giovedì 4 novembre 2010
Quando che il Sogno si traduca in Realta??? La Costituzione dove ???
Carta Nazionale dell’Eritrea
(National Charter)
Dopo la liberazione, avvenuta nel 1991 il Fronte affidò a Isaias Afwerki la guida del Governo di Transizione, che condusse l'Eritrea fino al referendum popolare che nel 1993, con un risultato plebiscitario, proclamò l'Eritrea ufficialmente Indipendente.
Il periodo di transizione terminò nel 1993, ma per la trasformazione vera e propria bisognò aspettare ancora un anno, esattamente fino al 3° congresso del Fronte che si tenne a Nakfa nel 1994, un momento che segnò la vera svolta politica dell’Eritrea.
In quella occasione il Fronte, trasformato da Fronte Popolare di Liberazione Eritreo in Fronte Popolare per la Democrazia e Giustizia, approvò fra l’altro un documento nazionale (National Charter o Carta Nazionale) che stabilì i principi fondamentali su cui si basa il sogno (vision, dream) della nuova Eritrea e dal quale successivamente scaturirà la Costituzione dell’Eritrea approvata nel 1997.
CARTA NAZIONALE
(National Charter)
Adottata dal terzo congresso EPLF/PFDJ
Nakfa, 10/16 febbraio 1994
I. INTRODUZIONE
1. Costruzione di nazione e nazionalismo in Eritrea
2. La nostra visione di una Eritrea futura: • I sei obiettivi di base • I sei principi informatori
II. BASE DEI NOSTRI PROGRAMMI POLITICI
1. Sviluppo di un sistema politico democratico
2. Sviluppo di una economia che soddisfi le esigenze della nostra gente
3. Sviluppo di una cultura nazionale
4. Giusta distribuzione di adeguati servizi sociali
5. Rispetto degli uguali diritti
6. Garanzia della sicurezza nazionale e della difesa
7. Impianto della cooperazione regionale ed internazionale
III. PRINCIPI ORGANIZZATIVI
1. Un Fronte su base ampia
2. Un Fronte partecipe con viva e partecipativa democrazia interna
3. Direttivo qualificato, rappresentativo e responsabile, soggetto a ricambio periodico
4. Separazione delle attività del Fronte da quelle del governo
5. Incoraggiamento e cooperazione con le associazioni di persone
6. Una struttura organizzativa dinamica radicata nella gente
I. INTRODUZIONE
Oggi l’Eritrea si trova all’inizio di un nuovo capitolo della sua storia. Per cinquanta anni il paese e la sua gente hanno sofferto sotto il dominio coloniale. La colossale operazione di abbattimento di questo dominio coloniale e di raggiungimento dell'indipendenza e della dignità nazionale, è stata realizzata. Per la prima volta la gente eritrea è diventata padrona del proprio paese e tiene il proprio futuro nelle sue mani. Quello che appariva a molti come un sogno ora è diventato una realtà.
Abbiamo combattuto contro nemici numericamente superiori, con un magro supporto esterno, contando sulla nostra gente e sulle nostre capacità, con pesanti sacrifici, sforzo tremendo, vigilanza, maturità politica e ingegnosità. La nostra lotta non si è limitata a combattere il nemico; abbiamo posto le giuste fondamenta per un paese indipendente. Per concludere con un referendum in cui l'intera popolazione ha partecipato coscientemente ed entusiasticamente, votando al 99.8% l’indipendenza nazionale.
Non è esagerato sostenere che un tale successo ha pochi uguali nella storia dei movimenti di liberazione. È una testimonianza e una manifestazione della maturità politica della gente eritrea e della sua leadership. Realizzare l'indipendenza e la sovranità nazionali è la conclusione di un capitolo importante nella storia della gente eritrea, tuttavia allo stesso tempo, l'inizio di nuovo capitolo. Oggi la gente eritrea affronta l'impegno di sviluppare una società pacifica, giusta e prosperosa, un'operazione che è più difficile e più complicata della passata operazione di realizzare l'indipendenza.
Solo se la pace, la giustizia e la prosperità prevarranno in Eritrea, l'indipendenza che abbiamo ottenuto con enormi sacrifici non sarà priva di significato. Vale a dire che se non solleviamo la gente dalla povertà e privazione, salvaguardiamo i suoi diritti umani e democratici e ne miglioriamo le vite materiali, culturali e spirituali, il raggiungimento dell'indipendenza non avrà senso. Dobbiamo trasmettere ai nostri bambini un paese esente dalla guerra e dal conflitto, un paese di cui possano essere fieri, un paese in cui prevalgono l'indipendenza, la pace e la prosperità.
La lotta per lo sviluppo di un futuro migliore per la gente dell’Eritrea comincia in concreto dopo l’indipendenza. Noi, la generazione che ha determinato l'indipendenza, ci siamo fatti carico della responsabilità storica di trasmettere alle generazioni future gli elementi di base per una società moderna e giusta. La corrente fase di transizione presenta simultaneamente sia una responsabilità storica che una sfida. Le azioni che intraprendiamo e le scelte che facciamo in questa congiuntura storica rappresentano un'occasione rara, una pesante responsabilità e quindi una grande sfida storica.
La domanda principale e attuale è questa: è la generazione che ha concluso con successo la lotta di indipendenza adeguata a questa storica operazione? La risposta è lo deve essere. Altrimenti le lotte di tutta la nostra generazione e i contributi all’Eritrea e alla sua gente saranno stati inutili. Significherebbe che la missione è soltanto completa a metà. La missione deve essere conclusa costruendo un’Eritrea indipendente e moderna.
Questo è il mandato del nostro paese, della nostra gente e dei nostri martiri. Che la costruzione della pace e dello sviluppo sia più difficile e più complicata della guerra vinta è stato ripetutamente provato. Parecchi paesi africani e non che hanno cominciato con grandi speranze in seguito al raggiungimento dell’indipendenza o la conclusione delle loro rivoluzioni vittoriose, sono esempi calzanti.
L'esperienza in tali paesi è stata la sostituzione di vecchi sfruttatori con dei nuovi, il deterioramento delle economie nazionali e della qualità di vita della gente; tutte esperienze negative. Ripetere tali tristi esperienze significherebbe che tutti i nostri sforzi e sacrifici rimarrebbero senza valore, e condannerebbero noi stessi e le generazioni future a ulteriori guerre e sofferenze. Tuttavia, non siamo condannati a ripetere tali errori.
Possiamo portare la pace, la giustizia e la prosperità durevoli alla nostra Eritrea. Dobbiamo a noi stessi, ai nostri martiri e ai nostri figli, rendere l’Eritrea un paese di cui essere fieri e degno dei sacrifici tremendi che abbiamo pagato per la sua indipendenza. Le buone intenzioni da sole, tuttavia, non sono sufficienti.
Altri paesi hanno fallito, non per mancanza di buona volontà. Per determinare l'indipendenza, abbiamo avuto bisogno di programmi politici, di strategie militari e di organizzazioni forti e mature. Similmente per sviluppare una società moderna e giusta abbiamo bisogno di un programma politico sostenibile basato su principi chiari e su una struttura organizzativa efficace, su ampia base, che permetta la piena partecipazione di ognuno.
Lo scopo di questo documento, “una carta nazionale per l’Eritrea„, è quindi, primo, chiarire le linee guida di riferimento necessarie per il nostro futuro percorso nazionale e democratico; in secondo luogo, identificare un programma politico che può guidare efficacemente un movimento nazionale e democratico a base ampia; e terzo, sviluppare le procedure organizzative adatte e i principi di base per tale programma politico.
“Una carta nazionale per l’Eritrea„ non è copiata dai libri o dalle carte di altri paesi. E’ originata dalla realtà del nostro paese e della nostra società e dalla nostra ricca esperienza. Non prende in prestito all'ingrosso alcune analisi o formule che siano alla moda nel mondo odierno. Piuttosto lo scopo è progettare una linea indipendente che funzioni, esaminando criticamente tutte le idee e collegandole con le realtà della nostra società e della nostra esperienza. La nostra carta non è un documento dogmatico, chiuso e asciutto.
È aperta alle nuove idee ed esperienze; è un documento dinamico che si sviluppa ed è arricchito con l’esperienza pratica. Poiché il documento descrive la nostra visione e i nostri ideali, non dovrebbe essere preso come qualcosa che si possa attuare in un periodo breve neanche entro alcuni anni. È qualcosa che sarà attuato gradualmente in un lungo periodo di tempo. È un documento di principi generali e obiettivi guida per il nostro viaggio in direzione della nostra destinazione, e quello che dobbiamo fare per raggiungere quella destinazione.
1)Costruzione di nazione e nazionalismo in Eritrea
Anche se l’Eritrea, nei suoi confini attuali, è stata stabilita tramite il colonialismo italiano, è importante ricordare che la storia della sua gente non è cominciata con la colonizzazione italiana. La gente eritrea ha avuto una sua propria storia e civilizzazione, sue proprie leggi e sistemi amministrativi prima del colonialismo. Ha avuto proprie attività politiche, economiche, sociali e culturali.
I successivi dominatori coloniali nel corso degli anni hanno influenzato la vita e i sistemi amministrativi dell’Eritrea, ma non li hanno distrutti. I colonizzatori hanno lasciato tracce della loro eredità; allo stesso tempo, la tradizione eritrea, benché subisse cambiamenti e modificazioni, ha conservato le caratteristiche di base, che sono state trasmesse attraverso le generazioni. Quindi per capire completamente la situazione attuale e il programma del nostro paese per il futuro, è fondamentale capire le dinamiche all’interno della società eritrea, oltre che le eredità dei vari colonizzatori.
Il colonialismo italiano è durato cinquanta anni. Non ha completamente cambiato la società eritrea, né la sua influenza è risultata distribuita uniformemente. Tuttavia non può essere negato il suo effetto durevole sulla storia dell’Eritrea. Il colonialismo italiano, come tutti i colonialismi europei, stabilì forzatamente i confini dell’Eritrea; e sottoponendo tutta la gente a una gestione entro questi confini, ha aperto un nuovo capitolo nella storia dell’Eritrea.
Usando le capacità italiane, ma contando principalmente sulle risorse umane e materiali dell’Eritrea, il colonialismo italiano ha costruito città e porti, strade principali e ferrovie, fabbriche e fattorie moderne. Ha introdotto la coscrizione. Inoltre, ha generato le condizioni per le quali i cittadini eritrei da tutti gli angoli del paese sono stati introdotti l'un l'altro guadagnando esperienze comuni. Il limite dell’influenza coloniale può variare da un posto ad un altro (alcuni potrebbero non esserne stati toccati), ma l’aumento dell'interazione fra eritrei, unito con la loro reazione all’ aumentare dell’oppressione italiana e il razzismo, hanno posato i semi della coscienza nazionale eritrea.
L'istituzione della prima associazione politica moderna Eritrea, Mahber Fikri Hager (amore del suo paese), alla conclusione dell'era coloniale italiana e l’arrivo dei Britannici, è una chiara testimonianza della coscienza nazionale. La Gestione Militare Britannica in Eritrea è stata provvisoria e di breve durata e così ha lasciato una eredità limitata. Comunque la Bma incrementò le opportunità di studio e permise attività politiche e libertà di espressione, secondo la tattica del “dividi e governa„, essa si sforzò di generare divisioni fra la gente dell’Eritrea.
Inoltre pose le basi affinché il piano Etiopico-Americano di rifiuto alla gente eritrea del suo diritto alla auto-determinazione. La gestione britannica inoltre distrusse parecchie imprese economiche eritree e molte infrastrutture. Durante la dominazione britannica, l’allora nascente movimento nazionalista eritreo non ha potuto ne sostenere la cospirazione covata contro l'Eritrea ne preservarsi dalla disunione. Quello che ne è conseguito è stata la dominazione coloniale etiopica la cui crudeltà non ha avuto uguali nella storia dell’Eritrea.
