giovedì 5 febbraio 2009
Nessun aumeto di tasse agli Italiani: Ma per immigrati più tasse. Un razzismo puro!
Maroni conferma la tassa agli immigrati
Duello con Berlusconi, poi il chiarimento
ROMA - Sull'immigrazione il ministro dell'Interno Maroni insiste, ma il premier Berlusconi, di fatto, lo smentisce. E anche se in serata c'è stato un colloquio telefonico tra i due definito "di chiarimento" e "cordiale", su questo tema resta alta la tensione tra Pdl e Carroccio.
La Lega insiste. Maroni ha confermato la tassa sui permessi di soggiorno, nonostante la contrarietà espressa nei giorni scorsi da Berlusconi. Ma il premier ha subito ribattuto: "Non sono al corrente di novità". "Ho subito detto che ero contrario - ha ribadito - e non c'è stata nessuna marcia indietro". E a chi gli ha chiesto se ne ha parlato con il leader del Carroccio, Berlusconi ha risposto così: "Anche il Senatùr non ha fatto obiezioni particolari al riguardo". Insomma, secondo il premier non c'è nessuno scontro in atto tra Lega e Pdl. "Io e Bossi - ha detto - siamo stati insieme ieri lungamente. I nostri rapporti sono straordinari, veramente straordinari".
Critica l'opposizione. "Sull' immigrazione nel governo la confusione regna sovrana e dopo l'incontro Maroni e Alfano, il guardasigilli smentisce se stesso ed insieme smentiscono Berlusconi", ha dichiarato il ministro dell'Interno del governo ombra, Marco Minniti. "Cresce la confusione nel governo", gli ha fatto eco il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
Il vertice con Alfano. Nel pomeriggio Maroni, al termine dell'incontro con il ministro della Giustizia Angelino Alfano, ha spiegato: "L'emendamento c'è, solo che al posto dei 200 euro per il rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno (che erano già scesi a 50 euro, ndr) si prevede un contributo da definire con decreto del ministero dell'Interno e di quello dell'Economia. Ma il principio viene affermato così come previsto e votato".
Nel ddl, ha concluso il ministro, "resta il reato di immigrazione clandestina punito con un ammenda e con la sanzione accessoria dell'espulsione decisa dal giudice di pace che si somma all'eventuale espulsione ordinata dal questore. E' una possibilità in più di espellere un clandestino". E sempre in tema di sicurezza, ha rivelato che lo stop ai flussi migratori previsto da un emendamento della Lega diventerà un ordine del giorno. Nella sostanza, ha spiegato Maroni, "si raccomanda al governo di fare una verifica sulla necessità di nuovi ingressi di stranieri".
La Lega deve inoltre fare marcia indietro sull'emendamento che prevedeva cure mediche a pagamento per gli immigrati, mentre i medici non avranno l'obbligo di denunciare l'immigrato clandestino che chiede di essere curato.
Peraltro, ha continuato Maroni, la crisi economica ha determinato un calo delle richieste di ingresso in Italia per lavoro da parte di extracomunitari. "A fronte dei 150.000 ingressi previsti dal decreto flussi - ha spiegato il ministro - sono arrivate 127.000 domande, 13.000 in meno quindi del tetto stabilito che per qualcuno era troppo severo". Ciò, ha sottolineato il leghista, "dimostra che c'è una riduzione della richiesta: c'è una crisi che determina la perdita di lavoro in primo luogo dei cittadini extracomunitari".
In serata colloquio tra il premier e il ministro.
Nel corso di un colloquio telefonico definito "cordiale" c'è stato poi in serata un chiarimento tra il presidente del Consiglio e lo stesso Maroni. Dopo la telefonata si è appreso che il contributo per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno sarà cosa diversa rispetto alla cosiddetta tassa di soggiorno che era stata presentata dalla Lega in un emendamento al decreto legge anticrisi. Si tratterà di un contributo, come quello già previsto nella maggior parte dei Paesi europei per il rilascio dei permessi di soggiorno, di importo variabile tra 10 e 400 euro.
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