martedì 9 novembre 2010
Dall'Eritrea a Piazza Martiri per parlare di un'importante scoperta
Si terrà domani, 10 novembre, alle 11 al Caffè “Grande Italia” di Piazza Martiri una conferenza stampa organizzata da Tusio De Iuliis su una missione in Eritrea e su un'interessante scoperta che riguarda l'Abruzzo: “La nostra missione in Eritrea – racconta De Iuliis - è terminata e il 29 di ottobre abbiamo fatto ritorno in Italia. La situazione dell’Eritrea è molto difficile e densa di nubi e malgrado sia un piccolissimo paese con non più di 3 milioni di abitanti, con un pesante embargo da parte dei Paesi limitrofi, dalle Nazioni Unite, continuamente minacciata dall’Etiopia potenza militare e “gendarme” del Corno d’Africa; senza nessuna risorsa se non quella straordinaria e splendida del suo ambiente naturale”.
La missione è stata caratterizzata dal completamento di un intervento benefico: “Il giorno 26 ottobre nella splendida cornice della scuola italiana di Asmara si è svolta la consegna del nostro “Cardiotocografo” alle autorità locali alla presenza del Prof. Gian Paolo Carini Preside
della Scuola; del responsabile per la Cooperazione italiana presso la nostra Ambasciata dott. Giacomo Giovannini; di tutti i docenti italiani; di alcune classi; di un funzionario del Ministero della Sanità eritrea; della Vice Governatrice della regione e del presidente del Sindacato eritreo Dr. Mogos. Una bellissima manifestazione in ricordo del nostro amico “Ernesto Di Nicola”.
E poi la scoperta di cui si parlerà domani: “Durante la cerimonia però, ci aspettava una piacevole notizia; quella che durante una spedizione nel 1998 sul lago “Abaeded” nel vulcano vicino a Badda (voluta e organizzata da Ernesto) c’è stata una scoperta molto importante che tra poco tempo sarà riportato e pubblicato su una rivista scientifica internazionale a cura del prof. Giuseppe De Marchi, Anton Lamboj dell’Università di Vienna e da Melanie Stiassny del Museo di Storia naturale di New York, (che vorremmo annunciare e raccontare nei dettagli in Conferenza Stampa) certi di dare un motivo di orgoglio e di piacere all’Abruzzo e al ricordo di Ernesto il quale, vogliamo rammentare ancora, amava l’Eritrea al di sopra di ogni cosa. Lo amava per la sua gente, per l’ambiente straordinario, per le sue mille sofferenze”.
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