domenica 10 maggio 2009
La Chiesa e gli immigrati respinti: diritti a rischio
Monsignor Marchetto attacca. Ma il Vaticano: posizioni personali. Fassino: azione legittima, noi lo facemmo
ROMA — La Chiesa, dalla Cei alla Caritas, critica la «nuova fase» inaugurata dal ministro Roberto Maroni (Lega) contro i clandestini: «Una decisione inaccettabile, che mette a rischio i diritti fondamentali », attaccano i gesuiti. Sul respingimento dei migranti in Libia, l’Osservatore Romano in una cronaca dà spazio alle accuse dell’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati (Unhcr): «Preoccupa — riferisce l’organo della Santa Sede — il fatto che tra i migranti possa esserci chi è nelle condizioni di poter chiedere asilo politico». E per Savino Pezzotta, presidente del Consiglio italiano per i rifugiati, «sono stati violati i diritti umani». Al coro, si uniscono Acli, Migrantes, Comunità di Sant’Egidio, Centro Astalli. Ma non c’è solo la Libia perché, ora, il direttore per la Pastorale dei migranti della Conferenza episcopale italiana, Gianromano Gnesotto, attacca anche sul ddl sicurezza: «Se il reato di immigrazione clandestina non viene modificato subiremo delle conseguenze notevoli anche per quanto riguarda i diritti fondamentali quali la salute o dell’istruzione».
Tutto questo, tuttavia, non cambia la posizione del governo che ieri ha rispedito in Libia un barcone con 80 irregolari. Nel giorno in cui il presidente della Repubblica dice che bisogna privilegiare la cooperazione internazionale nel contrasto all’immigrazione clandestina, al ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi (Pdl), spetta la difesa di Maroni: «Le critiche dell’Onu sono totalmente ingiustificate e un po’ offensive ». Stavolta condivide il presidente Gianfranco Fini: «Capisco l’Onu, ma non sono stati violati i diritti umani». Il Pd fa notare che il governo è stato accusato dall’Onu e dalle organizzazioni cattoliche: «Valgono più le loro parole che le nostre», dice Dario Franceschini. Eppure, Piero Fassino rompe il fronte: «Il respingimento alle frontiere è un un’azione legittima di contrasto all’immigrazione clandestina prevista da tutti i documenti Ue e dagli accordi internazionali e praticata anche durante il governo di centro sinistra». Fassino riconosce la correttezza delle critiche dell’Onu ma ammette che individuare in mare chi ha diritto all’asilo sarebbe una «procedura difficile da gestire».
Però, sul punto, attacca monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti: «Non si può respingere chi chiede aiuto perché fugge da luoghi di guerra, se prima non si esamina la richiesta di asilo». Ma dalla segreteria di Stato vaticana trapela tuttavia una certa irritazione: «Quelle di monsignor Marchetto sono posizioni personali». Per padre Gnesotto della Cei «va verificato l’effettivo trattamento di chi viene mandato in Libia». Infine, la Caritas: «L’85% delle donne migranti arrivano sulle nostre coste dopo aver subito uno stupro».
Dino Martirano
09 maggio 2009
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