Dal 24 novembre 2010 ad oggi, abbiamo segnalato centinaia di casi di tratta di esseri umani, abbiamo raccontato sofferenze indicibili di donne bambini, la mattanza di decine di profughi trucidati dai trafficanti.
Sono trascorsi mesi senza che i governi di Egitto, Israele, le autorità Palestinesi movesse un dito per liberare queste persone ridotte in stato di schiavitù.
Solo la generosità di amici e parenti e uomini e donne sensibili hanno riscattato decine di profughi dalla condizione terribile di schiavi sotto tortura.
Oggi abbiamo ancora circa 400 persone nelle mani dei predoni del Sinai, di cui decine di donne e bambini.
Nelle settimane scorse sono stati uccisioni a scopo di espianto di organi per fornire il mercato nero di organi nelle cliniche del Medi’Oriente. Serve il coinvolgimento dell’INTERPOL per emettere un mandato di cattura internazionale contro questi trafficanti di esseri umani e di organi. Abbiamo avuto 4 morti tra gli ostaggi a causa di una infezione nelle vie urinarie, un altro sta in fin di vita.
Si possono denunciare e catturare alla fonte in Sudan i procacciatori, sequestratori di persone, anche le mele marce della polizia Sudanese ed Egiziana.
Siamo fortemente preoccupati anche dalle notizie di respingimenti effettuati dall’esercito di Israele nelle frontiere del Sinai, persone che sono stati librati o fuggiti dai loro carcerieri arrivati nel territorio d’Israele sono stati riconsegnati nelle mani della polizia di frontiera egiziana, sappiamo anche che ci sono stati dei morti nel tentativo di sfuggire al respingimento, sotto i colpi di arma da fuoco. Queste persone hanno bisogno di protezione non di altri traumi di questo genere, di maltrattamenti nelle carceri egiziane, con il rischio anche di essere riconsegnati ai trafficanti o deportati verso il loro paese di origine dal quale sono fuggiti.
Ci risultano diversi carceri dove sono detenuti decine di profughi eritrei ed etiopi, che le autorità egiziane non consentono la visita all’UNHCR, chiediamo che il Parlamento Europeo chieda al governo egiziano di consentire l’accesso nelle carceri dove sono detenuti profughi eritrei ed etiopi, cosi che possa essere verificata la loro condizione di richiedenti asilo politico e rifugiati.
Quattro mesi passati nel silenzio e nell’inerzia della Comunità internazionale. Ma la Comunità internazionale non può assolutamente ritenersi estranea a questa vicenda. Non può essere taciuto infatti che questa drammatica situazione è una delle conseguenze della politica europea di chiusura delle frontiere che sempre più, attraverso la costruzione di muri fisici o legali e amministrativi, allontana le persone che cercano protezione dal nostro continente.
Per questo chiediamo che, senza più attendere oltre, si mobiliti la Comunità internazionale, sia per combattere il traffico di esseri umani sia per garantire a queste persone la protezione internazionale di cui hanno bisogno e a cui hanno diritto. In particolare attraverso un piano di "evacuazione umanitaria" e un progetto di accoglienza dei profughi nel territorio dell'Unione Europea. Un impegno internazionale che necessariamente si deve tradurre in una strategia di cooperazione con Egitto e Israele, affinché rispettino gli impegni assunti e i diritti dei rifugiati. don Mussie Zerai
Nessun commento:
Posta un commento