All'inizio il colonialismo etiopico in Eritrea non era ne diretto ne evidente. Questo perché le condizioni interne così come quelle esterne in Eritrea non erano direttamente riconducibili alla dominazione etiopica. E’ sotto il pretesto della risoluzione, promossa dagli Usa, delle Nazioni Unite sulla Federazione nel 1952 che è iniziata la dominazione etiopica. Il periodo della federazione (1952-1962) ha testimoniato l'erosione dell’indipendenza interna dell’Eritrea, il espansionismo aggressivo della dominazione etiopica e lo sviluppo della resistenza eritrea.
Una delle più significative realizzazioni di questo periodo è stato l'aumento visibile della nostra lotta nazionale, che era cominciata negli anni quaranta: l'emergere dei movimenti degli operai e degli studenti e in particolare, dell'istituzione e dell'espansione del Movimento di Liberazione dell’Eritrea (Mahber Showate). L'Etiopia coloniale era, secondo tutti i punti di vista, più arretrato dell’Eritrea. Di conseguenza non c’era niente che l'Etiopia abbia costruito o migliorato in Eritrea; ha soltanto distrutto. Con grossolane misure repressive ha insidiato sistematicamente la vita politica, economica, sociale e culturale degli eritrei.
Ha sradicato la democrazia politica allora germogliante in Eritrea e ha portato un periodo di crudele dittatura. Distruggendo l'economia e le infrastrutture, l'Etiopia ha riportato indietro l’Eritrea di 30-40 anni. La peggiore, più difficile e più insolubile, eredità coloniale che l'Etiopia ha lasciato, tuttavia, è stata la cultura arretrata e corrotta della sua classe dirigente. Determinate caratteristiche nella cultura eritrea di cui eravamo fieri, quali la disciplina, l'onestà, la forte etica del lavoro, l’iniziativa, l’inventiva, l’autosufficienza e il detestare la dipendenza, lasciarono il posto alla corruzione, alla truffa, alla pigrizia e alla dipendenza dall’ elemosina durante la dominazione coloniale etiopica, specialmente nelle aree urbane.
L'Etiopia ha potuto mantenere un paese più sviluppato e più avanzato, l’Eritrea, sotto il giogo della sua dominazione per quaranta anni principalmente grazie al supporto delle grandi potenze mondiali, in primo luogo gli Stati Uniti e successivamente, l'Unione Sovietica. Il enorme supporto che ha ricevuto l’Etiopia ha prolungato la dominazione coloniale etiopica e la sofferenza della gente dell’Eritrea e reso il prezzo dell’indipendenza molto superiore a quanto sarebbe stato diversamente. Questo sostegno illimitato all'Etiopia da una parte e l'isolamento della rivoluzione eritrea dall’altra, ci ha aiutato a guardare all’interno, alle risorse del nostro paese e della nostra gente, e hanno suggerito l’inventiva e l'ingegnosità in tutti i campi.
Non è una esagerazione affermare che questo ha provocato l'istituzione di una delle lotte di liberazione più sviluppate al mondo, che ha contribuito notevolmente alla ricostruzione nazionale dell’Eritrea. La lotta di liberazione dell’Eritrea all’inizio non è avanzata bene all'inizio. Quando, nel 1961, il Fronte di Liberazione dell’Eritrea (ELF) ha cominciato la lotta armata ha riflesso il desiderio della gente eritrea. Tuttavia la prospettiva dell’ELF e il metodo non erano favorevoli all'unità della gente dell’Eritrea, ne erano utili alla costruzione della nazione e al successo della lotta.
La principale imperfezione dell’ELF è stata di indulgere nelle divisioni della società eritrea seguendo linee etniche, religiose e regionali fomentando tali divisioni invece di favorire la mobilitazione di tutto gli eritrei. Ci sono stati da allora tremendi sviluppi politici in Eritrea, tuttavia la tendenza a sfruttare le differenze nella popolazione eritrea per stretti guadagni politici e giocare su atteggiamenti mentalmente ristretti infine non è sparito dalla politica eritrea. Quelli che hanno impiegato al massimo questo genere di politica di divisione sono stati i dominatori etiopici. Rendendosi conto di non poter sconfiggere la gente eritrea con le pallottole e la potenza di fuoco, non si sono risparmiati, fino al giorno della loro dismissione, nel seminare la discordia fra la gente eritrea, mettendo una parte contro l’altra.
Negli anni sessanta hanno bruciato le moschee mentre hanno risparmiato le chiese. Successivamente hanno provato a sembrare di essere favorevoli agli abitanti dei bassopiani. Si sono applicati senza sosta nella loro politica che divide fino ai più bassi livelli sociali, generando conflitti fra i villaggi e perfino fra la gente all'interno di uno stesso villaggio. Il Movimento di Liberazione dell’Eritrea e in particolare il Fronte di Liberazione Popolare Eritreo (EPLF) sono riusciti a contrastare gli intrighi degli etiopici e dei loro collaboratori eritrei, coltivando il nazionalismo e l'unità fra la gente di eritrea.
L’EPLF ha generato una tribuna di lotta in cui tutto gli eritrei che si erano opposti alla dominazione coloniale ed era desiderosa di indipendenza, poteva partecipare indipendentemente dalla sua religione, lingua, origine etnica, classe e tipo. L’EPLF si è trasformato in una amalgama per le centinaia e le migliaia di eritrei che sono venuti dalle aree urbane e rurali, dalle regioni della pianura e dell'altopiano e dalle località più distanti. Ha aumentato il nazionalismo degli eritrei e ha posto le basi per l’unità nazionale, escludendo tutti gli atteggiamenti di divisione e mentalmente ristretti. Ha insegnato e si esercitato nell'uguaglianza di tutti i cittadini. In tutte le sue politiche e azioni, l’EPLF ha coltivato il nazionalismo e l'unità della gente eritrea.
Attraverso una storia di cento anni di esperienza coloniale e soprattutto dalle proprie attività storiche, la gente di Eritrea si è trasformata in una gente e in un paese, composti da molti gruppi etnici e linguistici e molte credenza e colture. Il viaggio di costruzione delle nazione è lungo e complicato. Anche se le basi del nazionalismo eritreo sono state stabilite saldamente con la nostra lotta lunga di liberazione, deve ancora essere concluso. La popolazione Eritrea, la cui l'unità è radicata in una lunga tradizione di coesistenza pacifica e armoniosa ed è stata rinforzata attraverso la lunga lotta, è una delle popolazioni più unite fra le società con strutture sociali simili.
Per merito di questa unità è stata realizzata la vittoria, e la pace e la stabilità ora prevalgono nell’Eritrea indipendente. E l'istituzione del governo dell’Eritrea riflette e rinforza questa unità di ampio respiro. Abbiamo esplorato brevemente la storia centenaria della gente dell’Eritrea. Durante quel secolo la naturale storia della gente Eritrea è stata interrotta dal colonialismo. Gli eritrei hanno vissuto l’oppressione coloniale, compreso il peggior genere di razzismo fascista. Diversamente dell'altra gente similmente colonizzata, agli eritrei è stato negato il diritto all’indipendenza.
Inoltre mentre la gente similmente oppressa che ha condotto lotte di liberazione stava ottenendo un largo supporto internazionale, la gente eritrea è stata obbligata a condurre da sola la sua lotta, contro un nemico sostenuto a livello internazionale. Questa lotta è stata considerata da molti osservatori come inutile e sconsiderata. La gente eritrea è emersa vittoriosa da questa prova estremamente difficile. La pesante potenza di fuoco non l’ha indebolita; al contrario l’ha indurita e ha rinforzato la sua determinazione. Ha guadagnato l'indipendenza e la sovranità dell’Eritrea intatta e senza riserve.
In parecchi paesi in cui sono state condotte lotte nazionali di indipendenza, all’indipendenza sono seguiti conflitti e a volte civile la guerra. In Eritrea, tuttavia, grazie alla forte unità nazionale sviluppata con la lotta, e una gestione politica matura, la pace e la stabilità hanno prevalso. E’ stato stabilito un governo, di ampio respiro e di sostegno popolare, per un periodo di transizione. Le transizioni sono solitamente difficili, ma l’Eritrea sta trovando rapidamente le soluzioni ai problemi incontrati durante questo periodo. Con grandi speranze, il paese si è orientato verso la più grande e difficile sfida storica dello sviluppo di una società moderna e stabile. Dire che il Fronte di Liberazione Popolare Eritreo (EPLF) ha dato il maggior contributo alla grande vittoria della gente eritrea, è soltanto dichiarare un fatto storico.
Come già è stato accennato, in Eritrea, lotta armata era in uno stato di crisi e quindi sul limite della sconfitta verso la fine degli anni sessanta e nei primi anni settanta. Quello che ha dato nuova vita alla lotta è stata l'istituzione dell’EPLF. E’ stato l’EPLF quello che ha attuato la rivoluzione. Sfidando e fronteggiando le campagne militari, sostenute dai sovietici, dell'esercito più grande dell‘Africa nera, ha realizzato una storica vittoria militare finale, stabilito un vasto fronte nazionale e fatto della partecipazione popolare una realtà, organizzato un referendum in modo che l'indipendenza fosse il risultato di una scelta libera e legale della gente eritrea e non una mera vittoria militare, e ha posto solide fondamenta per l’indipendenza dell’Eritrea e i suoi rapporti internazionali.
L’EPLF ha realizzato con successo gli obiettivi di base con cui ha cominciato, l'indipendenza e la pace per l’Eritrea. Come Fronte di Liberazione ha compiuto la sua missione con un successo clamoroso. L’EPLF, tuttavia, non ha osservato mai l'indipendenza come fine a se stessa, ma piuttosto come presupposto per lo sviluppo della società democratica e moderna in cui la giustizia e la prosperità prevalgono. Dato il fatto che l’EPLF è un'organizzazione politica che abbraccia tutte le sezioni della popolazione eritrea e porta unità e ricca esperienza, ha la capacità di dare un grande contributo allo sviluppo dell’Eritrea. Tuttavia questo nuovo capitolo e le nuove sfide in attesa richiedono nuove strutture organizzative, nuovi meccanismi e direttive. Questa nuova struttura non può essere separata dalla ricca esperienza del passato.
Deve essere costruita sulle forti fondamenta già stabilite dall’EPLF. Deve ereditare e migliorare le politiche e le pratiche esemplari guadagnate dalla esperienza precedente e d'altra parte, evitare le debolezze e le imperfezioni passate e attuali. Deve elaborare programmi politici, strutture organizzative e procedure di lavoro che siano adatti alle nuove esigenze di questo nuovo capitolo. La nuova struttura deve considerare la natura della nostra società e della relativa fase inerente allo sviluppo e le lezioni guadagnate dalla nostra esperienza precedente così come le esperienze nel terzo mondo.
Affinché questa nuova struttura sia costruttiva e diventi equa rispetto alle mansioni di questa nuova fase, deve essere un movimento di ampio respiro, che abbracci tutti i patrioti e gli eritrei democratici, in contrasto con un tipo di partito di base ristretta. La maggior parte dei membri dell’EPLF hanno un forte impegno nel progresso del paese per la cui indipendenza si sono fortemente sacrificati, e al miglioramento delle condizioni di vita dei settori oppressi della popolazione dell’Eritrea. Quindi è naturale che diventino parte attiva nel movimento, come altri che amino il paese e la sua gente, ma sono stati al di fuori dell’EPLF a causa degli sviluppi della lotta di liberazione o per altri motivi.
