giovedì 11 febbraio 2010
Gli immigrati: «Pronti allo sciopero»
Contro il razzismo braccia incrociate e niente acquisti il primo marzo. Due i comitati
ROVIGO – Anche in Polesine gli immigrati si preparano a incrociare le braccia il primo marzo, giornata nazionale di sciopero contro il razzismo, con iniziative pubbliche e lo stop a qualunque spesa per un’intera settimana. Nelle scorse settimane a Rovigo sono nati ben due comitati promotori, formati da cittadini stranieri, associazioni attive nel settore immigrazione e diritti, semplici cittadini sensibili. L’obiettivo è comune: fare sì che una parte della città si fermi, per fare capire come sarebbe la nostra società se venissero a mancare gli immigrati. Dopo i fatti di Rosarno e il moltiplicarsi di episodi di razzismo, la decisione di reclamare dignità: «L’unico modo per farci notare e rispettare è quello di toccare le tasche», spiegano i promotori del Comitato Primo Marzo Rovigo (24oresenzanoi-rovigo@libero.it).
Dal 22 febbraio al giorno della manifestazione, dunque, stop a qualsiasi spesa e via a una campagna di solidarietà: invece di comprare il necessario, ci si affiderà al sostegno di amici, fratelli, vicini di casa. Il primo marzo, poi, i cittadini stranieri «scompariranno» per un giorno, evitando di fare la spesa, inviare denaro nel proprio paese, utilizzare compagnie telefoniche, salire sui mezzi pubblici. Al lavoro anche un gruppo di associazioni attive da anni nei confronti degli immigrati, che ieri hanno presentato il parallelo Comitato a supporto dell’iniziativa (primomarzo2010rovigo@ gmail.com). Anche molti cittadini italiani, infatti, scendono in campo per ribadire la propria solidarietà nei confronti dei cittadini immigrati e della loro protesta. In programma una serie di incontri, ogni venerdì alle 20.30 al Csv di Rovigo, un volantinaggio a tappeto per mobilitare la popolazione e iniziative per «mappare» l’incidenza dei cittadini stranieri nella società italiana, a partire dalla presenza nelle scuole e dal peso dei contributi dei lavori stranieri.
«Questo gruppo - spiegano - nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli». Due promotori, un unico obiettivo: coinvolgere più persone possibili per fare avvertire come sarebbe una società senza migranti. L’iniziativa, che richiama la mobilitazione francese “24 ore senza di noi”, si sta diffondendo in tutto il paese (una quarantina i comitati in Italia), dopo le violenze di Rosarno. Proprio a quanto è accaduto in Calabria è dedicato l’incontro «La lotta alle mafie e la rivolta degli schiavi di Rosarno», in programma sabato alle 18 alla Cgil, con gli interventi dell’ex parroco di Castelvolturno, padre Giorgio Poletti (promotore dei «permessi di soggiorno in nome di Dio»), di Pierpaolo Romani (Avviso Pubblico) e del coordinatore del comitato nazionale immigrati Cgil, Kuros Danesh.
Francesco Casoni
11 febbraio 2010
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