lunedì 15 febbraio 2010
Vaticano: migranti bene della società, rivedere le politiche di immigrazione
La Chiesa richiede impegno concreto delle diocesi nel combattere fenomeni di razzismo e intolleranza
ROMA
Il Pontificio Consiglio ha diffuso oggi il documento finale del sesto congresso mondiale della Pastorale per i migranti e i rifugiati che si è svolto in Vaticano nel novembre scorso. Nel documento viene evidenziata la necessità di rivedere le politiche di controllo delle frontiere, la detenzione arbitraria e le politiche riguardanti la cittadinanza. Il cambiamento nelle politiche deve essere accompagnato da un incremento della cooperazione della Chiesa con i governi, la società civile e le autorità locali, al fine di «soddisfare le esigenze dei migranti e difenderne dignità e diritti».
La Chiesa dovrebbe assumere, secondo il Pontificio Consiglio «un ruolo di mediazione e di “advocacy” tra queste persone (i migranti ndr) e le autorità locali», anche «sostenendole dal punto di vista giuridico, medico e di altro tipo, lottando contro la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento, proteggendo i più vulnerabili, insistendo su un approccio basato sul rispetto dei diritti e promuovendo attivamente il ricongiungimento familiare».
Un impegno concreto che deve essere assunto anche a livello locale dalle diocesi, quindi, nel denunciare sfruttamento e violazione dei diritti umani e nell’aiutare i migranti anche trovando loro alloggi. Le azioni da intraprendere, secondo l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò - che presiede il Pontificio Consiglio – devono quindi essere mirate a «ridurre la crescente sfiducia reciproca tra migranti e rifugiati e le comunità d’accoglienza».
Secondo il Vaticano, la Chiesa deve usare meglio i mass media «controbilanciando la copertura mediatica negativa con programmi d’educazione volti a sottolineare il contributo positivo dei migranti alla società, parlando anche della ricchezza che essi producono come manodopera qualificata», ma non solo, attraverso i mass media si devono anche promuovere campagne internazionali per combattere «discriminazione, la xenofobia e il razzismo» e per eliminare sospetto e diffidenza.
Infine, secondo il documento vaticano, i migranti devono essere aiutati a non annullare la propria identità culturale ma anzi a manifestarla, pur nel «rispetto per le leggi, la cultura e la tradizione del Paese che li accoglie»
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