Durante questa nuova fase di costruzione politica, economica, sociale e culturale della nazione, mentre stiamo intraprendendo un movimento politico allargato per guidare efficacemente il nostro viaggio futuro, dobbiamo chiarire i nostri obiettivi di base e i mezzi con cui realizzarli. Siamo risultati vittoriosi, nonostante tutte le difficoltà e pericoli, perché come movimento di liberazione e come gente, abbiamo avuto chiarezza e visione comune degli obiettivi di indipendenza e di pace. Oggi anche dobbiamo avere una visione futura dell’Eritrea e della sua gente; ed è di massima importanza che una tale visione entri nei cuori e nelle menti di tutti gli eritrei in modo da poterla organizzare e tentare d'ottenere la sua realizzazione.
2)La nostra visione di una Eritrea futura
Cosa vogliamo noi, come una nazione e gente, in questa fase? Poiché abbiamo convertito i sogni di pace e di indipendenza di ieri in realtà, quali sono i sogni odierni che vogliamo convertire in realtà? In breve quale è la nostra “visione”? La nostra visione è che l’Eritrea si trasformi in un paese in cui la pace, la giustizia, la democrazia e la prosperità prevalgano. La nostra visione è di eliminare la fame, la povertà e l'analfabetismo dall’Eritrea. La nostra visione è che l’Eritrea conservi la sua identità e unicità, sviluppi l'impegno per la cura della Comunità e della famiglia, e avanzando economicamente, educativamente e tecnologicamente, si ritrovi fra i paesi sviluppati. La nostra visione è che la società eritrea sia conosciuta per la armonia fra i suoi diversi settori, uguaglianza, amore per il paese, umanità, disciplina, duro lavoro e amore per la conoscenza, rispetto per la legge e l’ordine, l’indipendenza e l’inventiva. La nostra visione è quella di realizzare pacificamente i miracoli di una nazione in costruzione, come abbiamo fatto nella guerra di liberazione.
I sei obiettivi di base:
La nostra visione può essere ricapitolata in sei obiettivi di base:
1. Armonia nazionale.
Perchè la gente eritrea viva nell'armonia, nella pace e nella stabilità, seguendo senza distinzioni le linee regionali, etniche, linguistiche, religiose, di genere o di classe.
2. Democrazia politica.
Perchè la gente eritrea partecipi attivamente e si trasformi in protagonista nella gestione e nella conduzione della sua vita e del suo paese, con i suoi diritti garantiti per legge e nella pratica.
3. Evoluzione economica e sociale.
Perchè l’Eritrea progredisca socialmente ed economicamente nelle aree della formazione, della tecnologia e della qualità di vita.
4. Giustizia sociale (democrazia economica e sociale).
Giusta distribuzione della ricchezza, servizi e opportunità, e attenzione speciale da dedicare alle sezioni più svantaggiate della società.
5. Rinascita culturale.
Disegnata sulla nostra ricca eredità culturale e sui valori approfonditi durante la lotta di liberazione, per sviluppare una coltura Eritrea caratterizzata da amore per il paese, rispetto per umanità, solidarietà fra uomini e donne, amore della verità e della giustizia, rispetto per la legge, lavoro duro, sicurezza di se, fiducia nella riuscita, mentalità aperta e inventiva.
6. Cooperazione regionale ed internazionale.
Perchè l’Eritrea si trasformi in un membro rispettato della Comunità internazionale, attraverso la coesistenza nell'armonia e cooperazione con i paesi vicini; e contribuendo, nella misura delle sue possibilità, alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo regionale e globale.
Questo è il nostro nuovo sogno e visione. Non è un'operazione facile che possa essere compiuta domani o il giorno dopo. Senza dubbio richiederà tempo, forte impegno, duro lavoro e continua creatività. Ma non c’è dubbio che può trasformarsi in una realtà. Mentre ci disponiamo ad attuare la nostra nuova missione, possiamo imparare molte lezioni dalla ricca esperienza della nostra lotta di liberazione.
È importante consultare la nostra esperienza e trarne i relativi insegnamenti in modo che il futuro viaggio del nostro paese e della nostra gente non proceda incerto. I principi di base e le visioni che erano strumentali per la nostra vittoria possono ancora servire bene a fondamento per costruzione della nazione e per l'aumento della giustizia e della prosperità.
I sei principi informatori:
I sei principi di base che possono servire come guida di riferimento per le nostre attività è l’unità nazionale, la attiva partecipazione pubblica, l'elemento umano, il collegamento fra le lotte nazionali e sociali, la fiducia in se stessi e per concludere, un rapporto forte fra la gente e la direzione. Esaminiamo ciascuno di loro:
1. Unità nazionale
L’Eritrea non avrebbe raggiunto l'indipendenza se non avessimo condotto la nostra lotta, rifiutando tutti i settarismi, atteggiamenti e attività di divisione, credendo nell'unità dell’Eritrea e nella sua gente e unita per un obiettivo. All'inizio, negli anni 60, la nostra lotta armata di liberazione era in uno stato di confusione e di declino e aveva raggiunto il limite della sconfitta perché difettava della direzione e della forma organizzativa. Ma la lotta ha superato questo pericolo perché finalmente è stata guidata da una linea e da una direzione politica nazionale e ha potuto organizzare le centinaia di migliaia di eritrei che affluivano da tutto il paese, senza riguardo per i loro ambienti sociali o etnici, e infine si è realizzata la vittoria.
Anche ora l'unità, l'uguaglianza e la partecipazione di tutti i settori della società eritrea dovrebbero essere le basi di tutti i nostri programmi. Non potremo conservare la pace e la stabilità che ora abbiamo a meno che tutte le sezioni della nostra società non partecipino attivamente alla vita politica, economica, sociale e culturale del proprio paese e se il governo sia percepito come vicino a qualcuno ma distante da qualcun’altro, e tanto meno costruire e sviluppare l’Eritrea.
Grazie alla lunga esperienza e ai sacrifici fatti, l’Eritrea indipendente ora ha l’unità nazionale con cui iniziare. Ma, come sempre, per non perdere lo slancio, è essenziale conservare e aumentare quella unità. Durante il tempo di pace, diversamente che in tempo di guerra, è evidente che possono emergere determinate tendenze e pensieri che indeboliscono gradualmente l'unità. Dobbiamo considerare seriamente tali tendenze e combatterle. Oltre a questo, perché il nazionalismo è un processo storico lungo e complicato con funzioni politiche, economiche, sociali e culturali ad esso connessi, e dal momento che in altri paesi del terzo mondo, questo processo ancora non è concluso, dovremmo considerare lo sviluppo e il rinforzo del nazionalismo dell’Eritrea e l'unità della sua gente fra le problematiche principali che dobbiamo intraprendere.
Lo sviluppo dell’unità nazionale richiede garanzie istituzionali. Quindi è necessario soprattutto sviluppare un governo nazionale che assicuri l'unità e l'uguaglianza della gente eritrea, rifiuti tutti gli atteggiamenti e le attività che favoriscono la divisione, ponga l’interesse nazionale sopra a ogni altra cosa altrimenti e permetta la partecipazione in tutti i settori della società eritrea. Tutte le imprese politiche devono essere sviluppate su una base nazionale e tutte le tendenze politiche settarie devono essere categoricamente rifiutate. Tutte le forme di distinzione e di dominazione, comprese quelle etniche e regionali, devono essere anche rifiutate. Le varie culture dell’Eritrea dovrebbero essere una fonte di sostentamento e di unità. Il sistema nazionale dovrebbe essere secolare, separato dalla religione, tuttavia rispettoso dell'uguaglianza delle religioni. In breve il nazionalismo deve essere alla base di tutte le istituzioni politiche e pratica del governo.
2. Partecipazione attiva della gente
La nostra lotta di liberazione ha avuto successo perché è stata fondata sulla gente. Se non ci fosse stato un forte collegamento fra il movimento di liberazione e la gente, la lotta non sarebbe sopravvissuta e tanto meno riuscita. Il supporto è stato efficace perché è venuto in una forma organizzata. Lo slogan che l’EPLF ha usato fin dall'inizio, “Politicizza, organizza e arma le masse”, è uno dei fondamenti di base della vittoria realizzata dalla gente eritrea. Anche oggi la partecipazione attiva e organizzata della gente, basata sulla coscienza politica, è una condizione di base per il successo del viaggio in corso.
Quando diciamo partecipazione della gente, non vogliamo dire solamente il voto occasionale nelle elezioni. Piuttosto vogliamo dire che la gente dovrebbe partecipare a tutte le decisioni che toccano le loro vite e il loro paese, dall'inizio fino alla realizzazione delle idee. Senza la partecipazione pubblica non ci può essere sviluppo; per la gente è vitale partecipare in tutte le fasi dei progetti di sviluppo, dalla progettazione all'esecuzione e alla valutazione. Tuttavia la partecipazione non può essere efficace a meno che la gente non sia organizzata. Quindi la gente non solo dovrebbe avere diritto di riunirsi in organizzazioni, dovrebbe anche essere consigliata e aiutata a farlo.
3. Ruolo decisivo del fattore umano
Il segreto della nostra vittoria nella lotta è stato trovato nella dedizione del combattente impegnato in un obiettivo. E’ stato questo disinteressato individuo che ha permesso tutto, battendo tutte le probabilità, sconfiggendo il colonialismo etiopico e i suoi appoggi potenti. Nell'esperienza della lotta eritrea vi è la conferma che un essere umano cosciente e risoluto, impegnato in una causa giusta, è più forte dell'acciaio e della forza bruta.
Il ruolo determinante dell'elemento umano, tuttavia, non è limitato alla guerra. Anche nello sviluppo dell'economia, il fattore più decisivo è la risorsa umana, non le risorse naturali o in capitali, o il sussidio straniero e gli investimenti. Ci sono paesi con risorse naturali limitate che hanno raggiunto livelli elevati di sviluppo. Al contrario ci sono parecchi paesi con abbondanti dotazioni naturali che sono rimaste indietro e ancora non possono neppure assicurare l’alimentazione della propria gente.
Quello che capiamo dalle nostre proprie esperienze, così come da quelle degli altri, è che in tutti i nostri programmi e attività, dobbiamo realizzare il ruolo decisivo del fattore umano.
Anche se abbiamo bisogno del sussidio straniero e dell'investimento, è soprattutto con le funzioni umane che costruiamo l’Eritrea: volontà forte, diligenza, efficienza, lavoro etico, disciplina, abilità e capacità, e inventiva. Così come la liberazione dell’Eritrea sarebbe stata impossibile senza l’impegno della gente,similmente anche la prosperità e l'ammodernamento dell’Eritrea è impensabile senza di essa.
Quindi all'elemento umano dovrebbe essere accordata una posizione centrale nelle nostre strategie di sviluppo. Queste strategie devono soprattutto essere orientate verso la gente, dovrebbero puntare alla soddisfazione delle esigenze materiali e spirituali della gente. Per dare risalto all'importanza dell'elemento umano dovremmo mettere quante più risorse possibili nello sviluppo umano (formazione, addestramento, salute e così via). In generale dobbiamo sforzarci di sviluppare una società ideata per facilitarne l'uso da parte della gente in cui ogni eritreo può sviluppare le sue capacità, senza oppressione, timore, povertà e ignoranza.
4. Rapporto fra le lotte nazionali e sociali (lotta per giustizia sociale)
La nostra esperienza ha dimostrato che la lotta per l’indipendenza e la lotta per un futuro migliore non possono essere separate. Ricordiamo che nelle fasi iniziali quando la nostra lotta era insufficiente nei programmi di progresso, la sua continuità è stata anche in dubbio, lasciata sola non progrediva. Se la nostra lotta non fosse stata collegata alla lotta sociale, riflettendo gli interessi della gente, non avrebbe prodotto la vittoria. Sia durante la lotta di liberazione o uno sviluppo nazionale, è impossibile avanzare senza la partecipazione della gente.
