martedì 12 maggio 2009

Sbarchi: Berlusconi: non entra chi non ha diritto

(ANSA)degli inviati Luigi Ambrosino e Stefano Polli SHARM EL SHEIKH - Sui barconi che portano immigrati clandestini verso l'Italia "praticamente" non ci sono "persone che hanno diritto d'asilo", al di là di alcuni "casi eccezionalissimi". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato ieri sera sulla polemica del "respingimento" degli immmigrati verso le coste libiche contro cui oggi si è schierato, ancora una volta, il Consiglio d'Europa auspicando una inversione di rotta della politica italiana. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che, in visita ad Algeri, ha invitato a distinguere tra immigrati senza requisiti e coloro che invece li hanno per chiedere asilo politico all'Italia. Arrivando a Sharm el Sheikh, dove oggi parteciperà al vertice italo-egiziano con il presidente Hosni Mubarak, Berlusconi ha preferito non rispondere alle domande dei giornalisti sulle parole di Fini ("non mi va di entrare in questo discorso"), ma ha voluto ancora una volta marcare la differenza con una sinistra che, secondo lui, "vuole che le porte del nostro paese siano spalancate a tutti, quindi anche ai clandestini". "Noi invece - ha detto il premier - riteniamo che le porte debbano essere chiuse o socchiuse soltanto per chi viene in Italia per lavorare ed integrarsi". Berlusconi rifiuta anche la parola respingimenti: "Non mi piace. Qui si tratta di impedire l'entrata in Italia di persone che non hanno i requisiti previsti dalla legge". D'altra parte, per chi chiede asilo in Italia, ha osservato ancora il premier, "ci sono le leggi che ci impongono di darlo: diamo asilo per chi viene da paesi dove manca la libertà o ci sono stati di polizia" perché questo governo ha comunque "sempre uno spirito umanitario". Insomma, la politica italiana, secondo quanto ha spiegato ancora ieri Berlusconi, non dimentica lo spirito umanitario accogliendo chi ha il diritto d'asilo ma vuole che le regole siano rispettate. Da stamani, Berlusconi partecipa al vertice italo-egiziano dove saranno firmati 22 accordi bilaterali, tra i quali, ha annunciato, "un accordo con Eni fantastico, di quattro miliardi più quattro miliardi, fondamentale per noi". Ieri sera, arrivando nel centro turistico egiziano, il premier si è concesso un bagno di folla tra i molti turisti italiani presenti nel villagio-albergo che lo ospita: prima una visita la casinò, quindi una breve puntata in discoteca con un tripudio di foto, strette di mano e turisti che lo hanno acclamato. Per finire con una passeggiata tra i vicoli del mercatino dove ha acquistato alcuni pesciolini di ceramica adesivi. FINI: RESPINGIMENTI SI' MA VERIFICARE IL DIRITTO D'ASILO di Anna Laura Bussa ROMA - "Non credo che abbia molto senso dire che si voglia o meno una società multietnica: è solo una questione demografica". E, comunque, per avere una lungimirante politica in tema di immigrazione, ci si dovrebbe basare anche su una forte cooperazione internazionale. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, da Algeri, dove si trova in visita ufficiale, mette un punto alla polemica di questi giorni tra il premier Silvio Berlusconi e i Vescovi sul fatto che l'Italia debba essere o no "una società multietnica". E lo fa alla vigilia della richiesta ufficiale da parte del governo di mettere ben tre voti di fiducia sul disegno di legge sicurezza ora all'esame dell'Aula della Camera: il provvedimento con il quale la Lega si prefigge di cambiare volto alla politica dell'immigrazione in Italia. "La questione dell'immigrazione - aggiunge Fini - non può essere affrontata solo in un'ottica di sicurezza e legalità". Si deve pensare anche in termini di integrazione e di rispetto dei diritti umani. Ed è proprio per invitare al rispetto dei diritti umani che anche il Consiglio d'Europa richiama l'Italia, invitandola a smetterla con i 'respingimenti' di stranieri alle coste, perché così facendo si lede il diritto di tutti a chiedere asilo. Sul punto interviene il commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg: "L'iniziativa italiana mette in discussione il diritto di chiedere asilo" ed è per questo che non può essere considerata "una buona iniziativa". Un invito analogo a quello di Fini. "Fermo restando che respingere l'immigrato clandestino non viola il diritto internazionale - dice - va ricordato che noi abbiamo come tutti gli altri il dovere di verificare se tra chi viene respinto ci siano persone che hanno il diritto di richiedere asilo". Il centrodestra difende però la sua strategia 'anti clandestini' e dichiara, come fa il ministro della Cultura Sandro Bondi, che la questione immigrazione non può che essere affrontata con "la fermezza e la severità" dimostrata in questi giorni. A nulla sembra valere l'appello dei parlamentari cattolici di Pd e Udc che chiedono alla maggioranza di ripensarci e di non varare il ddl sicurezza che trasformerebbe la clandestinità in un reato. Pdl e Lega andranno avanti per la loro strada e l'obiettivo è quello di vedere approvato il provvedimento entro giovedì. Domani, infatti, il governo porrà ufficialmente nell'Aula della Camera la questione di fiducia già autorizzata dal Consiglio dei ministri straordinario di mercoledì scorso: la stessa riunione nella quale si è autorizzata la fiducia anche per il ddl sulle intercettazioni. E per mercoledì sono previsti i tre voti di fiducia, tanti quanti sono i maxi-emendamenti in cui è stato diviso il testo: tutti considerati ammissibili dagli uffici di Montecitorio, come ribadisce oggi Fini, perché senza "alcun profilo di incostituzionalità". Poi ci sarà l'esame degli ordini del giorno che si dovrebbe concludere entro giovedì perché i tempi del dibattito, non trattandosi di un decreto, sono contingentati. L'opposizione però continua nella sua protesta sostenendo, come fa Marco Minniti (Pd), che con questo ddl "si tornerà ai tempi della capanna dello zio Tom", accusando di razzismo governo e maggioranza. Anche il giudizio di Massimo D'Alema è severo: sia sul provvedimento sia sulla dichiarazione di Berlusconi, secondo il quale l'Italia non deve diventare una società multietnica ("parole senza senso"). Ma il centrodestra difende il testo. Come il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che parla delle ronde (che verranno legalizzate con il ddl), come di un "pilastro del nuovo modello di sicurezza". L'opposizione però continua a parlare di 'testo incostituzionale' e pertanto chiede a Fini il voto segreto.

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