mercoledì 3 novembre 2010

Ass.Papa Giovanni: sì a procedura per Italia-Libia

Rimini - RN L'instaurazione "al più presto" della procedura di infrazione contro l'Italia, "già richiesta nel giugno 2009, non ancora attuata", e la rinegoziazione degli accordi tra Italia e Libia, che "tuttora possono permettere la violazione dei diritti umani dei migranti in caso di cattura, inseguimento e respingimento. Sono due richieste dell'associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, che ha presentato un esposto a "tutte le istituzioni internazionali ed europee". Il documento, si legge in una nota firmata dal responsabile dell'associazione, Giovanni Paolo Ramonda, vuole denunciare "gli illeciti commessi dallo Stato Italiano, affinché vengano rispettati i diritti dei profughi e rifugiati e venga ristabilita la legalità d'azione in ogni accordo tranfrontaliero". Vengono presi ad esempio "i gravissimi fatti di Misurata del giugno scorso in cui numerosi profughi eritrei venivano illegittimamente respinti e incarcerati in Libia e il gravissimo attacco della motovedetta italo-libica ai pescatori siciliani in acque internazionali. Oltre alle "altrettanto gravi dichiarazioni del ministro dell'Interno Maroni in merito a quest'ultimo evento, che lasciava intendere che potevano esser stati scambiati erroneamente per dei migranti". L'associazione chiede, infine, la promozione "da parte delle autorità europee e internazionali di ulteriori missioni informative in merito".

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