martedì 3 febbraio 2009
Melma istintuale: la deriva degli istinti peggiori
Gli ultimi episodi di cronaca nera sono allarmanti. Stranieri che stuprano una ragazza a Guidonia, gruppi di stranieri che fanno la stessa cosa ad altri stranieri, ma anche ragazzi bene italiani che operano nello stesso modo, fino ad arrivare al ragazzo che, per vendetta, violenta la sua ex. Altri che si divertono a dar fuoco a un indiano senza fissa dimora, utilizzando l'ultimo litro di benzina del loro rifornimento "fai da te”.
Esaminando poi le confessioni degli interessati, la versione è sempre la stessa; nulla di eccezionale: avevamo bevuto, volevamo vivere una forte emozione, volevamo divertirci.
La domanda è se si tratta di fatti casuali o di tendenze di comportamento.
Purtroppo si tratta di tendenze. Rappresentano l"apice di una deriva. Si dirà che la situazione è complessa: forti tensioni sociali (immigrazione), degrado di periferie abbandonate, crisi economica, crisi di riferimenti educativi.
Non è solo questo: si sta perdendo la rete di regole di convivenza. Impressiona il fatto che gli autori di crimini non abbiano coscienza dei loro comportamenti delittuosi. Sono lì a meravigliarsi che qualcuno si meravigli.
Eppure i fatti rivelano due caratteristiche: la violenza, la vigliaccheria. La violenza è matrice anche dei delitti sessuali. Prendere di mira una coppietta; bastonare il ragazzo e violentare la ragazza non risponde solo a un incontrollato istinto sessuale. La modalità sfida il rispetto dei due e, in qualche modo, li violenta entrambi. La vigliaccheria è l’altro elemento. I forti delinquenti scelgono le loro vittime perdenti. Lo fanno in gruppo: per sentirsi sicuri, per non soccombere ad eventuali reazioni. La donna è la preda preferita. Sola, indifesa, tenuta di mira.
Ma i fatti di cronaca non possono essere ridotti a episodi isolati di comportamenti asociali. Rappresentano il culmine di una violenza e di una vigliaccheria ampiamente diffusa nel sentire sociale.
Tre riferimenti: l’economia, la politica, la vita familiare.
Oggi tutti piangono per la crisi economica: pensata, attuata da menti diaboliche per arricchirsi. Senza pietà e senza rispetto. Il crollo del sistema economico è frutto della violenza dell’arricchimento: con inganni, con millantati crediti, con la coscienza della bolla dei numeri. Nessuna polizia nazionale e internazionale ha ancora colpito i criminali di stupri economici. Alcuni si sono arricchiti, mentre milioni di persone sono diventate povere.
Così per la politica: il consenso da acquisire e conservare ad ogni costo autorizza a cavalcare emozioni, a dare notizie false, a comportarsi in modo indegno dei principi di uguaglianza e di equità. Con indifferenza, con convinzione: senza nessun scrupolo per il bene generale per il quale si è stati chiamati a governare.
Infine la vita familiare ridotta spesso a violenza, prevaricazioni, abbandoni, con l’unico obiettivo del proprio benessere, da ottenere ad ogni costo, calpestando sentimenti, legami, doveri.
La melma istintuale sta permeando il nostro sentire: più cattiva di quella animale, orientata solo alla propria conservazione.
Certamente la vita sociale offre ancora esempi di rispetto, di donazione, addirittura di martirio.
La deriva degli istinti peggiori permea la società. Sta scomparendo la distinzione tra bene e male; tra diritti e doveri; tra il possibile e il proibito. I fatti di cronaca nera dicono qualcosa di più di che cosa sono.
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