sabato 21 febbraio 2009
Mondragone, una città solidale e aperta agli stranieri
(di Filomena Anna Palumbo) Mondragone non è soltato la città delle tante emergenze, ma anche il paese di una solidarietà concreta, e non da ora. Tante manifestazioni di disponibilità ad accogliere gli stranieri, prima e dopo il secondo dopo-guerra. Uno dei fatti più significativi si rifà agli anni trenta.
Tutto comincia nel lontano 1936 , tempi di guerra, di crisi di povertà di ignoranza, il Signor Emilio Anacleto Pagliaro di Mondragone dovette per motivi ancora non certi, ma si suppone di guerra, espatriare in Eritrea (stato situato nella parte settentrionale del Corno d’Africa), lasciando la sua famiglia composta da una moglie e sei figli. Dopo qualche anno dalla sua partenza e nessuna notizia, la moglie credendolo deceduto si risposò con un altro uomo, che l’aiutasse a crescere e dare un futuro più dignitoso ai suoi figli . In Africa nel frattempo il sig. Emilio probabilmente dopo aver perso le speranze per un ritorno in patria ,sposò una donna dalla quale ebbe due figli.
Cominciò a vivere e crescere la sua nuova famiglia quando un giorno un camion di militari italiani, in seguito ad una guerriglia, sostarono nella Capitale Asmara per dare le prime cure ad un uno di loro ferito. Il sig. Emilio, che conosceva bene la lingua, si offrì di curare il ferito e coincidenza volle che sul camion incontrasse un compaesano che appena rientrato in Italia avvisò il consolato italiano della sua presenza in Eritrea.
In seguito a questa notizia Emilio fu espulso e dovette lasciare lo stato africano dove aveva vissuto per 18 anni e abbandonare, con tanta amarezza nel cuore , la nuova famiglia per tornare in Italia. I sentimenti erano tanti e combattuti (tristezza, paura, curiosità, emozione, ecc).
Tutto e’ rimasto nascosto fino al 2005 quando la famiglia Pagliaro fu contattata dai figli africani di Emilio ormai deceduto che con l’aiuto dei fratelli italiani riuscirono a venire in Italia. I fratelli si incontrarono a Mondragone e gli eritrei raccontarono la loro storia, la loro vita di sacrifici, soprattutto dopo la partenza del padre, e di tutti i problemi e la fame che dovettero affrontare e che ancora purtroppo vivono. Dopo una breve permanenza rientrarono in Africa .
In questi anni hanno chiesto aiuto ai loro fratelli italiani e la famiglia Pagliaro si e’ impegnata molto per aiutarli ad avere una vita più dignitosa, inoltre sono riusciti a fare avere, nel rispetto della legge, la cittadinanza italiana a due nipoti.
I discendenti italiani del sig, Emilio e soprattutto il Dr Antonio Pagliaro e il Sig. Rocco Pagliaro dopo esplicita richiesta dei due ragazzi africani Inok e Rozina, li hanno fatti arrivare in Italia.
Cosa meravigliosa e pura opera di solidarietà, tutta la famiglia Pagliaro si e’ preparata all’evento mettendo da parte piccoli rancori che potevano nascere da una situazione familiare del genere e li hanno accolti con tanto amore. Dopo una bella festa di benvenuto sono stati sistemati in una bella casa che hanno preso in affitto per loro, famiglie modeste che gli hanno donato mobili, abiti, cibo e denaro, vari vaccini medici e cure appropriate, e si spera di potergli trovare un lavoro.
Tutti i giorni gli zii italiani si occupano di loro, sono ragazzi giovani di circa venti anni che non conoscono la lingua, usanze, e la nostra religione, sono ospitati ogni giorno dai cari componenti della famiglia per pranzi e cene. Questa storia viene raccontata per dare un esempio, soprattutto in questo periodo di crisi mondiale, di puro amore e solidarietà. Mondragone un paese semplice che lotta da anni contro le varie emergenze, quali disoccupazione, povertà, assenza di politica costruttiva del futuro, ma abitato da persone che hanno un cuore e tanto amore da poterlo donare con generosità.
Con la speranza di poter aiutare anche gli altri fratelli rimasti in Africa senza cittadinanza italiana e poter trovare un lavoro a questi ragazzi, offro questa storia e lascio a voi la facoltà di proseguire questa solidarietà. Complimenti alla famiglia Pagliaro.
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