venerdì 13 febbraio 2009
Ma oggi il crimine cresce tra gli immigrati illegali
Su cento stranieri detenuti 83 non hanno il permesso di soggiorno. Il rischio è consegnare una massa di disperati al mondo dell´illegalità La recente relazione di apertura dell´anno giudiziario segnala il forte incremento a Genova dei reati degli stranieri: "� 493 reati in tema di stupefacenti, 17 per violazione di norme sulla prostituzione, 675 furti, 161 rapine, 1.204 violazioni delle norme in tema di immigrazione". Quasi la metà dei 2.550 reati pendenti a carico di stranieri è quindi attribuibile alla condizione stessa di immigrato irregolare: una bella statistica "tautologica", non c´è che dire. Questo esempio mostra l´esigenza di un approccio rigoroso a statistiche particolarmente insidiose come quelle giudiziarie.
Ci aiuta una recente ricerca di Marzio Barbagli ("Immigrazione e sicurezza in Italia", Il Mulino). Chi sostiene la tesi secondo cui i fenomeni migratori provocano un forte aumento della criminalità, cita spesso la crescita degli immigrati nella popolazione carceraria. Crescita indubbia, perché la quota di stranieri sul totale dei detenuti è passata a livello nazionale dal 15,1% del 1991 al 37,5% del 2007. Vi sono però molti buoni motivi per considerare questo come il meno affidabile degli indicatori. A parità di reato commesso infatti, la custodia cautelare è imposta molto più spesso agli stranieri, proprio perché quasi tutti irregolari. A parità di pena inoltre, gli stranieri godono molto meno degli italiani delle misure alternative e di pene sostitutive alla detenzione.
Indicatori più "sicuri" sono invece quelli delle quote di stranieri sul totale dei denunciati e dei condannati, quote in aumento per tutti i reati, lievi e gravi, specie nelle grandi città. Per esempio in Liguria gli stranieri denunciati per droga salgono dal 15% del 1988 al 53% del 1998, per poi scendere al 36% del 2007. A Genova, nello stesso periodo, si passa dal 21% del 1988 al 59% del 1998 al 41% del 2007. La presenza straniera è ovviamente maggiore nello strato più basso dello spaccio, ma è consistente anche nel segmento più alto della produzione e del traffico, a segnalare la forza delle reti di criminalità organizzata. Lo stesso fenomeno avviene per le estorsioni e soprattutto per il mercato della prostituzione e, in generale, per il traffico di immigrati.
La stragrande maggioranza della criminalità straniera è composta di irregolari, che costituiscono l´83% degli stranieri detenuti. Nel 2007 su 100 persone denunciate per borseggio, 32 sono italiani, 14 stranieri regolari, 54 irregolari. Ancora minore (2,4%) è l´incidenza dei regolari nei reati di droga.
A parità di condizione economica - osserva Barbagli - gli immigrati regolari delinquono con la stessa frequenza degli italiani, mentre la crescita della criminalità degli irregolari è favorita dall´inefficienza dei controlli, a partire dal "�fiorente, enorme settore dell´economia informale". Ma l´analisi dei dati riserva grosse sorprese, a partire da quella che in tanti delitti gli immigrati sono più colpiti degli italiani. I rischi di "vittimizzazione" sono superiori di cinque volte a quelli degli italiani per rapine e borseggi e più di tre volte per lesioni dolose, violenze sessuali e anche omicidi. Questo perché la criminalità "ingroup" è nettamente superiore a quella "intergroup".
Non è certo la prima volta nella storia che si registra una preoccupazione di massa per la criminalità degli immigrati. Fu così negli Stati Uniti nel primo trentennio del secolo scorso e nell´Europa nel secondo dopoguerra (in primo piano eravamo noi italiani). È così ancora in Europa dagli anni Settanta in poi. Ciò che fa la differenza tra quei paesi in quei momenti storici e l´Italia d´oggi è l´attuale inaudito sfruttamento politico del fenomeno, sino a prefigurare con le recenti leggi per la sicurezza una nuova Costituzione non ancora scritta che disegna una società di diseguali, privati dei diritti universali alla salute e alla dignità della persona. Con il rischio paradossale di consegnare una massa crescente di disperati proprio a quella criminalità organizzata che dovrebbe essere più efficacemente combattuta e che invece si troverà a gestire non solo i traffici illeciti, ma anche le abitazioni, i risparmi e finanche la salute degli "irregolari".(12 febbraio 2009)
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