Affinché la gente sostenga la partecipazione, tuttavia, ci devono essere programmi che la aiutino a determinare cambiamenti reali nella sua vita. Le mere promesse di campagna politica non sono sufficienti; soltanto quando la gente vede realmente che il movimento o il governo politico funziona nel suo interesse, solo quando vede che le promesse sono mantenute, allora partecipa con entusiasmo ai programmi. Tale era l'esperienza della nostra rivoluzione a riguardo della partecipazione della gente, perché ha visto, educazione moderna, servizi medico sanitari, progetti di sviluppo iniziati, basati su materiali disponibili localmente e sulla partecipazione della gente.
Le filosofie ed i programmi sociali progressisti erano un altra delle caratteristiche principali della nostra lotta di liberazione. L'istituzione dei assemblee della gente e di associazioni, inizio di progetti di sviluppo, espansione dei servizi sociali, cambiamenti nella condizione delle donne eritree, in generale, il risveglio delle popolazioni rurali, erano tutte testimonianze di tali politiche. Inoltre la lotta di liberazione ha avuto una forte coscienza sociale caratterizzata da amore della verità e della giustizia, sostegno agli oppressi, intolleranza verso le oppressioni, rispetto per i diritti dell'uomo e dell'uguaglianza e dalla consapevolezza dei problemi quotidiani della gente.
La filosofia che ha guidato questi programmi è la filosofia della giustizia sociale. La giustizia sociale è un concetto molto vasto e flessibile aperto a interpretazioni differenti. Tuttavia, per noi, basandoci sulla nostra esperienza reale, la giustizia sociale significa lo stringimento della spaccatura fra chi ha e chi non ha, accertandosi che tutta la gente abbia la sua parte equa della ricchezza nazionale e possa partecipare alla vita politica, sociale e culturale del paese, per realizzare uno sviluppo equilibrato, nel rispetto dei diritti dell'uomo e del progresso della democrazia.
Per essere espressiva e avere un fondamento stabile, la democrazia politica deve essere accompagnata dalla democrazia economica e sociale. Come nel passato gli eritrei sono convinti che in assenza di giustizia ne la stabilità ne la prosperità siano raggiungibili. Quindi per motivare la gente eritrea a tentare di ottenere giustizia sociale e sviluppo con tutta la sua forza, non dovremmo limitarci alla comunicazione e all'istruzione circa la giustizia sociale. Il movimento deve fornire prioritariamente alle parti oppresse della nostra società i mezzi per partecipare e progettare un futuro migliore.
5. Fiducia in se stessi
Questa è un altra delle fondamenta per la vittoria raggiunta tramite la nostra lotta di liberazione. Se non avessimo contato sulle nostre proprie capacità, sia nello sviluppare i nostri principi che nella pratica, certamente non avremmo avuto successo. La fiducia in se stessi in tutti i campi, politici, economici e culturali, è un principio di base. Politicamente significa seguire una linea indipendente e dare priorità alle condizioni interne; economicamente, contare sulle possibilità interne e sviluppare la capacità interna; e culturalmente, avere sicurezza di se e sviluppare la propria eredità culturale. La fiducia in se stessi non significa isolarsi dalla Comunità internazionale.
Significa soltanto essere giocatori tanto indipendenti e fiduciosi in se stessi quanto è possibile, nella Comunità internazionale. La storia della nostra lotta di liberazione è la storia della fiducia in se stessi. Siamo riusciti perché abbiamo progettato secondo la nostra propria esperienza e condizione, senza copiare qualcuno degli altri modelli politici, politiche straniere o strategie militari. Ci siamo occupati dei problemi che abbiamo affrontato nelle nostri vite e programmi quotidiani, senza aspettare soluzioni dagli esperti esterni. Questa fiera tradizione, che è stata la base della nostra vittoria, deve continuare.
Negli argomenti della democrazia e dello sviluppo economico, dobbiamo progettare i nostri propri programmi che si adattino alle circostanze. Andare al mercato delle idee in voga può soltanto renderci vittime dei capricci della moda. Anche se abbiamo bisogno della perizia esterna e degli esperti, dobbiamo contare sulle nostri proprie abilità ed esperti e diamo la priorità a sviluppare le nostre proprie possibilità e perizie. Dobbiamo sfidare la tendenza di desiderare tutto ciò che è straniero ed evitare l'imitazione degli stranieri come osservato in alcune sezioni della nostra società, particolarmente fra la nostra gioventù.
6. Un rapporto forte fra la gente e la direzione.
Abbiamo imparato da esperienze amare e difficili che una direzione onesta e matura è un altro dei fattori decisivi nel raggiungimento della vittoria. Se non avessimo avuto direzione qualificata ed efficace che potesse mobilitare le nostre risorse limitate e deboli, una direzione che potesse trasformare gente resistente e impegnata, e combattenti in una forza impregnabile attraverso una adeguata organizzazione e consiglio, definitivamente non avremmo vinto. Qui, quando diciamo direzione, dovrebbe essere evidente che stiamo facendo riferendo non solo al più alto corpo esecutivo, ma in un senso più ampio, alla vasta forza politica organizzata che fornisce la direzione.
Nella nostra esperienza, oltre che dai capi superiori, i ruoli decisivi di direzione sono stati svolti anche dai capi dei plotoni che hanno condotto i loro camerati nelle battaglie, e dai quadri intermedi e più bassi, i quali realmente hanno costituito la guida di riferimento dell'organizzazione e delle politiche, e che sono state rinforzate tramite le risposte ricevute dalla gente e dall'esperienza acquisita. La nostra propria esperienza, così come quelle di altri, conferma che è impossibile fornire una direzione adeguata da capi che risiedono in terre straniere, o persino quando risiedono all'interno del paese, se sono isolati dalla gente.
È perché abbiamo vissuto fra la gente durante la nostra lotta, conducendo la loro stessa vita quotidiana, a volte più semplicemente capendo il loro modo di pensare, dimostrando interesse e sforzandosi di risolvere i loro problemi e vincendo i loro cuori e le loro menti, che li abbiamo potuto rendere partecipanti attivi alla lotta e condurli alla vittoria. Anche oggi per risvegliare gli sforzi e la creatività della nostra gente, che ha effettuato miracoli nel passato, e dirigerli verso la costruzione dell’Eritrea che vogliamo, noi dobbiamo mantenere e rinforzare il nostro rapporto con la gente, non solo nel pensiero e nello spirito, ma anche con la nostra presenza fisica quotidiana fra loro.
Sappiamo di parecchi movimenti rivoluzionari che hanno cominciato nelle zone rurali, e di vittorie realizzata attraverso e per merito del supporto del settore rurale. Una volta entrati nelle città, hanno diretto la loro intera attenzione a risolvere i pressanti problemi della città, ignorando la situazione difficile della maggioranza della popolazione rurale che li ha sostenuti; secondo il vecchio adagio “via dalla vista via dalla mente”. In ultima analisi hanno perso sia il supporto dei settori rurali che di quelli urbani, e hanno perso. Per evitare un tale danno, la nostra direzione e i quadri a tutti i livelli e le attività del governo e del movimento politico devono allargarsi in tutti gli angoli del paese,comprese quelle zone distanti che fino a poco tempo fa hanno servito da nostre zone e sedi distaccate.
Per continuare la fiera tradizione di direzione della nostra lotta di liberazione e impedire la regressione, i capi devono essere esenti dalla corruzione, astenersi dall'abuso di potere, essere insegnanti e servi modesti, trasformarsi in modelli positivi nel loro ruolo, imparare continuamente e aggiornare le proprie abilità ed essendo sempre responsabili. La nostra esperienza è una testimonianza vivente dell'esigenza di una direzione collettiva, ma anche di diverse responsabilità e procedure ben definite, rispetto per la legge e aderenza alla legalità delle azioni. Per concludere, la nostra propria esperienza, come pure quelle di altri, conferma anche che, il cambiamento periodico della direzione e l'infusione di nuovo sangue nella direzione, è importante per una transizione regolare e per una vita politica sana.
Quindi, in questa nuova fase, chiarendo le funzioni e gli obblighi dei capi (nel suo senso più vasto), introducendo procedure ben definite di responsabilità, accertando il perfetto funzionamento delle istituzioni a tutti i livelli, definendo costituzionalmente la durata delle cariche nelle posizioni direttive, dobbiamo garantire una direzione qualificata, responsabile e democratica. I pensieri sopra descritti costituiscono la nostra visione e i nostri obiettivi fondamentali. Inoltre sono i principi di base per il raggiungimento degli obiettivi; descrivono i nostri pensieri e la filosofia politica. La nostra filosofia è la filosofia del pragmatismo, della giustizia sociale e dell’umanismo.
È basata sulle realtà pratiche della vita, sulle realtà della società degli eritrei. Da maggiore priorità alla conoscenza guadagnata dalle esperienze in altre società che dai manuali. È una filosofia che valuta la validità di un'idea in base alla sua applicazione pratica. In Eritrea ci impegniamo alla costruzione della nazione e a rinforzare l'unità della nostra gente. Ci impegniamo allo sviluppo economico, ma nella congiunzione con giustizia sociale e nella protezione dell'ambiente naturale. Ci rifacciamo a un ammodernamento basato sull'identità e sulla coltura nazionali. L'obiettivo al quale miriamo è una Eritrea che soddisfi i bisogni materiali e spirituali della sua gente, individualmente e collettivamente, in un clima di pace.
II. LA BASE DEI NOSTRI PROGRAMMI POLITICI
1. Sviluppo di un sistema politico democratico
Noi eritrei, per la prima volta nella nostra storia, stiamo cominciando a costruire il nostro stato. Questa è una grande occasione che abbiamo guadagnato dopo una lunga lotta. È naturale che ora vogliamo sviluppare il migliore sistema politico e governo possibile, come farebbe chiunque altro. La storia ha registrato che la razza umana ha voluto sviluppare il sistema politico ideale e che i suoi migliori filosofi hanno studiato e scritto circa tali sistemi politici. Anche se è impossibile da realizzare, il sistema politico ideale, è vitale sforzarsi per stabilire il sistema politico migliore. Quindi, in Eritrea, in questa importante giuntura storica, dovremmo sollevare e dare risposta alle seguenti due domande:
Quale è il sistema politico migliore adatto per Eritrea indipendente?
Quale è il tipo di governo che dovremmo sviluppare?
Nell’Eritrea indipendente è nostro desiderio di base sviluppare un sistema politico stabile che rispetti la legge e l’ordine, unità delle misure di sicurezza e pace, permetta a tutti gli eritrei di condurre vite felici e pacifiche, garantire i diritti fondamentali dell'uomo ed essere esente da timore e oppressione. Poiché tali obiettivi possono essere garantiti soltanto attraverso leggi e istituzioni debitamente costituite, dobbiamo stabilire un sistema politico costituzionale in Eritrea. Il sistema costituzionale deve essere basato e riflettere lo sviluppo storico e gli stati specifici della società Eritrea. Deve essere un sistema nazionale e costituzionale che garantisca l'unità e lo sviluppo equilibrato per la gente eritrea e accerti l'indipendenza e la sicurezza nazionali.
Deve essere un sistema costituzionale democratico basato sulla sovranità della gente, sui principi e sulle procedure democratiche, sulla responsabilità, sulla trasparenza, sul pluralismo e sulla tolleranza. La sola esistenza di una costituzione, tuttavia, non è sufficiente. Affinché la costituzione funzioni realmente e venga rispettata, devono esistere le istituzioni costituzionali. Per sostenere la costituzione, nella società e in tutti gli organismi di governo, deve esserci una forte coscienza (cioè consapevolezza costituzionale). La costituzione e i sistemi costituzionali possono dare garanzie soltanto quando sono sviluppate la consapevolezza e la cultura costituzionale e quando le istituzioni costituzionali sono stabilite e rinforzate.
