domenica 21 febbraio 2010
Immigrati, si mobilita il popolo 'in giallo': 1 marzo lo sciopero degli stranieri
Roma - (Adnkronos/Ign) - Tante le modalità di partecipazione: astensioni dal lavoro, sciopero degli acquisti, manifestazioni sul territorio. C'è anche la possibilità di aderire indossando semplicemente un indumento giallo. L'organizzatrice Stefania Ragusa: ''Ma è un'iniziativa 'etnica' degli immigrati''
Una piccola rivoluzione 'in giallo', un'iniziativa della società civile destinata a scuotere le coscienze e a suscitare interrogativi nell'opinione pubblica sul tema dell'immigrazione, troppo spesso associata alla criminalità, con generalizzazioni che possono pericolosamente deviare verso l'intolleranza e il razzismo. E' lo 'sciopero degli stranieri' indetto per il 1 marzo da una sessantina di comitati sul territorio, che non coinvolgerà soltanto gli immigrati ma anche tanti italiani decisi a sostenere questa forma di protesta e che si svolgerà ''sempre nel rispetto della legalità e della non violenza''.
Il logo, otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti, è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per 'testimonial' è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E sarà il giallo il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei braccialetti, dei foulard e degli accessori che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa.
''Sarà il nostro segno di riconoscimento. Si tratta di un colore - spiega all'ADNKRONOS Stefania Ragusa, presidente del coordinamento nazionale ed animatrice della manifestazione - che non può essere associato ad alcun partito politico. Sotto il profilo della 'psico-cromatica', poi, il giallo è il colore della rinascita, del cambiamento. Io ho perfino fatto cambiare gli elastici del mio apparecchio dentale, saranno gialli pure quelli!''. ''Chi non può scioperare perché non ha copertura sindacale o perché non può abbandonare il posto di lavoro, pensiamo ad esempio ad una badante che assiste un anziano, avrà la possibilità di aderire idealmente indossando qualcosa di giallo. Sarà il modo - rileva - per far sapere a tutti che sostiene le ragioni dell'iniziativa. C'è chi non sciopererà sul posto di lavoro ma il 1 marzo farà uno 'sciopero degli acquisti', chi invece si unirà ai cortei e alle manifestazioni organizzate sul territorio. Ci sono diverse forme per partecipare''.
A giudizio di Stefania Ragusa ''è importante che non si parli dell'iniziativa come di un semplice sciopero 'etnico' degli immigrati. E' una forma ghettizzante di considerare una manifestazione che si propone piuttosto come uno sciopero per i diritti messo in atto da un ampio schieramento 'meticcio' che non può essere sminuito o inquadrato ma che al contrario si propone come un articolato movimento di opinione''.
Il 'popolo giallo' rifiuta ogni etichetta politica. ''Ci sono partiti che sostengono l'iniziativa come il Prc, il Pd, i socialisti, ma se domani altri schieramenti anche di centrodestra o qualche leghista 'illuminato' condividessero la nostra impostazione non avremmo nulla da ridire, anzi ci farebbe piacere'', avverte Ragusa.
Lo 'sciopero degli stranieri' è un'iniziativa della società civile che cresce e si alimenta anche sul web. Sono già più di 50.000 le adesioni individuali raccolte sulla pagina di Facebook dedicata alla manifestazione indetta dal movimento 'primomarzo2010'. Comitati organizzativi sono nati a Roma, Milano, Genova, Bologna, Napoli, Palermo e in altre città italiane.
Gli organizzatori si ispirano alla manifestazione 'La journée sans immigrés: 24h sans nous', il movimento che in Francia sta organizzando per il 1 marzo uno sciopero degli immigrati. Nel manifesto programmatico dell'iniziativa, i promotori italiani sottolineano: ''Primo marzo 2010, una giornata senza di noi è un collettivo non violento che riunisce persone di ogni provenienza, genere, fede, educazione e orientamento politico. Siamo immigrati, seconde generazioni e italiani, accomunati dal rifiuto del razzismo, dell'intolleranza e della chiusura che caratterizzano il presente italiano''. I promotori dicono 'no' alla ''politica dei due pesi e delle due misure, nelle leggi e nell'agire delle persone''. Di qui la decisione di organizzare per il 1 marzo ''una grande manifestazione non violenta dal respiro europeo, non solo con la Francia che con la 'Journée sans immigrés, 24h sans nous' ci ha ispirato, ma anche con la Spagna, la Grecia e gli altri Paesi che si stanno via via attivando. Vogliamo stimolare insieme a loro una riflessione seria su cosa davvero accadrebbe se i milioni di immigrati che vivono e lavorano in Europa decidessero di incrociare le braccia o andare via''.
Tra le adesioni anche quella dell'Arci, che per il 1 marzo organizza ''un'iniziativa in un luogo-simbolo come Rosarno'', il comune calabrese teatro nelle scorse settimane di scontri e disordini tra immigrati e popolazione. ''Non sarà l'unica forma di adesione: le nostre realtà sul territorio - spiega Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci - saranno in contatto localmente con tutti i comitati che si sono costituiti per la promozione delle manifestazioni legate all'iniziativa''. Emergency sostiene ''con convinzione'' la ''mobilitazione dei migranti'', anche se questi ultimi ''difficilmente potranno partecipare: proprio perché i più deboli, i più ricattabili. Proprio per questo motivo - dice Cecilia Strada, presidente di Emergency - riteniamo importante la partecipazione di quanti possono (ancora?) godere di questo diritto''.
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