Prendiamo il caso di Roma. Nella zona della Romanina ci sono edifici occupati mentre a Ponte Mammolo c’è una vera e propria baraccopoli dove vivono migranti rifugiati, quindi con un permesso di soggiorno di cinque anni, oppure stranieri a cui è stata riconosciuta la protezione sussidiaria. Tutte persone cosiddette “regolari”. Si tratta, dunque, di titoli validi solo sulla carta. Di fatto, a livello di assistenza, il sistema welfare dell’Italia non prevede garanzie che invece esistono in altri Paesi europei. Ai migranti viene dato un documento che gli permette di restare sul territorio italiano ma di fatto devono arrangiarsi da soli. Il passo successivo è il lavoro nero: al 90% queste persone finiscono nel circuito del sommerso, in una condizione di totale precariato. Scritto da Erica Balduzzi in data 2 agosto 2010
Nessun commento:
Posta un commento