Il nazionalismo e la democrazia devono essere i principi di base su cui sviluppiamo il sistema politico costituzionale in Eritrea. Il sistema politico eritreo deve essere sviluppato sul nazionalismo, cioè salvaguardando l'interesse nazionale, sviluppando e rinforzando l'unità della nostra gente e conservando l'indipendenza. Tutte le istituzioni politiche dovrebbero essere stabilite su una base nazionale, esente da sentimenti di divisione e da attività sub-nazionali, rinforzando e sviluppando gli sforzi coordinati a livello nazionale della nostra gente. Cioè il sistema politico deve avere una vasta base sociale, permettendo la partecipazione di tutta la gente sia nelle aree urbane che rurali.
Il sistema politico deve essere basato sulla democrazia. La democrazia, tuttavia, è un concetto discutibile. La democrazia è a volte considerata strettamente in termini di numero di partiti politici e di normali elezioni tenute. Una tale vista, che limita il significato della democrazia alla sua forma, è superficiale e non storica. Osservata nella sua più vasta e più profonda prospettiva storica, democrazia significa l'esistenza di una società governata da principi e da procedure democratiche, l'esistenza di istituzioni e cultura democratica, vasta partecipazione pubblica alle risoluzione e un governo che è responsabile della gente. Possiamo capire correttamente la democrazia quando la riferiamo allo sviluppo storico e agli stati reali della società eritrea.
La nostra comprensione della democrazia dovrebbe dare risalto alla sua soddisfazione piuttosto che alle sue manifestazioni esterne. Nel contesto della nostra società, la democrazia dipende non dal numero di partiti politici e dalle normali elezioni, ma dalla partecipazione reale della gente nel processo decisionale a livello di comunità e nazionale. Quello che è richiesto qui non sono partiti politici come manifestazione di pluralismo politico con i diritti all'organizzazione e libera espressione ed elezioni. Piuttosto è identificare la democrazia dal numero di partiti politici e dal fatto che esistano elezioni organizzate.
Questo genere di interpretazione è errato e pericoloso. Questo perché è stato stabilito dalle esperienze in parecchi paesi che l'esistenza di molti partiti politici e di elezioni organizzate da soli non garantiscono l'esistenza di un vero sistema democratico. Se guardiamo l'esperienza di alcuni paesi africani, i partiti politici dominati dagli interessi di una elite sono imposti dall’alto. Questo non promuove lo sviluppo democratico in stato o società. Tali parti politiche, sostenendo stretti interessi interni ed esterni, sono diventati strumenti di sistemi oppressivi. Anche a riguardo delle elezioni, la corruzione diffusa osservata dappertutto durante le elezioni è un'indicazione che le elezioni, in sé stesse, non garantiscono la democrazia.
Quindi, affinché la democrazia sia autentica e garantita, è essenziale progettare correttamente il processo tramite cui può svilupparsi. È necessario soprattutto da avere istituzioni basate sulla gente, partiti politici, varie associazioni, mass-media e agenzie governative decentralizzate. Le istituzioni governative e non governative devono esistere per accertare la partecipazione pubblica dalle redici al livello nazionale. Il governo nazionale deve attenersi a una costituzione, essere responsabile nei confronti della gente, coordinato ed equilibrato nei suoi apparati legislativi, esecutivi e giudiziari e avere un potere diffuso e decentralizzato.
Lo sviluppo delle associazioni e di movimenti sindacali, e in generale lo sviluppo delle istituzioni non governative, è manifestazione supplementare dello sviluppo della democrazia. I mass-media indipendenti, liberi e responsabili sono un altro importante insieme di fattori per lo sviluppo della democrazia. In breve, un governo democratico, una società civile attiva e mass-media indipendenti e sicuri, sono le tre colonne della democrazia. È soltanto quando queste tre colonne della democrazia sono presenti e quando la cultura democratica prevale nella società intera che la democrazia può essere viva e garantita. Questo processo democratico, tuttavia, non è un progetto che possa essere compiuto nel breve termine, durante pochi anni.
E’ necessariamente un processo storico lungo. L'esperienza negli scorsi due secoli in parecchi paesi sviluppati dimostra che lo sviluppo democratico è un processo complesso. In particolare, nelle società come la nostra, che hanno strutture varie e sono in una fase più bassa di sviluppo, come nel caso di altri paesi africani e del terzo mondo, ci sono circostanze socio-economiche che rendono lo sviluppo della democrazia ancora più complicato e difficile. Tali esperienze inoltre confermano che la democrazia, come concetto e cultura, come processo e pratica, per esistere e svilupparsi, richiedono come fondamento, un forte nazionalismo unito a uno sviluppo sociale ed economico.
Quindi, nel contesto della nostra società e nella nostra fase di sviluppo, dobbiamo promuovere lo sviluppo della democrazia insieme con il processo della costruzione della nazione e dello sviluppo socio-economico. Le nostre speranze per la democrazia in Eritrea saranno realizzate quando basate su una tale obiettiva comprensione .
Quindi i nostri obiettivi sono:
*
Stabilire un sistema costituzionale la cui costituzione è disegnata e ratificata con vasta partecipazione pubblica, che rispetti diritti fondamentali dell'uomo, i cui enti legislativi, esecutivi e giudiziari controllino e si equilibrino l’un l’altro, in cui la norma di legge prevalga attraverso l’Eritrea e che ancori l'unità e lo sviluppo della gente dell’Eritrea.
*
Sviluppare in base a una costituzione, un governo e una società forti che accelerino la costruzione nazionale, garantisca l'unità nazionale, generi un clima adatto per l’evoluzione economica e sociale, abbia vasti fondamenti sociali sia nelle zone rurali che urbane, sia aperta e partecipe in tutti i settori della società, garantisca uno sviluppo equilibrato, rispetti i diritti dei cittadini, sia esente dalla corruzione, dia la priorità all’interesse nazionale, salvaguardi l’indipendenza nazionale e sviluppi il consenso nazionale.
*
Sforzarsi in base a una costituzione di sostenere i diritti umani e politici di base, che includono la libertà di fede e di stampa, il diritto all'organizzazione politica, alla dimostrazione pacifica, all’informazione, al lavoro e formazione, alla libertà dalla paura e dalla oppressione e l’uguaglianza secondo la legge.
*
Avere un sistema politico che promuova l'armonia fra la gente eritrea, rifiuta e indebolisce tutte le tendenze che dividono, sviluppa le istituzioni nazionali e garantisce il nazionalismo e il secolarismo che siano la base di tutte le attività politiche. Dobbiamo accertarci che il sistema politico sia basato sul principio di un completo e di sviluppato nazionalismo.
*
Garantire che il sistema politico sia fondato sulla gente, assicuri la partecipazione della gente nelle decisioni sugli affari locali e nazionali, sia costruito dalle radici, funzioni sui principi della decentralizzazione, della pluralità politica, dell'apertura, della tolleranza e della responsabilità, rispetti i diritti di base delle organizzazioni politiche e la libertà di espressione e è un sistema democratico, pluralista e partecipe.
*
Rendere il sistema politico un sistema multi-partitico al quale i partiti politici partecipino legalmente e competano fra essi in modo pacifico e democratico.
*
Sforzarsi di stabilire e sviluppare istituzioni democratiche quali un corpo giudiziario libero e forte, varie associazioni e movimenti (per esempio quelli delle donne, dei coltivatori, della gioventù e degli studenti), sindacati civili coscienti di abbracciare la società e altre istituzioni non governative e una stampa libera, fidata, critica e responsabile.
2. Sviluppo di una economia che soddisfi le esigenze della nostra gente
Un sistema politico giusto non può esistere senza un sistema economico sviluppato e giusto. E la democrazia politica non può avere fondamento in assenza di democrazia sociale ed economica. Il sistema economico è il fondamento per il tipo di sistema politico che desideriamo sviluppare. Il tipo di sistema che politico desideriamo sviluppare, in ultima analisi, è determinato dal tipo di sistema economico che sviluppiamo. Che le due cose diventino coerenti è normale. Un sistema economico sbilanciato e ingiusto non può essere alla base di un sistema politico democratico e giusto. L'altro lato della moneta è che un sistema politico dittatoriale e oppressivo non può sviluppare un'economia giusta ed equilibrata.
Nonostante le politiche ottimistiche e le promesse e perfino con le migliori intenzioni, a meno che ci siano un'economia forte che avvantaggia tutti, con una distribuzione giusta della ricchezza nazionale, cioè democrazia economica, tutte le buone intenzioni e promesse sono un'illusione. L'obiettivo della nostra rivoluzione era non solo di guadagnare l'indipendenza, ma anche di accertare lo sviluppo economico basato su giustizia sociale. La gente eritrea ha pagato questo molto caro. Dobbiamo sviluppare un sistema economico che soddisfi i desideri della maggioranza e migliori le sue condizioni di vita, assicuri uno sviluppo giusto, operi attraverso un'economia di mercato, incoraggi gli investimenti privati, iniziativa e concorrenza e garantisca uno sviluppo economico equilibrato. In breve, il sistema economico che sviluppiamo deve aumentare la giustizia sociale.
In termini economici giustizia sociale significa:
*
Limitare il divario nelle occasioni economiche e ricchezza fra i ricchi e i poveri, fra chi ha e chi non ha, accertare una giusta distribuzione di ricchezza nazionale fra tutti i cittadini.
*
Limitare il divario nello sviluppo fra le aree urbane e quelle rurali, fra il centro e la periferia e accertante una distribuzione equilibrata e giusta dello sviluppo economico nell'intero paese secondo i bisogni della gente.
*
Generare le condizioni che permettano alla gente di raccogliere i frutti del proprio lavoro, migliori la sua qualità di vita attraverso lavoro e onori il lavoro.
*
Accertare la partecipazione pubblica alla Comunità ed i livelli nazionali nelle decisioni sugli affari economici e permettendo la maggioranza oppressi e senza voce per avere una voce.
*
Che democrazia economica significa sviluppo della gente, dalla gente e per la gente.
Alcune domande hanno sfidato le migliori menti nella storia: Come risolviamo i conflitti e le contraddizioni in seguito alla storica divisione fra chi ha e chi non ha? È possibile generare una società assolutamente giusta e ideale? Nessuna risposta è stata trovata ancora a tali domande, anche se la razza umana nei secoli non ha mai smesso di tentare di rispondervi. Quindi è naturale che solleviamo tali questioni nella nostra nuova Eritrea. Non possiamo stabilire una società ideale, ma è nostra responsabilità tentare di ottenere una società giusta in cui la nostra gente sia libera dalla precedente condizione di oppressione e ignoranza coloniali.
Dobbiamo sforzarci di migliorare le nostre vite, come gente liberata, limitare il divario e minimizzare i conflitti fra i chi ha e chi non ha e fra le aree urbane e rurali. La giustizia sociale è la strada pratica e realistica che conduce a una società giusta, caratterizzata da una economia e una coltura avanzate. Ma la giustizia sociale o la democrazia economica non sono in conflitto con lo sviluppo economico? È possibile realizzare sia la giustizia sociale che lo sviluppo economico? Osservare le due cose come incompatibile è errato.
Questo perché se lo sviluppo economico deve generare la vera evoluzione economica e sociale, allora deve avvantaggiare la società intera, migliorare gli stati di vita della gente e accertare l'utilizzazione responsabile delle risorse naturali. Altrimenti sarà soltanto crescita quantitativa e non sviluppo. La giustizia sociale non è un ostacolo allo sviluppo economico. Accertare la partecipazione efficace della gente, accelera e converte lo sviluppo economico in sviluppo reale.
