sabato 7 febbraio 2009
IMMIGRATI: L'EPIDEMIOLOGO, MISURA ANTI-CLANDESTINI AMPLIFICA RISCHIO TBC
Roma, 7 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - L'emendamento al Pacchetto sicurezza che da' ai medici e agli altri operatori sanitari la possibilita' di denunciare alle autorita' i clandestini a cui prestano cure, "potrebbe aumentare la diffusione della tubercolosi in Italia. Sicuramente il rischio tbc ne esce amplificato". Lo spiega all'ADNKRONOS SALUTE Prisco Piscitelli, epidemiologo dell'Istituto scientifico biomedico euro mediterraneo (Isbem) sulla tubercolosi polmonare in Italia. L'esperto ricorda, senza troppi giri di parole, che la tbc non e' affatto una malattia che gli italiani si sono lasciati alle spalle. Anzi: "la tubercolosi - spiega - rappresenta una vera e propria epidemia emergente in molte grandi citta' europee ed e' forte la correlazione con l'aumento dell'immigrazione dall'Asia, dall'Africa e dal Sud America". "La malattia - precisa Piscitelli - colpisce ovunque e si calcola che un terzo di tutta la popolazione mondiale sia entrata in contatto con il micobatterio responsabile di quest'infezione. Ogni anno, 8,8 milioni di persone vengono infettate dal Mycobacterium tuberculosis e 1,6 milioni di pazienti muoiono. Puo' essere sorprendente, ma anche in Europa si continua a morire per tubercolosi. Il Portogallo e' il Paese occidentale con il maggior numero di casi di tubercolosi (31casi/100 mila abitanti), mentre nei Paesi dell'Europa orientale (specialmente nei paesi baltici) l'incidenza e' di circa 13 casi ogni 100 mila abitanti. Non esiste nessun Paese al mondo dove sia stata completamente eliminata e nessuna Nazione che sia vicina a raggiungere questo obiettivo". L'Italia non fa certo eccezione e "sorprendera' l'opinione pubblica sapere che nel 2005 in Italia ci sono stati 4.421 ricoveri per tubercolosi polmonare (2.828 uomini e 1.593 donne, per lo piu' adulti in eta' lavorativa)". "Con queste cifre - fa notare l'epidemiologo - non c'e' da stare tranquilli, specialmente all'indomani dell'approvazione della norma che scoraggia gli immigrati clandestini a ricorrere alle strutture del Servizio sanitario nazionale".
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