giovedì 2 dicembre 2010
Un grido d'aiuto dal deserto
'Siamo in una situazione terribile e stiamo rischiando la vita. Nove di noi sono stati picchiati selvaggiamente e ora sono feriti. Altri hanno malori per la fame o per l'acqua salata che ci danno da bere. Siamo incatenati, in condizioni gravissime, da tre giorni non mangiamo. Venite a salvarci!'. E' l'appello lanciato oggi in diretta telefonica alla Radio Vaticana da un ragazzo eritreo, uno dei 250 profughi nelle mani dei predoni nel deserto del Sinai. I trafficanti d'uomini chiedono ottomila dollari a testa per liberarli. Loro vorrebbero arrivare in Europa e chiedere asilo per poter vedere finalmente tutelati i loro diritti. Un'altra tragedia dell'immigrazione che si consuma nell'indifferenza della comunità internazionale. Ne abbiamo parlato con Don Mussie Zerai, responsabile dell'agenzia Habeshia - che ci ha aiutato a contattare telefonicamente i profughi - e con Cristopher Hein, direttore del Consiglio italiano dei rifugiati.
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