La strategia di sviluppo economico a tutti i costi e con qualunque mezzo, d'altra parte, si è rivelata nelle esperienze in parecchi paesi, fallimentare. Il risultato, in ultima analisi, è nocivo non solo alla gente, ma anche a quei pochi con gli interessi acquisiti. Di conseguenza questo genera instabilità e conflitto. Quindi, in Eritrea dobbiamo scegliere la strada che accerti la giustizia sociale e lo sviluppo economico reale.
I principi di base che possono permettere questo sono:
Primo, il ruolo del governo. Il governo ha il dovere per generare le circostanze tendenti allo sviluppo economico, elaborare le strategie e le politiche adatte, per stimolare lo sviluppo delle risorse umane, per accertare l'utilizzazione responsabile delle risorse naturali e per introdurre le regolamentazioni necessarie del mercato che possono distendersi progressivamente mentre il mercato diventa forte e abbastanza maturo. L'economia dell’Eritrea deve essere un'economia di mercato. Le misure regolatrici transitorie non dovrebbero essere viste come segno di un'economia di comando.
Generalmente è essenziale che il governo, in questo periodo di transizione e oltre, promulghi leggi e regolamenti che aumentano lo sviluppo economico. Il governo deve essere un catalizzatore per lo sviluppo economico. Particolarmente con la corrente situazione devastata della nostra economia, gli sforzi per ricostruire l'economia dell’Eritrea devono necessariamente essere condotti dal governo. È essenziale che il governo promuova programmi attraverso i quali le principali vittime della guerra, i combattenti e le loro famiglie, gli handicappati, gli orfani, i rifugiati e i profughi, possano essere riabilitati e addestrati per diventare partecipanti produttivi alla ricostruzione economica e allo sviluppo del paese.
Accettare un ruolo significativo del governo non è la stessa cosa che avere una economia dominata dal governo. L'economia dell’Eritrea deve essere un'economia mista in cui sia i settori pubblici che quelli privati coesistano. Deve essere un'economia di mercato e non un'economia di ordine. Affinché il settore privato diventi forte e svolga un ruolo principale, il governo ha la responsabilità di generare opportunità. Il rapporto fra il governo e il settore privato deve essere complementare, in uno spirito di cooperazione e non di sfida.
Secondo, incoraggiamento del settore privato. Il settore che privato abbiamo ereditato dal colonialismo è stato devastato, come lo era il settore pubblico. Per svolgere un ruolo principale nella nostra economia, per essere, libero e competitivo, il settore privato deve essere fatto rivivere e sviluppato con conoscenza e abilità economiche moderne. Poiché l’Eritrea non può ricostruire e sviluppare la sua economia con il solo investimento nazionale, è essenziale che il paese stabilisca politiche economiche che consigliano e attraggono l'investimento straniero.
Terzo, fiducia in se stessi e la partecipazione della gente. La nostra strategia di sviluppo economico deve essere basata sulla fiducia in se stessi e sulla partecipazione completa della nostra gente. Dobbiamo sviluppare le nostre proprie risorse naturali e umane, e rendere loro la base di sviluppo economico del nostro paese e dovremmo soprattutto dipendere e contare su di loro. Che l'assistenza e l'investimento esterni siano necessari è comprensibile e accettabile, ma per trarre beneficio dalla assistenza o dall'investimento esterno, dobbiamo avere possibilità interne.
E le nostre proprie risorse possono svilupparsi soltanto con la fiducia in se stessi e la completa partecipazione pubblica. La più grande fonte di ricchezza dell’Eritrea è la sua gente. Se la nostra gente è addestrata nella scienza e nella tecnologia, può migliorare la sua capacità produttiva e generare sviluppo sostenibile. Quindi, l'elemento umano deve essere il fattore di base in tutti i nostri piani di sviluppo. Dovremmo anche ricordarci dell'importanza delle cooperative e delle organizzazioni di sviluppo della Comunità per l'aumento della partecipazione pubblica e lo sviluppo della economia basata sulla gente.
Quarto, lo sviluppo di agricoltura, industria, commercio e altri settori economici. Con una strategia che coordina i settori pubblici e privati e consiglia alla partecipazione della gente, possiamo migliorare l'agricoltura, l'industria, il commercio e i servizi sociali. Oggi la nostra economia è distrutta completamente e richiederà sforzi e risorse tremendi per farla rivivere e sviluppare. Abbiamo bisogno di politiche adatte in ogni settore della nostra economia, politiche che funzionino e orientate al risultato, politiche che consigliano l'iniziativa, la concorrenza e l'investimento privato, di politiche che consigliano alla gente di partecipare e di politiche che promuovono l'acquisizione di conoscenza e abilità e aumentino il rendimento.
Senza una economia sviluppata non possiamo fare dell’Eritrea una terra di giustizia e prosperità.
Quindi i nostri obiettivi sono:
*
Sviluppare gradualmente una forte economia nazionale, basata su appropriati servizi agricoli, industriali, commerciali e altri, che soddisfino i bisogni della nostra gente, sviluppino le nostre proprie risorse, permettano l'utilizzazione responsabile dell'ambiente e delle risorse naturali e siano orientati verso un mercato libero.
*
Sforzarsi di basare la strategia economica dell’Eritrea sulla giustizia sociale e la democrazia economica.
*
Elaborare e realizzare programmi per fare rivivere e sviluppare la nostra economia che è stata distrutta dalla guerra lunga e per riabilitare quelle sezioni della nostra popolazione le cui vite sono state interrotte dalla guerra, permettendo loro di trovare il loro posto legittimo nell'economia.
*
Realizzare l'istituzione di un governo che svolga un ruolo significativo nella generazione condiziona tendente a sviluppare un'economia forte, dà la priorità ad interesse nazionale, è esente dalla corruzione ed evita il ciclo vizioso del indebitamento (due problemi cronici prevalenti in molti paesi).
*
Incoraggiare lo sviluppo di un settore privato dinamico, competitivo e convinto, guidato da conoscenza e abilità moderne, che possano svolgere un ruolo decisivo nell'economia dell’Eritrea.
*
Sviluppare una strategia economica che enfatizzi la partecipazione completa della gente e lo sviluppo delle risorse interne.
*
Consigliare e rinforzare la cooperazione internazionale e l'investimento economico, riconoscendo allo stesso tempo l’importanza della fiducia in se stessi.
3. Sviluppo di una cultura nazionale
Una cultura nazionale è il fondamento di una economia sviluppata e di un sistema politico moderno. Nessuna società è diventata moderna senza aver sviluppato la sua cultura. La cultura che abbiamo sviluppato durante la rivoluzione ha reso un grande contributo allo stato di indipendenza e di pace in cui si trova ora l’Eritrea. Scavalcando tutti i sentimenti di disunione e i settarismi, abbiamo sviluppato una cultura nazionale più ricca e unificata, selezionando le cose migliori a partire dalle varie culture del paese. Se non avessimo cominciato a sviluppare una cultura nazionale unificata, la nostra lotta avrebbe perso il suo senso e si sarebbe disgregata. La cultura che abbiamo sviluppato durante la rivoluzione è stata caratterizzata dalla fiducia in se stessi, la sicurezza di se, determinazione, amore del paese e della gente, ingegnosità e inventiva, eroismo e sacrificio. Queste rappresentano qualità che hanno definito il carattere di ogni combattente e senza le quali non avremmo avuto successo.
La nuova cultura di armonizzazione, che ha avuto inizio durante la rivoluzione, si è sviluppata attraverso un processo di approvazione e rifiuto. Dalla ricca eredità culturale della gente eritrea, abbiamo adottato e aumentato le funzioni positive e utili, ma abbiamo rifiutato le funzioni carenti e nocive. Tramite questo processo, inoltre, abbiamo incluso i buoni elementi provenienti da altre culture. Lo stesso processo deve ora continuare. Dobbiamo capire completamente e ricercare la ricca eredità culturale della nostra gente e arricchirla selettivamente. Rispettando e sostenendo la nostra propria eredità culturale, saremo in grado di partecipare allo sviluppo della cultura internazionale. Una società che non rispetta la propria eredità culturale è una società in fallimento. Il colonialismo in tutti i casi ha provato a distruggere l'identità della gente precedentemente colonizzata rubandole le loro culture.
Anche dopo il termine del colonialismo e dell'indipendenza, nuovi classi dominanti, particolarmente in molti paesi africani, invece di sforzarsi a far rivivere l'eredità culturale soppressa dalla presenza coloniale, l’hanno respinta e hanno scelto di emulare le culture occidentali. Di conseguenza, i paesi con tali governanti sono diventati vittime di povertà e arretratezza culturale. Una tal scelta nichilista può condurre soltanto a una via senza uscita. D'altra parte, i paesi asiatici orientali che hanno conservato e sviluppato la loro eredità culturale e identità, e hanno adottato soltanto le funzioni utili e necessarie della cultura occidentale, hanno realizzato con successo società sviluppate su base socio-economica. Quindi noi eritrei dobbiamo mantenere un equilibrio culturale. Osserviamo dalle esperienze dell'altra gente che perdere il proprio equilibrio culturale significa tradire le proprie radici culturali e storiche, che è una strada sicura verso l'impoverimento culturale.
Senza il ricorso all’emulazione e all'adorazione cieca delle colture straniere, conservando la nostra identità culturale, dovremmo sviluppare la nostra nuova cultura sulla base di quella che abbiamo sviluppato durante la lotta rivoluzionaria. Dobbiamo sforzarci instancabilmente di rendere l’Eritrea un paese in cui la cultura può fiorire. L'arte, compresa la musica, la letteratura e l'arte visiva, dovrebbero svilupparsi liberamente, presupponendo un carattere nazionale, ma traendo beneficio dalle ricche esperienze dell'altra gente. Attenzione dovrebbe essere esercitata in modo che le funzioni della nostra eredità quali l’amore della famiglia e la gente, e la Comunità e la cooperazione, non siano corrose da individualismi e da egoismi in nome dell’ammodernamento. Inoltre la commemorazione dei nostri martiri, come espressione di debito e nazionalismo, dovrebbe essere considerato una parte integrante della cultura e dell'identità eritrea, e essere trasmesso di generazione in generazione. Dovremmo, tuttavia, tenere a mente che tutto questo dovrebbe essere compiuto con metodo costruttivo, positivo e creativo, piuttosto che con protezionismo negativo e sterile conservatorismo.
Quindi i nostri obiettivi culturali sono:
*
Sviluppare una nuova cultura eritrea che sia costruita sulla cultura che si è sviluppata durante la lotta di liberazione, attraverso la conservazione e l’incremento dell'eredità culturale della nostra gente, e traendo i frutti della cultura internazionale, contando sulla storia e sulla diversità culturale della gente eritrea.
*
Sviluppare una cultura democratica che rifiuti tutti i divisionismi, sentimenti ristretti e arretrati, lo sciovinismo, ed è favorevole allo sviluppo della tecnologia, della scienza e delle arti.
*
Rendere l'eredità culturale della nostra gente la base della nostra coltura nazionale adottando scelte positive e utili, ma rifiutando quelle nocive e regressive.
*
Adottare dalle culture di altri popoli quelle attività che sono adatte alle nostre circostanze culturali e tendenti al nostro sviluppo culturale e per stabilire e rinforzare la cooperazione culturale con altra gente basata su l’uguaglianza e il rispetto reciproco.
*
Assicurarsi che l'eredità culturale, le abitudini e le lingue eritree siano studiate correttamente e sviluppate per arricchire la nostra cultura.
*
Assicurarsi che i vecchi manufatti storici della gente eritrea siano studiati e conservati correttamente.
