mercoledì 2 marzo 2011

Facciamo due conti sui profughi e i rifugiati

Dopo l’arrivo la settimana scorsa a Lampedusa di poco più di 3.000 profughi dalle coste della Tunisia, il Ministro dell’Interno Roberto Maroni (LN) e quello degli Affari Esteri Franco Frattini hanno lanciato l’allarme. «Un esodo biblico», «Un milione e mezzo di persone pronte ad invadere l’Italia», e hanno chiamato in causa l’Unione Europea perchè non ci lasciasse soli e facesse la sua parte. Di fronte, alle scene isteriche dei ministri italiani i colleghi di Bruxelles devono dapprima aver sgranato gli occhi, e poi cercato di ricondurre la discussione su un piano di razionalità.

Insomma, la UE non lascerà da sola l’Italia , ma le decisioni andranno prese in base ad elementi concreti, e concretamente il numero di coloro che sono arrivati per il momento sulle nostre coste non rappresenta un’ emergenza per un paese di 60 milioni di abitanti, come ci ha ricordato Cecilia Malmstrom, commissaria europea per gli Affari Interni.

Qualcun altro, un pò meno diplomaticamente, ci ha invece ricordato che recentemente l’Italia si è rifiutata di accogliere una parte dei profughi arrivati a Malta e, qualche anno fà, ha fatto orecchie da mercante quando la Germania dovette accogliere centinaia di migliaia di profughi in fuga dalle Guerre Balcaniche.

Ma, se facciamo due conti, hanno ragione i ministri del governo Berlusconi oppure i colleghi stranieri che li hanno richiamati a stare con i piedi per terra e a non fare scene isteriche?

Ognuno può farsi un’ idea sfogliando il materiale più recente pubblicato dall’Alto Commissariato dell’ONU per i Profughi e i Rifugiati, ad esempio, tra i lavori più recenti: UNHCR 2009 Global Trends report: selected graphs e Asylum Levels and Trends in Industrialized Countries 2009. Entrambe pubblicazioni sono scaricabili in PDF. La prima raccoglie i principali grafici del rapporto pubblicato la primavera scorsa; la seconda invece analizza il fenomeno dei richiedenti asilo nei 44 paesi al mondo più industrializzati.

Da dove partono i profughi e i rifugiati?

provenienza-profughi-2009

Innanzitutto dalle zone di guerra, in particolare dall’Afghanistan e dall’Iraq, i due paesi sui quali l’America e l’Occidente, si sono accaniti di più nella ‘battaglia di civiltà’ e nella ‘esportazione della democrazia’. A seguire, la Somalia e la Repubblica Democratica del Congo che di fatto si trovano nel caos, in preda a vecchi e nuovi conflitti, ed il Myanmar, dove una feroce dittatura recentemente si è travestita da ‘democrazia’.

Dove vanno i profughi e i rifugiati?

Se osserviamo quali sono i paesi che li accolgono, spesso definitivamente:

paesi-ospitanti-2009

non possiamo fare a meno di notare che sono principalmente i paesi limitrofi, indipendentemente dalla loro situazione economica e sociale. Ai primi tre posti troviamo, nell’ordine, il Pakistan, la Repubblica islamica dell’Iran e la Siria, seguite, prima tra i paesi europei, dalla Germania e, a seguire, da altri paesi che sicuramente non si trovano in una brillante situazione economica.

E i paesi industrializzati, tra cui l’Italia?

Teoricamente rappresentano quelli che, avendo più mezzi di altri, sarebbero in grado di fare fronte nel modo migliore alle situazioni di emergenza rappresentate da coloro che sfuggono in primo luogo da guerre e dittature, ed in secondo luogo da catastrofi ambientali (es. la desertificazione).

arrivi-2008-2009-paesi-industrializzati

Gli USA, tradizionale paese di immigrazione, con circa 49.000 richieste di asilo, sono sempre al primo posto seguiti, nell’ordine, da Francia, Canada, Gran Bretagna, Germania, Svezia e dall’Italia.

Se consideriamo la situazione pregressa rapportando il numero delle persone che hanno ottenuto lo status di profugo o rifugiato con la popolazione residente, la situazione è la seguente:

n-richiedenti-asilo-1000-abitanti

Questi sono, nel mondo, gli Stati industrializzati che, in rapporto al loro numero di abitanti, accolgono il maggior numero di profughi e rifugiati. I primi dieci posti sono occupati da Cipro, Malta, Svezia, Linchtestein, Norvegia, Austria, Svizzera e Grecia. Nè l’Italia, nè la Spagna compaiono in questo elenco.

Da notare invece la posizione di Malta. Ci potrebbe ricordare le polemiche sorte, qualche tempo fa, tra le autorità italiane e quelle dell’ isola Mediterranea che si rimpallavano le responsabilità relativamente al mancato soccorso di persone in mare; fermo restando che abbandonare esseri umani al loro destino non può essere in ogni modo giustificato da calcoli matematici, e ancora di meno da calcoli politici, Malta ci dà dei punti.

Un altro punto di vista è rappresentato dal numero dei profughi e rifugiati in rapporto alla ricchezza pro-capite.

n-richiedenti-base-pil

Possiamo osservare come l’Italia si trovi allo stesso livello della Grecia (che ha circa 40 milioni di abitanti in meno), superata da Turchia, Germania e Svezia, etc.

Ogni persona dotata di onestà intellettuale è in grado di comprendere una parte delle buone ragioni per le quali la UE non ha ritenuto opportuno correre dietro agli allarmi lanciati dall’Italia in questa occasione. Ad oggi, una ipotetica perequazione a livello comunitario – come richiesto dall’Italia – non penderebbe comunque a nostro favore. E’ un dato innegabile.

Anche richiamare paesi, ad esempio, come la Spagna a maggiori responsabilità è corretto e utile, ma difficilmente l’Italia, se venissero applicati dei principi equi, potrebbe trarne direttamente dei benefici.

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