domenica 13 dicembre 2009
Iran, Amnesty: violazioni diritti umani le peggiori in 20 anni
LONDRA (Reuters) - Le violazioni dei diritti umani perpetrate attualmente in Iran sono le peggiori degli ultimi 20 anni. Lo afferma oggi Amnesty International.
Il rapporto dell'associazione per i diritti umani, che fa seguito alle contestate elezioni presidenziali di giugno, cita accuse di tortura, stupro e omicidi illegali. Amnesty chiede al supremo leader dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, di consentire agli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite di visitare il paese per contribuire a un'indagine.
Le inchieste ufficiali finora "sono sembrate più preoccupate di coprire gli abusi piuttosto che di ottenere la verità", accusa Amnesty.
L'Iran ha liquidato già in passato le critiche sul proprio record negativo in fatto di diritti umani.
"I membri delle milizie e agenti che hanno commesso violazione devono essere ritenuti immediatamente responsabili e nessuno, per qualsiasi accusa, deve essere giustiziato", ha detto il vice direttore del Programma di Amnesty International per il medio Oriente e l'Africa del Nord, Hassiba Hadj Sahraoui.
Il rapporto traccia un quadro di abusi prima, durante e, in particolare, dopo le elezioni, quando le autorità hanno schierato per strada la milizia Basij e le Guardie della Rivoluzione per reprimere le proteste di massa contro il discusso risultato del voto.
Le dimostrazioni di massa contro la rielezione del presidente fondamentalista Mahmoud Ahmadinejad hanno fatto precipitare in piena crisi la Repubblica islamica, ma le manifestazioni dell'opposizione non attirano più le folle che riempivano le strade subito dopo il voto del 12 giugno.
Il candidato sconfitto Mirhossein Mousavi ha denunciato brogli elettorali.
Alcune delle persone detenute durante le proteste sono state costrette ad abbandonare l'Iran, dice il rapporto.
Un ex detenuto ha detto di essere stato recluso nel carcere di Kahrizak per circa 58 giorni, tenuto in un cointaner da nave, col permesso di contattare i suoi familiari solo dopo 43 giorni, dice ancora il rapporto.
"Chiunque sia stato arrestato o incarcerato deve essere protetto dalla tortura e altri maltrattamenti, i prigionieri di coscienza devono essere rilasciati e vanno rivisti i casi di coloro che sono stati condannati dopo processi non equi - tra cui i 'processi show' che hanno fatto della giustizia una macchietta", ha detto Sahraoui.
"Tutte le condanne a morte devono essere commutate, e gli altri non ancora giudicati devono ottenere un processo equo".
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