giovedì 14 maggio 2009
Governo: identificare i rifugiati in Libia Proteste della Cei sul sì al ddl sicurezza
Roma - La Camera dei Deputati ha approvato il terzo maxiemendamento del governo al ddl sicurezza, sul quale era stata posta la terza fiducia di oggi. La votazione si è conclusa con 315 sì e 237 no. I lavori dell’Aula di Montecitorio proseguiranno con la presentazione e la discussione sugli ordini del giorno.
I vescovi: "Nessuna integrazione" Secondo il direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei, Mons. Gianromano Gnesotto, "il grande tema tenuto sotto silenzio" del ddl sicurezza è "il tema dell’integrazione" mentre i suoi effetti sono nella direzione contraria a quella di "una società che vuole essere integrata". Interpellato dall’Ansa sul ddl in votazione alla Camera, l’esponente della Cei spiega che ’questo pacchetto sicurezza "non avrà gli effetti propri di una società che vuole essere integrata".
Berlusconi: "Leggi Ue sempre rispettate" Le politiche adottate dal governo italiano sui respingimenti dei clandestini "sono in linea con le direttive Ue, col diritto internazionale, con la legge italiana. Tutto il resto sono cose...". Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, lasciando l’aula della Camera dopo il voto di fiducia sul ddl sicurezza. "C’è un’agenzia dell’Onu in Libia - aggiunge Berlusconi - chi vuole venire qui e chiedere di essere accolto perché ha i requisiti per essere considerato persona da accogliere si reca all’agenzia dell’Onu in Libia e lì avrà la ricezione del suo nome. E ricordiamoci che la Libia ha avuto negli ultimi tempi la presidenza del consiglio dell’Onu per i diritti umani".
La polemica nella maggioranza Respingimenti. Accoglienza. Rifugiati e acque internazionali. E' la polemica tra Fini e Bossi sui barconi pieni di immigranti a tenere banco. "Cominciamo a respingere, poi si vede". Così il ministro per le Riforme e leader della Lega Nord, Umberto Bossi replica a chi gli chiede dei rilievi dell’Onu al governo per la decisione di respingere i barconi. E poi zittisce Fini che fa notare un "eccesso di propaganda".
Maroni: "Rifugiati? Centri di controllo in Libia" "Venerdì ho un incontro con il commissario Jolls, che è il responsabile italiano dell’Unhcr" spiega il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aggiungendo che, in tema di "respingimenti" la proposta italiana non cambia. "Lo vedo - aggiunge - perché le preoccupazioni che vengono sollevate le teniamo in conto, ma la proposta che facciamo non è quella che hanno avanzato loro di accoglierli tutti e poi valutare, ma quella di creare una struttura in Libia per valutare là se qualcuno ha i requisiti per lo status".
Fini: centri di identificazione all'estero Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, non esclude l’istituzione di centri di identificazione per gli immigrati anche nei Paesi di transito per verificare la presenza tra gli immigrati di coloro che hanno diritto all’asilo politico e in tal senso auspica un coinvolgimento di Onu e Ue. "In caso di respingimento, previsto dal diritto internazionale serve comunque una verifica - spiega Fini - Ci sono le norme di diritto internazionale. Esiste il problema del respingimento dei migranti ed esiste il diritto all’asilo. Solo che va verificato. Il riconoscimento degli immigrati - aggiunge Fini - può avvenire sul suolo nei centri di identificazione o durante il tragitto ma in questo caso deve essere certo che sia fatto in modo esaustivo e completo". Secondo il presidente della Camera, "quindi bisognerebbe pensare ad istituire nei Paesi di transito dei centri coinvolgendo istituzioni internazionali, come l’Onu o l’Unione Europea".
"Evitare eccessi di propaganda" Nel dibattito sull’immigrazione "bisogna evitare eccessi propagandistici. Quella di Maroni è una ipotesi tra le tante, non peregrina", aggiunge Fini, conversando con i giornalisti a Montecitorio, a proposito della proposta del ministro dell’Interno di far verificare le richieste di asilo in Libia. A chi gli chiede chi, a suo avviso, avrebbe dovuto evitare eccessi polemici nel dibattito tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e le Nazioni Unite sul tema dei respingimenti il presidente della Camera risponde: "Beh, non mi pare che l’Onu sia in campagna elettorale...".
Bossi: "Ma siamo in campagna elettorale" "Se non la fai adesso che ci sono le elezioni quando la fai?". Umberto Bossi replica così, alla Camera, ai cronisti che gli chiedono un commento sugli "eccessi propagandistici" da evitare secondo il presidente della Camera in fatto di immigrati. Poi la replica sulla sicurezza: "Chi la dura la vince".
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