domenica 7 novembre 2010
Etiopia-Calabria, un viaggio dei sensi Il tema dell'integrazione visto dalla parte degli immigrati in cerca di riscatto
Fabio Melia
Una passione tutta calabrese. Fabio Rao è nato ad Addis Abeba, in Etiopia, 28 anni fa. Il suo Paese d'origine, all'epoca, era sconvolto dalla ferocia del regime comunista di Menghestu Haile Mariam, meglio noto come il Robespierre d'Africa. Poi, a 11 anni, la fuga dalla guerra civile e l'arrivo in una realtà nuova e sconosciuta: Cosenza. Da allora Fabio è a tutti gli effetti un cittadino bruzio che ha scoperto con il passare del tempo la voglia e la capacità di affrontare, con il suo lavoro di film-maker, il tema dell'integrazione.
Nel 2008 Fabio Rao ha prodotto un cortometraggio, intitolato "Rendez vous", girato interamente sulle rive del Crati. Una storia affascinante, con la quale il regista etiope di nascita e cosentino d'adozione ha ottenuto un importante riconoscimento in ambito internazionale: Jason Reitman, autore del film "Juno", ha infatti selezionato "Rendez vous" tra i venti migliori cortometraggi realizzati per il web. Nel 2008 Rao ha co-prodotto il documentario "Aspi d'Acheronte", vincitore del premio della critica al "Calabria Film Festival. "Muro di carta", un corto del 2009, ha partecipato a "Images that matter", festival che s'è tenuto quest'anno ad Addis Abeba. Da sottolineare la presenza nella giuria di Daoud Aoulad, regista francese noto per aver firmato il film "En attendant Pasolini". Con la sua "Logos Filmakers", Rao ha prodotto "Gas, un bel respiro", pellicola sul gruppo d'acquisto solidale di Cosenza. Tra i progetti che vedono attualmente impegnato il regista etiope c'è "Mama 'Talia", una raccolta di video-racconti da un minuto sull'esperienza d'integrazione nel tessuto economico-professionale di immigrati provenienti da tutte le parti del mondo residenti in Calabria. Ed è anche in fase di realizzazione un cortometraggio che affronterà lo spinoso tema della pedofilia. Impegno sociale ed arte, dunque, per un film-maker che non disdegna la ricerca visiva. In città, per qualche giorno, è stata infatti realizzata la video-installazione "Minimo locale": su un muro di via 24 Maggio è stato proiettata la scena di uno spazio abitato da una giovane donna, un "quadro urbano" colmo di significato. Gli attori che recitano nei film di Fabio Rao – è lui stesso a precisarlo – sono tutti calabresi. Un ulteriore omaggio ad una terra difficile ma dalle mille potenzialità. Soprattutto espressive.
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