giovedì 31 dicembre 2009
Onu: sanzioni contro l'Eritrea
Le Nazioni Unite hanno deciso di imporrre un embargo sulle armi contro l'Eritrea, accusata di sostenere i miliziani islamisti in Somalia. Merci provenienti e destinate al paese potranno essere ispezionate. Sanzioni sono state imposte anche contro i gerarchi del regime eritreo.
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato la scorsa settimana una serie di sanzioni contro l'Eritrea, accusata di destabilizzare il governo federale di transizione in Somalia e di avere un atteggiamento ostile nei confronti del vicino Gibuti, che ospita basi militari francesi e statunitensi.
La risoluzione, presentata dall'Uganda è stata approvata da 13 dei 15 membri del Consiglio. Tutti meno due: la Cina, membro permanente con potere di veto, si è astenuta e la Libia, che ha la presidenza dell'Unione africana ed è l'unico membro arabo del Consiglio, ha invece, come previsto, votato contro.
Il testo chiede che l'Eritrea, indipendente dall'Etiopia dal 1993, metta fine alla sua campagna destinata, secondo quanto si legge dalla risoluzione, «a destabilizzare o rovesciare il governo federale di transizione della Somalia».
Inoltre, si chiede a tutti i paesi membri delle Nazioni Unite di ispezionare tutte le merci destinate alla Somalia e in partenza o in viaggio dall'Eritrea, dato il sospetto fondato che i carichi possano contenere armi destinate ai miliziani islamisti somali di al Shabab. Un embargo, di fatto, che potrebbe alimentare non poche tensioni nel Mar Rosso, vista l'altissima concentrazione di navi da guerra, impegnate nella lotta alla pirateria, e le segnalazioni di recenti attività della marina militare iraniana nei porti eritrei.
Il progetto di risoluzione chiede anche ad Asmara di ritirare le sue truppe da una contestata zona di confine con Gibuti, come già chiesto, peraltro, da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza lo scorso gennaio, risoluzione in cui si chiede di avviare un dialogo che porti ad un accordo «accettabile» tra i due paesi.
Infine, si chiede al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, di riferire sull'applicazione di questa risoluzione entro sei mesi.
Oltre all'embargo sulla vendita di armi, le sanzioni prevedono anche il congelamento dei beni dell'establishment politica e militare eritrea e restrizioni nella concessione di visti per l'ingresso in altri paesi.
Naturalmente la decisione del Consiglio di sicurezza non è piaciuta ai vertici ad Asmara. L'ambasciatore eritreo presso le Nazioni Unite, Araya Desta, ha parlato di una «risoluzione vergognosa impostata su bugie architettate dal regime etiope e dall'amministrazione degli Stati Uniti». Stati Uniti che accusano regolarmente l'Eritrea di fornire supporto logistico ai ribelli in Somalia.
Più morbido il commento del vice ambasciatore libico all'Onu, Ibrahim Dabbashi, che ha precisato che «le sanzioni non sono il modo migliore per risolvere i problemi e che rischiano anzi di aggravare la crisi umanitaria nel Corno d'Africa».
Sia l'Unione africana, che l'Autorità Intergovernativa per lo Sviluppo (Igad), avevano chiesto, l'estate scorsa, al Consiglio di sicurezza di punire l'Eritrea per il suo sostegno agli islamisti radicali in Somalia.
Dell' Igad fanno parte Gibuti, Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan e Uganda.
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