sabato 6 novembre 2010
Asilo politico, mille i percorsi di fuga Storie di rifugiati negli ultimi vent'anni
Dinamiche testimoniate e analisi in "Rifugiati. Vent'anni di storia del diritto d'asilo in Italia", libro edito da Dozelli, che sarà presentato lunedì 8 novembre. Una riflessione corale di studiosi, addetti ai lavori, giornalisti. Non è diminuito il numero dei rifugiati ma solo in numero di quanti riescono ad arrivare in Italia
di CARMINE SAVIANO
ROMA - Raccontano di mondi che si sgretolano. Simili a scenografie che cambiano d'improvviso, senza nessun avvertimento, mettendoti fuorigioco. Le storie dei rifugiati politici sono storie di idee, di religioni ed etnie dichiarate fuorilegge. Di corpi perseguitati, discriminati. Di esodi forzati e senza speranza, di traversate che spesso si trasformano in stragi. Di paesi dove l'accoglienza è ancora tutta da calibrare. Dinamiche testimoniate e analizzate in "Rifugiati. Vent'anni di storia del diritto d'asilo in Italia", libro edito da Dozelli, che sarà presentato lunedì 8 novembre nella sala conferenza della Camera dei Deputati. Una riflessione corale cui partecipano tanti studiosi e addetti ai lavori. Per tirare le somme e guardare avanti sulle politiche italiane in tema di immigrazione e diritto d'asilo.
Gli accordi Italia-Libia. Per l'Italia gli ultimi dati disponibili sono elaborati dall'Eurostat e riguardano i primi sei mesi del 2010. Le persone che hanno fatto richiesta d'asilo nel nostro paese sono 4.035 rispetto alle 10.895 dello stesso periodo dell'anno scorso. Per Cristopher Hein, direttore del Cir, il Centro Italiano per i Rifugiati e curatore del libro, "non è che sono venuti meno i motivi che obbligano le persone a lasciare il proprio paese. La situazione in Somalia, Eritrea, Sudan, Iraq e Afghanistan è sostanzialmente invariata". Il punto è che non è "diminuito il numero dei rifugiati ma solo in numero di quelli che riescono ad arrivare in Italia". La causa è da rinvenire negli accordi tra l'Italia e la Libia, "considerando che è proprio da quest'ultimo paese che la stragrande maggioranza di rifugiati raggiungeva le nostre coste negli anni precedenti", commenta Hein.
Meno richieste d'asilo. Nonostante la diminuzione delle richieste d'asilo, la situazione resta drammatica soprattutto per quanto concerne gli sbarchi clandestini. E' proprio con le 'carrette del marè che arrivano in Italia la maggior parte dei rifugiati politici. Nei primi nove mesi del 2010 ci sono stati 114 sbarchi che hanno condotto in Italia 2868 migranti, di cui 178 donne e 717 bambini. La maggior parte di chi richiede asilo politico si trova tra loro. E per quanto riguarda la loro provenienza geografica, 675 partono dalla Nigeria, 260 dalla Turchia, 260 dal Pakistan e 215 dal Ghana. Spesso molte richieste di asilo vengono respinte, ma "dobbiamo ricordare che circa il 50% dei rifugiati in Italia ottiene una forma di protezione", continua Hein. E adesso è necessario creare "possibilità per far si che chi è costretto a scappare dal proprio paese possa arrivare in modo legale e protetto in Italia e in Europa".
I loro percorsi in 20 anni. Il libro "Rifugiati" ricostruisce il percorso dei loro arrivi in Italia negli ultimi 20 anni, le cause di questo esodo e le risposte date in termini di leggi, di strutture e d'accoglienza. Per Hein, il "progresso c'è stato grazie anche all'obbligo di seguire le linee direttive europee. Indubbiamente oggi c'è un sistema d'accoglienza meglio articolato e organizzato rispetto per esempio a dieci anni fa e, allo stesso tempo, una procedura relativamente veloce ed efficace per determinare chi ha diritto d'asilo". Centrale l'esigenza di continuare a garantire questo diritto: "Anche il miglior sistema - e siamo di certo lontani dal raggiungerlo - è di poca utilità se le vittime di persecuzioni e di guerre non riescono più ad arrivare e quindi a beneficiarne".
I diversi contributi. Tanti i politici, giornalisti e studiosi che hanno contribuito alla stesura del libro. Che si compone di interviste e saggi, di analisi e suggerimenti. Tra i tanti che hanno partecipato: Livia Turco, Claudio Martelli, Savino Pezzotta, Clara Fringuello, Giovanni Maria Bellu e Laura Boldrini. Che analizzando il rapporto tra politica e media sul tema immigrazione, scrive: "Più volte mi sono detta che se io fossi un'immigrata o una rifugiata mi sentirei profondamente offesa dall'immagine che emerge di questo mondo. Sarei arrabbiata e risentita di essere considerata una presenza negativa a prescindere da ciò che sono e da ciò che faccio. A prescindere dal contributo che do alla società italiana. Mi sentirei addosso sempre un senso di inadeguatezza e in Italia certamente stenterei a sentirmi a casa". Ripensare l'Italia come Paese ospitale.
(05 novembre 2010)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento