mercoledì 27 maggio 2009
Il “Sogno di Tsige” diventa realtà in Valchiusella di Francesca Dighera
Valchiusella - 27/05/2009
Anche la Comunità montana Valchiusella ha deciso di sostenere “Il sogno di Tsige”, l’ambizioso progetto che in Etiopia porta aiuto agli anziani. Il progetto “The Gobezie Goshu Home - Una casa in Adwa Ethiopia” è nato da Tsige Roman Gobezie Goshu, donna etiope nativa di Adwa che con molto coraggio vuole ridare dignità al suo paese.
Tsige ha lasciato la sua città natale all’età di 7 anni ed è stata la prima donna laureata di tutta l’Etiopia ai tempi di Haille Selassie con una laurea in farmacia conseguita alla Università Internazionale di Beirut. Sposata con il responsabile delle telecomunicazioni dell’Etiopia ha visto la sua vita frantumarsi quando all’arrivo di Menghistu le venne confiscata la farmacia e il marito fu condannato a 7 anni di prigione. Malata fu costretta a lasciare l’Etiopia e si trasferì in California dove conseguì un’altra laurea e diresse una catena di farmacie per 23 anni.
Nel 1997 decise di ritornare in Etiopia e rimase sconvolta dalla povertà del suo paese; decise così di andare in pensione anticipata e di fondare una Associazione negli Stati Uniti riconosciuta poi anche in Etiopia. Dal governo etiope si fa dare una grande estensione di terreno e fa costruire la prima casa per anziani.
Perché proprio gli anziani? Perché sono gli ultimi, i pochi aiuti che arrivano sono di solito rivolti ai bambini e ai malati; nulla di solito arriva ai vecchi che giacciono numerosissimi davanti alle chiese.
La struttura in questione ha come obiettivo quello di affrontare il problema della perdita di dignità umana durante la vecchiaia che si manifesta nell’emarginazione degli anziani dalla vita familiare. Quindi offre un sostegno concreto agli anziani costretti a mendicare e a vivere lungo le strade o in prossimità delle chiese e di offrire un luogo dove vivere alle persone con più di 60 anni, sole e senza casa.
Questa struttura si occupa di provvedere al miglioramento delle loro condizioni di vita tramite la fornitura di un alimentazione corretta e sufficiente, la presenza nella struttura di servizi igienici, l’assistenza medica e soprattutto il rispetto della loro cultura. Il progetto prevede quindi azioni mirate a mettere la struttura in grado di organizzare una produzione di uova, ortaggi, frutta, latte e miele, al fine di autosostenere, almeno in parte, le spese di gestione della struttura. tramite l’utilizzo di manodopera locale esterna agli anziani ospiti.
Assistenza a domicilio viene fornita a 64 anziani non trasportabili perchè costretti a letto.Si tratta di un progetto laico ed autoctono diretto, non ha intermediari; sta generando iniziative collaterali come ad esempio asili per l’infanzia e scuole elementari frequentate attualmente da 460 bambini inseriti in 10 scuole condotte da insegnanti etiopi.
Sono tante le azioni necessarie per il raggiungimento dell’autosufficienza di Tsige: la costruzione di strutture per l’allevamento dei polli, delle capre e delle mucche, promuovere la produzione del miele, acquistare capi di allevamento, consolidamento delle sponde e costruzione di una chiusa nel fiume, costruzione di un pozzo per l’acqua potabile e per irrigare il giardino, costruzione di un forno per il pane, di un magazzino di stoccaggio, di un negozio per la vendita dei prodotti e di una farmacia.
Approfittando della presenza in Italia della fondatrice Tsige Roman Gobezie Goshu la settimana scorsa è stata densa di eventi. Lunedì 18 maggio è stata lanciata l’idea di un gemellaggio virtuoso con la “Residenza Furno” di Piverone.
Mercoledì scorso il Progetto è stato presentato al Coordinamento Donne dello SPI/CGIL della Provincia di Torino dove si è ribadita la volontà nell’ambito della Cooperazione Internazionale di continuare il sostegno a questo progetto e di lanciare anche la proposta che le varie Leghe della Provincia adottino un anziano e un bambino come simbolo di rapporto intergenerazionale che va sostenuto.
L’indomani, serata di sensibilizzazione sui problemi dell’Etiopia presso la sala Santa Marta del Comune di Ivrea. Presente l’Assessore alle Politiche Sociali, Paolo Dallan che ha presentato i saluti della città e il sostegno della stessa alla prosecuzione del Progetto. La serata è proseguita con “il Territorio Canavesano per un progetto in Etiopia” con la partecipazione di Adriano Oberto Tarena, Presidente della Comunità Montana Valchiusella, che ha dichiarato di aver aderito con entusiasmo a questo progetto, ricordando che le nostre valli sono sempre state soggette ad emigrazione. http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_espansa.asp?N=46519
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