giovedì 25 novembre 2010
Egitto: profughi in catene nel deserto del Sinai
A cura di AMISnet • 25 Novembre 2010
“Sono tenuti legati con le catene ai piedi, non hanno acqua per lavarsi da venti giorni, sono segregati in case nel deserto del Sinai, sotto minaccia di morte se non pagano ottomila dollari ai trafficanti di uomini”. La denuncia arriva dall’associazione Habeshia.
Secondo quanto comunicato, ottanta profughi di orgine eritrea sono stati sequestrati al confine tra Egitto e Israele. Gli ottanta sarebbero partiti dalla Libia verso Israele, pagando ai trafficanti duemila dollari, ma ora i passeur pretendono di più. “Mi riferiscono che ci sono molti altri profughi eritrei, etiopi, somali, sudanesi nella zona Sinai in simili condizioni, si parla di circa seicento persone in totale” dichiara don Mussie Zerai, presidente di Habeshia.
A seguito del lanciato allarme, il senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione straordinaria per i Diritti Umani, ha presentato il 24 novembre un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri in cui si chiede di verificare la situazione dei profughi trattenuti e, nel caso le informazioni fossero confermate, di muovere tutti i passi necessari nei confronti del governo egiziano affinché queste persone vengano liberate e siano garantite loro incolumità e sicurezza.
“Questa situazione è anche frutto della chiusura delle frontiere dell’Europa, attraverso accordi bilaterali che non offrono alternative ai richiedenti asilo provenienti dal Corno D’Africa. La politica di respingimenti e di chiusura, sta favorendo l’arricchimento di trafficanti e criminali” denuncia Zerai.
Da pochi giorni sono iniziati i lavori per la costruzione di un muro lungo il confine fra Egitto ed Israele finalizzato a bloccare i migranti che provano ad entrare nel territorio israeliano. Nella parte settentrionale la nuova barriera si collegherà a quella costruita dall’Egitto lungo il confine fra il Sinai e la Striscia di Gaza. Per il completamento dei lavori il governo di Benyamin Netanyahu ha stanziato 1,35 miliardi di shekel, circa 270 milioni di euro. Il nuovo muro sorgerà su 110 dei 240 chilometri di confine con l’Egitto. Nella parte rimanente Israele installerà sensori e strumenti ottici e rafforzerà i pattugliamenti di polizia ed esercito.
Il racconto di M.Zerai, associazione Habeshia, che ha contattato telefonicamente i profughi reclusi
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