gravi chiediamo al governo di verificare quale sia l’effettiva rispondenza di queste notizie e nel caso di conferma quali passi il nostro governo intenda compiere nei confronti delle autorità egiziane e libiche perchè si restituisca a queste persone incolumità e sicurezza. In particolare, anche alla luce di questa vicenda, credo sia doveroso che il governo riferisca in Parlamento sull’esito dei colloqui in corso con la Repubblica Araba di Libia sul tema dei diritti alla protezione umanitaria”.
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