*
Accertarsi che la commemorazione dei nostri martiri, come manifestazione del nostro nazionalismo ed eredità, sia passato alle generazioni future con un senso di orgoglio e di rispetto.
*
Accertarsi che i manufatti dalla nostra lotta di liberazione, come eredità storica della gente eritrea, siano conservati e studiati in modo da poterli trasmettere alle generazioni future.
*
Sforzarsi di conservare e accrescere la cultura che abbiamo sviluppato durante la nostra lotta di liberazione, la quale ha dato un importante contributo al nostro successo, fiducia in noi stessi, patriottismo, amore per la gente e per la verità, uguaglianza, determinazione, desiderio di giustizia, impegno verso il lavoro, ecc.
*
Sforzarsi di generare una vita culturale forte e progressiva per evitare la cieca emulazione di culture straniere in nome della modernità ed evitare di girare dove gira il vento.
*
Permettere ai nuovi eritrei di avere un carattere culturalmente equilibrato.
4. Giusta distribuzione dei servizi sociali
In Eritrea, la formazione, la salute e altri servizi ancora non sono sviluppati. La maggior parte della nostra gente non riceve i servizi sociali. Quei servizi minimi disponibili sono limitati alle città e alle loro zone circostanti. Quindi, in Eritrea, il problema dei bassi livelli di servizi sociali è reso peggiore dalla disuguaglianza della distribuzione. La formazione è il fondamento dello sviluppo. Per fornire i mezzi educativi uguali di occasione per offrire occasione uguale di sviluppo. Dobbiamo espandere ampiamente la formazione in modo che la nostra gente possa essere esente dall'ignoranza, acquistare la conoscenza e le abilità con vari mezzi e aumentare la sua capacità produttiva per costruire il proprio paese.
La formazione è un diritto fondamentale a cui ogni eritreo ha diritto. Di conseguenza, dobbiamo espandere la formazione alle zone rurali del paese in cui l'occasione educativa finora è stata limitata. Dobbiamo sviluppare un sistema di istruzione avanzato che serva all'unità e lo sviluppo nazionali e dotare la gente della conoscenza e abilità. Senza lo sviluppo della formazione, non possiamo costruire il nostro paese o aumentare la democrazia e la giustizia. Il nostro bene più grande è la nostra risorsa umana. Di conseguenza dobbiamo assegnare una alta priorità al suo sviluppo. L'educazione scolastica è l’unica via. In più, tutte le istituzioni governative e non governative devono fornire formazione permanente e addestramento. Sforzo continuo deve essere impiegato per sviluppare la conoscenza e le abilità attraverso la società.
Il servizio medico-sanitario è un altro diritto fondamentale. Tutti gli eritrei, sia residenti delle aree urbane o rurali, hanno diritto ai servizi medico-sanitari di base. Dobbiamo distribuire ragionevolmente i servizi medico-sanitari lungo il paese. Allargare l'educazione sanitaria e dare priorità alla prevenzione sono funzioni importanti del servizio. La nostra gente dovrebbe anche ricevere una giusta distribuzione di acqua, riparo, risanamento e comunicazione. La fornitura e la attuazione dei servizi sociali può essere molto costosa. Anche se il governo deve accollarsi la responsabilità primaria della ragionevole distribuzione dei servizi sociali in ogni parte del paese, la gente dovrebbe contribuire per parte sua attraverso organizzazioni della comunità e il settore privato.
Quindi i nostri obiettivi sono:
*
Accertarsi che la gente eritrea riceva una distribuzione giusta e adatta dei servizi sociali.
*
Espandere occasioni educative che servano all'unità e allo sviluppo nazionale, guidate da un sistema di istruzione nazionale efficace.
*
Sradicare l'analfabetismo in Eritrea.
*
Incoraggiare l'espansione della capacità educativa intermedia, superiore e vocativa, così come incrementare la formazione e l’addestramento, sia delle istituzioni governative e che non governative.
*
Accertare la distribuzione giusta e adatta dei servizi medico-sanitari di base.
*
Accertarsi che la gente riceva acqua, riparo, risanamento e comunicazione.
*
Consigliare la partecipazione delle Comunità locali e del settore privato in modo che i servizi sociali possano funzionare efficacemente ed essere ampiamente distribuiti.
5. Rispetto degli uguali diritti
Ci stiamo sforzando di fare dell’Eritrea un paese di giustizia e uguaglianza dove la dignità e i diritti di base dell'uomo siano rispettati. In Eritrea, i diritti sociali delle donne, degli operai, dei bambini, dei rifugiati, degli handicappati e di altri che necessitano di assistenza, devono essere rispettati. La questione delle donne è una questione sociale importante. Una società che non rispetta i diritti e l'uguaglianza delle donne non può essere una società veramente liberata. Durante gli anni di lotta grandi cambiamenti si sono presentati per le donne eritree. Vista come creatura debole e passiva, di minor valore rispetto all’uomo, la donna eritrea si è trasformata in un duro combattente quando alla sua forza è stato permesso di esprimersi.
La nostra rivoluzione non sarebbe riuscita senza la partecipazione delle donne. Anche se i cambiamenti nelle condizioni delle donne eritree finora raggiunti costituiscono un gradino enorme, non sono sufficienti. Le donne eritree ancora non si sono liberate dall’oppressione patriarcale. Devono avanzare ancora nella formazione e nella scienza, e prendere il loro posto legittimo nella società. Le donne eritree devono continuare il viaggio che hanno iniziato durante la rivoluzione sotto lo slogan, “uguaglianza con uguale partecipazione al lavoro”, fino a che questo non sia realizzato.
Attraverso l'organizzazione devono lottare per i diritti di tutte le donne, particolarmente per i diritti della maggioranza dei povera sia nelle aree urbane che rurali. Devono acquisire la formazione in modo da poter cambiare fondamentalmente le loro condizioni di vita e diventare produttive e autosufficienti. In Eritrea non ci sarà alcuna posizione esclusivamente riservata agli uomini che non possa essere raggiunta dalle donne. Al ruolo delle donne nella società e nella famiglia sarà dato il riconoscimento più grande. L’Eritrea non si può modernizzare senza la completa partecipazione delle donne eritree, come accaduto durante la lotta di indipendenza.
La solidarietà fra le donne e gli uomini, che hanno realizzato miracoli durante la lotta, dovrebbe trasformarsi nella base per la nuova Eritrea. L’Eritrea deve essere un paese in cui entrambi i generi vivano nell'uguaglianza, nell'armonia e nella prosperità. La nostra lotta di liberazione ha contato, anche, sul supporto degli operai, coltivatori e allevatori. Il supporto di questi gruppi sociali è stato decisivo. Per svilupparsi economicamente l’Eritrea deve essere un paese in cui gli operai vivano pacificamente e lavorino con i loro diritti assicurati.
Migliorando la loro conoscenza e abilità e aumentando continuamente il loro rendimento, dovranno sentirsi sicuri nei loro rispettivi mestieri. Agli operai dovranno essere garantiti i diritti di occupazione, vacanze, standard minimi e formazione. Devono essere incoraggiati a stabilire associazioni di categoria che proteggano i loro diritti. Anche i coltivatori e gli allevatori dovranno essere forniti dell'assistenza necessaria per permettere loro di acquisire i metodi moderni di agricoltura e incremento delle riserve e aumento del rendimento. Devono essere incoraggiati a organizzarsi nelle imprese cooperative in modo da poter migliorare la loro qualità di vita, proteggere i loro diritti ed esprimere i loro bisogni.
L’Eritrea dovrebbe sforzarsi di minimizzare la mortalità infantile e occuparsi dei suoi bambini. Le decine di migliaia di figli dei martiri che sono stati privati dell'amore dei loro genitori, come pure altri orfani, devono essere forniti di educazione e di cure adeguate. In Eritrea, i diritti dei bambini alla formazione, sanità, amore, sicurezza, gioco e alla dignità umana devono essere rispettati. Dobbiamo generare circostanze dove gli handicappati, veterani della lotta di liberazione, le famiglie dei combattenti e dei martiri così come i rifugiati e i profughi, possano essere riabilitati, diventando autosufficienti e svolgendo il loro ruolo adeguato nello sviluppo del paese.
Quindi i nostri obiettivi per gli uguali diritti sono:
*
Onorare i diritti sociali fondamentali in Eritrea.
*
Rispettare l'uguaglianza delle donne.
*
Tentare di ottenere la uguale partecipazione delle donne in tutte le zone e incoraggiare le donne a proteggere i propri diritti organizzandosi.
*
Rispettare i diritti degli operai e incoraggiarli a sviluppare associazioni di categoria che proteggano i loro diritti.
*
Sostenere i coltivatori e gli allevatori per migliorare le loro condizioni di vita, proteggere i loro diritti e poter esprimere le loro preoccupazioni attraverso associazioni e cooperative.
*
Accertare che i diritti dei bambini siano salvaguardati.
*
Fornire educazione e cure adeguate ai figli dei martiri e agli altri orfani.
*
Generare le circostanze in cui i veterani e la gente handicappata, le famiglie dei combattenti e dei martiri così come i rifugiati e i profughi possano essere riabilitati, diventando autosufficienti e contribuendo allo sviluppo del paese.
6. Garanzia della sicurezza nazionale e della difesa
Siamo risultati vittoriosi perché abbiamo costruito un esercito di gente radicato nella gente, un esercito che ha avuto un forte collegamento con la gente, partecipando alla sua vita quotidiana; un esercito che era politicamente cosciente e informato dei suoi obiettivi; un esercito produttivo impegnato nella causa. Un esercito di gente che era interamente volontario e non un esercito professionale. Ora dobbiamo stabilire un esercito nazionale con l'esercito di gente come suo nucleo. È essenziale stabilire una forte componente di difesa che salvaguardi l'indipendenza e la sovranità, preservi il paese dai nemici. È necessario inoltre stabilire istituzioni di polizia e di sicurezza che realizzino la sicurezza e salvaguardino la pace e la stabilità.
La nostra dottrina sulla sicurezza nazionale e sulla difesa deve essere orientata verso la gente. Poiché la sicurezza che vogliamo non è tanto la sicurezza della terra, ma della gente, che dovrà partecipare allo sforzo. Quindi dobbiamo stabilire le istituzioni nazionali dell'esercito, della sicurezza e della polizia che funzionino in stretta collaborazione con la gente. Come risultato delle esperienze in parecchi paesi, quando le forze della difesa e di sicurezza sono isolate dalla gente e sono gli strumenti di timore e terrore, il risultato è un danno enorme. Tale esercito e imprese di sicurezza si trasformano in strumenti di pochi che hanno ricchezza e potere e servono interessi esterni piuttosto che nazionali.
Alla fine tali paesi si trasformano in vittime di colpi di stato e in giunte militari e altre malvagità collegate. Il nostro esercito e le imprese di sicurezza devono servire la gente e l'interesse nazionale, proteggere la società, funzionare in conformità con la legge ed essere responsabili e aperti. L'esercito, la sicurezza e la polizia, d'accordo con l'eredità positiva dell'esercito popolare devono servire la gente, essere guidati da una costituzione nazionale, partecipare alla produzione e risolvere, problemi sociali, devono essere coscienti e dedicati e devono essere altamente qualificati e avere abilità organizzative.
Quindi i nostri obiettivi di sicurezza sono:
*
Accertarsi che la nostra dottrina sulla sicurezza nazionale e sulla difesa siano idealizzate per facilitarne l'uso da parte dell'utente e abbiano una base nazionale.
*
Stabilire istituzioni competenti di esercito, di sicurezza e di polizia che servano gli interessi pubblici e nazionali, siano responsabili e funzionino apertamente ed è limitata da una costituzione nazionale.
