mercoledì 10 febbraio 2010
IMMIGRATI: CARD. TURKSON, TRA ALCUNE LEGGI E RAZZISMO PASSO E' BREVE
(ASCA) - Roma, 10 feb - ''Le migrazioni non si possono fermare, non si possono evitare. E poi, diciamo una cosa: il confine tra alcune legislazioni restrittive recenti (che sembrano essere, non voglio dire 'paranoiche' ne' 'isteriche', ma certamente 'preoccupate') e il razzismo, rischia di farsi sempre piu' sottile...''. Lo ha detto il card. Peter Turkson, neo-presidente del Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace, intervistato dal magazine online della Fondazione Fare Futuro in una delle sue prime uscite pubbliche alla guida del dicastero vaticano-. Per il cardinale ghanese, utilizzare la fede come barriera identitaria piu' che come collante, ''e' un errore che tradisce l'essenza stessa del Cristianesimo''. ''A livello etnico - aggiunge - lo straniero e' 'straniero', questo e' un dato di fatto: io sono nato africano, non c'e' nulla da fare! Ma c'e' un livello superiore, che permette di superare questa differenza. Ed e' il rapporto con Dio. Quindi la religione fornisce i mezzi per superare le divisioni. La Chiesa deve offrire la possibilita' di scavalcare queste barriere naturali. Ma se la religione stessa diventa mezzo, o luogo, di separazione, questo si' che sarebbe un bel guaio. E a quel punto, cos'altro mai ci resterebbe?''.
''L'immigrazione - spiega il porporato - non e' un fenomeno nuovo, nella storia dell'uomo. E' un fenomeno che e' sempre esistito, un fattore quasi 'costitutivo' dell'esperienza umana. Il problema nasce quando si identifica 'migrazione' con 'minaccia'. E non e' difficile farlo, perche' i nuovi arrivati, si sa, sono quasi sempre 'bisognosi'''. Oggi, in particolare, ''in Europa si considera l'immigrazione soltanto come una minaccia: minaccia all'integrita' europea, minaccia allo sviluppo, minaccia al benessere, minaccia alla sicurezza. Un pericolo, e non un potenziale aiuto allo sviluppo. Per secoli non si e' discussa la presenza dei musulmani in Europa, e adesso si fanno i referendum sui minareti''.
Il card. Turkson mette in guardia da un rischio: ''Gli africani tornano troppo spesso in patria con qualche amarezza. E se poi diventano politici - si chiede - se diventano legislatori? Che leggi scriveranno? Su quali principi baseranno la regolamentazione della convivenza, del confronto con altre popolazioni?''.
La questione ha anche un importante risvolto demografico: mentre in Italia la popolazione non cresce, gli ''altri'' che arrivano invece crescono e ''ci si domanda 'cosa succedera' domani?'. Cosa succedera' all'Italia di domani?''. ''Invece di incoraggiare un cambiamento di 'visione', invece di sostenere lo sviluppo demografico - aggiunge il cardinale -, ci si chiude. Ma il punto e' che non si puo' fare una nazione senza popolazione. E la popolazione - se non si fa in laboratorio - si fa con gli uomini. Anche con gli immigrati'.
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