domenica 10 maggio 2009
Il Consiglio d'Europa contro le leggi italiane sulla clandestinità
"Draconiano" in inglese è una parola rara, sconosciuta a molti, ma ha lo stesso significato che ha in italiano "duro, severo, inflessibile" come era l'arconte Dracone nell'antica Atene. Ma è proprio questo l'aggettivo che il commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, ha usato per le leggi sull'immigrazione e l'accoglienza che sono state adottate o vengono studiate in Italia. Hammarberg è svedese, è stato tra l'altro segretario generale di Amnesty International, e rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, per il rispetto dei diritti umani in Cambodia.
Hammarberg si dice molto preoccupato per la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare in Italia e punta il dito soprattutto su due norme: quella che prevede il ricorso da parte dell'Italia, in vista di ritorni forzati, ad accordi bilaterali e multilaterali con Paesi che "si è accertato ricorrono alla tortura", e quella sulla possibilità per i medici di denunciare gli immigrati irregolari che si rivolgono al sistema sanitario.
Niente di positivo, dunque? No, Il Commissario ha espresso soddisfazione per un certo numero di misure positive prese dalle autorità italiane, e in particolare per l’adozione di programmi di educazione interculturale, per la decisione di ratificare la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani e per lo sviluppo di un programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
Il governo italiano, la cui risposta è pubblicata insieme con il rapporto di Hammarberg, non condivide affatto i punti di vista del commissario: sia per quanto concerne la criminalizzazione degli immigrati irregolari sia per quanto riguarda gli accordi con Paesi terzi: queste due misure, secondo le autorità italiane, sono le uniche che possano garantire una vera ed efficace gestione del fenomeno migratorio. Per quanto riguarda poi la possibilità di denuncia degli irregolari da parte dei medici, il governo ribadisce che non si tratta un obbligo: si è solo eliminata la proibizione a sporgere denuncia.
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