*
Accertarsi che l'esercito e le istituzioni di sicurezza, continuino la buona tradizione dell'esercito popolare, siano forti, dedicati e produttivi, siano guidata da amore per la gente e per il paese e rispettino l'ordine legale.
*
Accertarsi che l'esercito e le forze di sicurezza acquistino le capacità e le abilità organizzative per realizzare correttamente le loro mansioni.
7. Impianto della cooperazione regionale ed internazionale
La nostra politica estera come estensione della nostra politica interna, dovrebbe essere basata sulla conservazione del nostro interesse nazionale, sul lavorare nell’interesse della pace e della stabilità nella nostra regione e nel mondo, e sull'aumento della cooperazione in tutte le aree con tutti i governi e popolazioni. In breve la nostra politica estera è di pace e non allineamento. In primo luogo dobbiamo stabilire rapporti buoni e pacifici con i nostri vicini e i paesi della nostra regione, basati sull’interesse reciproco e sulla cooperazione reciproca. I problemi relativi alla pace e alla stabilità non possono essere limitati all'interno dei nostri confini.
Per conservare la pace e l'armonia che abbiamo conseguito dopo una lunga lotta, è essenziale che tentiamo di ottenere pace e stabilità sia a livelli regionali che globali, nonostante le nostre possibilità limitate. Lo sviluppo economico e culturale non può essere realizzato nell'isolamento dai paesi circostanti e internazionali. La stabilizzazione della cooperazione attiva e completa con i nostri vicini e nel mondo intero è importante per il nostro sviluppo economico e culturale. Quindi la nostra politica estera deve promuovere la cooperazione economica e sociale fra l’Eritrea e tutti gli altri paesi.
L’Eritrea deve tentare di ottenere pace e progresso umano, per la cooperazione e l’intesa internazionale. Dovrebbe fare la sua parte nella promozione dei buoni rapporti di fratellanza, di uguaglianza e di cooperazione, non solo fra i governi, ma soprattutto fra la gente. Come membro indipendente e sovrano della Comunità internazionale, l’Eritrea è diventata membro di organizzazioni regionali e internazionali. L’Eritrea sosterrà le leggi e le carte internazionali e svolgerà un ruolo attivo all'interno della Comunità internazionale e delle sue organizzazioni.
Quindi i nostri obiettivi regionali ed internazionali sono:
*
Seguire una politica estera di pace e di non allineamento, basata su indipendenza e su interesse nazionale.
*
Stabilire, a cominciare dai nostri vicini e il nostro circondario, rapporti con tutti i paesi, indipendentemente dal loro sistema politico ed economico, basati su indipendenza, nel rispetto dell’integrità territoriale e di dignità nazionale, sulla non aggressione, sulla non interferenza negli affari interni, sull'uguaglianza e sull'interesse reciproco.
*
Sviluppare amicizia con tutta la gente, senza riguardo alle differenze storiche e culturali, basandosi su fratellanza universale, uguaglianza, pace e intesa.
*
Tentare di ottenere pace e stabilità regionale e globali.
*
Sviluppare la cooperazione economica e culturale con tutti i paesi per accelerare la nostra evoluzione economica e sociale del paese.
*
Attenersi a tutte le leggi e accordi internazionali di cui l’Eritrea è firmataria.
III. PRINCIPI ORGANIZZATIVI
Se dobbiamo riuscire a realizzare i nostri obiettivi, che genere di struttura organizzativa e quali principi organizzativi dovrebbe avere il Fronte? La risposta dettagliata a questo problema dovrebbe essere lasciata alla costituzione, ma le idee di base sono come segue:
1. Un Fronte su base ampia
Dati i vasti obiettivi del Fronte e la struttura della nostra società, data l'assenza di una qualsiasi esperienza positiva di un sistema del multi-partitico nel paese, il Fronte, come durante il periodo della lotta di liberazione, dovrebbe essere costituito il più possibile su base ampia abbracciando tutti i patrioti eritrei che hanno a cuore il benessere dell’Eritrea e della relativa gente. Il Fronte non dovrebbe essere il rappresentante di alcuna classe sociale particolare, né dovrebbe essere costituito su base ristretta, abbracciando soltanto coloro che siano impegnati politicamente. Il Fronte dovrebbe permettere il diritto di formare partiti politici nazionali e quando sono formati, deve essere preparato per impegnarsi in una concorrenza pacifica.
Allo stesso tempo, dal punto di vista amministrativo e procedurale, il Fronte deve sforzarsi di attrarre e reclutare attivamente tutti i cittadini che sono interessati all'unità, alla pace e alla prosperità dell’Eritrea e desiderare di diventare parte attiva nella politica. Basicamente, il Fronte dovrebbe essere un riflesso dell'unità della gente eritrea e il garante e il promotore di tale unità. Il Fronte deve essere il centro di gravità politica in Eritrea che garantisce la pace e la stabilità, promuovendo e rinforzando la costruzione della nazione, la sana democrazia e il progresso politico.
2. Un Fronte con una viva e partecipativa democrazia interna
Come organizzazione abbracciando tutti i cittadini che amano e popolano il loro paese, ma allo stesso tempo hanno diverse opinioni sulle varie questioni politiche, il Fronte, per riuscire, deve essere democratico e partecipe nella sua vita e nelle procedure interne. Non deve avvicinarsi ai suoi obiettivi, o alle politiche che elabora per realizzare quegli obiettivi, in un modo asciutto e dogmatico. La flessibilità e il pragmatismo sono essenziali. I differenti punti di vista e le opinioni, che sono fra gli obiettivi generali e i principi del Fronte, devono trovare posto. La tolleranza per le diverse opinioni e il vasto e dibattito continuo delle edizioni prima o dopo la decisione, sono critici.
Anche se una decisione sostenuta dalla maggioranza deve essere effettuata, la critica dovrebbe essere consentita e consigliata La vita democratica interna e la cultura della partecipazione popolare sono basilari non solo per l'unità del Fronte, ma anche per chiarire e aumentare le sue politiche e identificare e correggere tutte le imperfezioni. Affinché la vita democratica metta radici e fiorisca, sono necessari principi istituzionali. La partecipazione, la formazione e il dibattito richiedono le tribune adatte (riunioni, congressi, seminari, giornali, ecc.).
3. Direttivo qualificato, rappresentativo e responsabile, soggetto a ricambio periodico
Poiché la domanda di direttivo è basilare, la qualificazione (nel suo senso più ampio, compresa abilità, impegno, competenza, ecc.) dovrebbe essere presa come principale test di verifica nella selezione del direttivo a tutti i livelli. È inoltre importante che la composizione del direttivo sia rappresentativa del Fronte e della società. Se il direttivo, a qualunque livello, è isolata dai membri del Fronte o dal vasto pubblico, non può fornire un indirizzo corretto. È basilare che il direttivo segua molto attentamente i problemi, le opinioni e i desideri della gente, fornisca continuamente significati e spiegazioni, ascolti le opinioni espresse dalla gente e abbia interazione continua con la gente. La direzione è una responsabilità collettiva.
È quindi essenziale avere procedure istituzionali convenzionali che permettano al direttivo di deliberare collettivamente, implementare e rivedere. È importante che conduca riunioni periodiche a differenti livelli, e che tali riunioni siano prese seriamente e si trasformino in tribune per la deliberazione e la risoluzione. Se questo non si realizzasse l'unità del direttivo si indebolirebbe, l’entusiasmo sarebbe inutile, potrebbero prevalere decisioni individuali piuttosto che collettive e seguirebbero altre carenze indesiderabili. Parallelamente alla responsabilità collettiva è essenziale che le responsabilità e i limiti di potere di ogni capo specifico siano conosciuti, che ognuno si faccia carico della propria responsabilità; guadagni, riconoscimento per i successi, possano essere criticati per gli errori commessi e, se il caso, se ne possa chiedere conto.
La responsabilità è basilare per l'esistenza, la continuazione e lo sviluppo di un direttivo responsabile. Un capo deve farsi carico della responsabilità delle mancanze osservate nelle proprie azioni come nel settore comandato. Secondo la serietà delle mancanze deve essere intrapresa una azione appropriata (critica, espressione pubblica formale di rimprovero, rimozione,licenziamento). Per fare questo devono esistere leggi libere e regolamenti. Affinché il direttivo funzioni correttamente dovrebbe prevalere l'apertura. Le informazioni sulle politiche e sui programmi, sulle realizzazioni e gli errori e le loro cause, sbagli registrati, fondi e il loro utilizzo, dovrebbero essere tutti disponibili non solo ai membri del Fronte, ma anche a tutta la gente.
I capi dovrebbero essere da esempio nel loro lavoro, nei loro modi e negli stili di vita. È inoltre importante avere un codice di comportamento che fornisca la guida di riferimento sulle aspettative e possa servire da campione con il quale misuriamo come i nostri capi si comportano. Poiché la direzione dovrebbe essere un aspetto dei diritti e delle responsabilità, e non ereditaria, il termine entro il quale un individuo può essere eletto in una posizione di direzione, dovrebbe essere costituzionalmente limitato.
4. Separazione delle attività del Fronte da quelle del governo
Anche se il Fronte deve svolgere un ruolo importante e critico nel governo, se non ha una attività indipendente da quelle del governo, può risultare mescolato e fagocitato dal governo minacciando la sua esistenza. Quindi il direttivo del Fronte e l'insieme dei membri non dovrebbero essere limitati agli impiegati di governo. Il Fronte dovrebbe avere, separatamente dal governo, suoi propri uffici e attrezzature, suoi propri progetti e attività (politiche, economiche e sociali).
È inoltre essenziale che ci siano capi e quadri che lavorano soltanto alle attività del Fronte. A tale riguardo, generalmente, anche se è lo scopo del Fronte è di sforzarsi a determinare e influenzare l'ordine del giorno e le politiche del governo, sarebbe confusionario e inadeguato interferire nella struttura di potere o nelle decisioni giornaliere del governo e dei relativi ministeri.
5. Incoraggiamento e cooperazione con le associazioni
Anche se il movimento deve essere su base ampia e partecipe, e abbraccia tutti gli eritrei patrioti e democratici, non tenterà di essere l'unica forma di organizzazione politica. Al contrario dovrebbe consigliare e aiutare l'istituzione di associazioni pubbliche con obiettivi simili ai suoi programmi, sul sociale, commercio e altre linee non settarie. E dopo la loro istituzione cooperare con loro perché è molto utile al successo degli obiettivi del Fronte o in generale a sviluppare i fondamenti della democrazia.
6. Struttura organizzativa dinamica basata sulla gente
E’ evidente che il Fronte richiede una struttura organizzativa dinamica basata su principi fondamentali, per attuare i suoi obiettivi generali. In assenza di una struttura organizzativa adeguata, i migliori obiettivi e i principi rimangono insignificanti. Quindi è basilare sviluppare una struttura organizzativa attiva, flessibile ed efficace che serve da sostegno al Fronte, collegandolo alle sue radici, facilitando la comunicazione bi-direzionale e coprendo l’intero paese. Una struttura organizzativa non è qualcosa destinato a servire una volta per sempre. Deve cambiare a seconda dei nuovi sviluppi e cambiamenti. Una struttura organizzativa dovrebbe essere pesante alla base piuttosto che in cima, affinché funzioni correttamente. Il Fronte deve stabilire la sua struttura organizzativa e le sue procedure in modo da non limitare i suoi rami e le sue attività alle aree urbane, ne che i suoi capi e i suoi quadri siano isolati dalle zone rurali, ne incoraggiando troppa burocrazia e isolazionismo.
Nota
La presente traduzione dall'inglese all'italiano a cura di Stefano Pettini non è ufficiale e deriva a sua volta da una traduzione non ufficiale in inglese del testo originale in lingua tigrigna.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento