29 marzo 2011
LIBIA: DUEMILA IN FUGA DALLA VIOLENZA VERSO ITALIA E MALTA
Negli ultimi quattro giorni sono arrivate in Europa le prime imbarcazioni provenienti dalla Libia dall’inizio del conflitto nel paese nordafricano. Circa 2.000 cittadini non di nazionalità libica sono fuggiti a bordo di imbarcazioni da Tripoli e arrivati in Italia e a Malta, estendendo la capacità di accoglienza per persone con possibili bisogni di protezione internazionale.
Cinque le imbarcazioni arrivate in Italia dalla notte di sabato scorso, con a bordo complessivamente 1.484 persone. Due invece quelle approdate lunedì a Malta, con a bordo 535 persone. Sono in maggioranza cittadini eritrei, somali – fra i quali molte donne e bambini - ma anche etiopici, sudanesi e cittadini di altri stati. Finora non risulta vi siano cittadini libici fra gli arrivati.
La prima imbarcazione ha sbarcato i propri passeggeri sull’isola di Linosa, 50 chilometri a nordest di Lampedusa. Altre due sono approdate domenica, sempre a Linosa, dove i passeggeri sono stati fatti sbarcare per poi essere trasportati in Sicilia in traghetto. È di questa mattina presto, poi, l’arrivo di altre due barche, in Sicilia e a Lampedusa.
Una donna ha partorito mentre era ancora in mare, in attesa di essere soccorsa, altre due hanno invece subito interruzioni di gravidanza a causa delle traversie in mare o dopo essere sbarcate a Linosa. La maggior parte dei nuovi arrivati ha dovuto trascorrere la notte all’aperto, lo scorso fine settimana, prima di essere trasferiti in strutture d’accoglienza sul territorio siciliano.
Dalla Libia arrivano indicazioni di nuovi possibili arrivi e l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta preparando piani d’emergenza, in collaborazione con le autorità italiane e maltesi e con la Croce Rossa. Questa mattina circolavano notizie non confermate su diverse imbarcazioni con a bordo altre persone in fuga dalla Libia, che si troverebbero in difficoltà nel Mediterraneo.
Con l’arrivo di migliaia di tunisini - circa 19.000 dalla metà di gennaio, soprattutto giovani uomini in cerca di lavoro - la capacità d’accoglienza dell’isola di Lampedusa è sotto pressione. Circa 13.000 di loro sono stati trasferiti in centri d’accoglienza in Sicilia e sul territorio continentale italiano, ma 6.000 si trovano ancora sull’isola, superando in quantità i 5.000 lampedusani.
L’incessante flusso dalla Tunisia - composto in maggioranza da persone che non cercano protezione internazionale - sta mettendo a dura prova la capacità dell’Italia di gestire l’arrivo di richiedenti asilo e rifugiati in fuga dalla violenza in Libia. L’UNHCR rivolge un appello alle istituzioni dell’Unione Europea e agli stati membri affinché sostengano l’Italia nel far fronte a queste nuove sfide.
L’Alto Commissariato esprime poi profonda gratitudine all’Italia e a Malta per l’accoglienza delle persone in arrivo dalla Libia ed esorta gli altri paesi dell’Unione a dimostrare solidarietà con questi paesi di frontiera.
Altre informazioni sugli arrivi dalla Libia negli stati confinanti
Nella giornata di domenica 27 marzo, le autorità per l’immigrazione egiziane hanno registrato l’entrata sul proprio territorio di 2.055 persone provenienti dalla Libia, attraverso la frontiera di Salloum. Tra loro 367 egiziani, 1.154 libici, 184 nigerini, 121 ciadiani, 88 sudanesi e 46 siriani. Nello stesso giorno - dicono le autorità tunisine - 906 persone provenienti dalla Libia hanno attraversato la frontiera di Ras Djir. Gli egiziani erano 207, i bangladesi 206, i ciadiani 136 e gli eritrei 134.
Oltre agli arrivi in Italia e a Malta, fino a domenica 27 marzo le persone fuggite dalla violenza in Libia erano 381.888, delle quali 193.783 in Tunisia (19.541 tunisini e 23.184 i libici tra loro), 156.471 in Egitto (79.020 gli egiziani e 32.679 i libici), 15.647 in Niger (14.698 i nigerini), 9.987 in Algeria (via terra, via mare e in aereo), 3.200 in Ciad e 2.800 in Sudan.
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