sabato 19 febbraio 2011
COMUNICATO STAMPA
ADOZIONE URGENTE A LIVELLO DI UNIONE EUROPEA DI MISURE DI PROTEZIONE TEMPORANEA.
ALLARME PER IL RISCHIO DI STRAVOLGERE LA PROCEDURA D’ASILO IN ITALIA
L’ASGI ritiene che l’estendersi, nel Maghreb e in altri paesi, di vasti movimenti popolari finalizzati a chiedere profonde riforme democratiche costituisca un evento di enorme importanza che l’Unione Europea deve guardare con la massima attenzione, sostenendo con forza i processi di transizione democratica in atto. In questo contesto il prodursi di improvvisi flussi migratori anche di rilevanti dimensioni va guardato senza inutili allarmismi, oggi talvolta strumentalmente alimentati da alcune forze politiche per indurre nella popolazione italiana ed europea un irrazionale clima di paura.
L’ASGI ricorda che vanno sempre garantiti i diritti fondamentali delle persone che si trovano ad essere vittime di eventi eccezionali e che la delicatezza e vastità degli eventi in atto impone che tanto le misure di accoglienza che gli aiuti umanitari ai paesi coinvolti debbano essere discussi e concordati a livello di Unione Europea.
L’ASGI ritiene pertanto che ricorrano le condizioni per dare attuazione alla Direttiva 2001/55/CE del 20 luglio 2001, attuata dallo Stato italiano con il Decreto Legislativo 7 aprile 2003, n. 85 che stabilisce norme minime per la concessione della protezione temporanea da adottare nelle attuali circostanze. Il regime di protezione temporanea costituisce uno strumento finalizzato ad agevolare gli Stati membri a rispettare gli inderogabili obblighi internazionali nelle situazioni di emergenza a tutela dei diritti fondamentali delle persone.
L’ASGI, nel chiedere che l’Italia si faccia promotrice in sede del prossimo Consiglio Europeo di detta proposta, ricorda che l’ammissione alle misure di protezione temporanea dà diritto al rilascio di un permesso di soggiorno per protezione temporanea e non preclude la presentazione dell’istanza per il riconoscimento della protezione internazionale.
L’ASGI ritiene inoltre che la gestione degli arrivi in atto deve essere affrontata ampliando la ricettività complessiva del sistema di accoglienza, garantendo sempre adeguati servizi di informazione e orientamento legale, senza tuttavia intaccare l’ordinario funzionamento del sistema asilo. L’annunciata decisione del Ministero dell’Interno di coattivamente trasferire presso il nuovo centro di accoglienza di Mineo (Catania) tutti i richiedenti asilo attualmente già accolti presso i CARA sia una decisione del tutto irragionevole ed in contrasto con le vigenti disposizioni in materia di procedure di asilo. La vigente previsione di legge di cui al D.Lgs 25/08, che già autorizza le Prefetture, per motivate ragioni e in casi eccezionali a spostare il luogo di accoglienza dei richiedenti asilo non va infatti confusa con una decisione che arbitrariamente modificherebbe in modo generalizzato, per tutti i richiedenti asilo in Italia accolti nei CARA, i criteri fissati dalla legge ordinaria per l’individuazione della competenza territoriale all’esame delle domande in sede amministrativa e giurisdizionale.
Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
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