mercoledì 4 febbraio 2009
I vescovi italiani, libertà religiosa: diritto da difendere come le moschee
Un grande atto di civiltà per un paese come l'Italia! Va chiesta con altre tanta forza la reciprocita ai paesi arabi nei confronti delle altre religioni minoritarie in questi paesi dove spesso sono perseguitati.
ROMA (3 Febbraio) - I vescovi italiani ritengono che i diritti degli immigrati, a partire da quello del culto religioso, non possano essere ridotti per «esigenze sociali». Lo ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, in una conferenza stampa oggi a Roma. Il presule ha sottolineato come ci sia l'esigenza di coniugare «accoglienza e legalità. L'accoglienza - ha detto - deve avvenire nel rispetto delle leggi e della vita sociale e nazionale». Tuttavia, ha precisato, «l'accoglienza non può essere mai ridotta». «Una volta nel nostro territorio nazionale - ha aggiunto - gli immigrati sono persone da accogliere e i cui diritti fondamentali vanno difesi e rispettati».
Libertà religiosa. Tra i diritti fondamentali da difendere, ha aggiunto monsignor Crociata, c'è anche «la libertà religiosa». Rispondendo a una domanda sulla possibilità di costruire nuove moschee in Italia, monsignor Crociata, senza esitazioni, ha difeso il diritto «a professare il proprio culto nelle forme che l'ordinamento democratico e costituzionale italiano prevede». Tutto ciò, ha specificato, in maniera «proporzionata alle esigenze quantitative e qualitative» di chi chiede la costruzione di nuove moschee.
L'intervento della Cei è giunto proprio nel giorno in cui un esponente del governo italiano, il ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi, si è pronunciato a Genova a favore di un referendum tra i cittadini sulla costruzione di una moschea, in linea con quanto previsto da una proposta di legge per la regolamentazione dei luoghi di culto islamici presentata dalla Lega Nord in Parlamento.
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