domenica 17 maggio 2009
Lo stupore dell'Alto commissariato "Dal ministro accuse infondate"
L'organismo dell'Onu per i rifugiati ribatte all'attacco del ministro La Russa
Ferrero: "Boldrini mai stata iscritta al Prc" L'Arci: "Il governo ha perso la testa"
"Non dev'essere piaciuta la fermezza nella condanna dei respingimenti"
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA - Oltre seimila impiegati, 50 milioni di rifugiati assistiti, 278 uffici in 111 paesi, due premi Nobel per la Pace (nel 1954 e nel 1981). Eccola la carta d'identità dell'Unhcr: una delle principali agenzie umanitarie del mondo. La stessa che il ministro Ignazio La Russa ha liquidato ieri come "uno degli organismi che non contano un fico secco".
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati è presente in Italia fin dal 1953. L'ufficio di Roma partecipa alla procedura di determinazione dello status di rifugiato. Dal 2006, l'ufficio italiano ha ampliato le proprie competenze diventando rappresentate, oltre che per l'Italia, anche per Cipro, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino e Santa Sede. Il portavoce in Italia è Laura Boldrini: marchigiana, laureata in legge, giornalista pubblicista, dal '98 in forza all'Unhcr, dopo aver lavorato prima alla Fao e poi al World Food Programme. Una donna "disumana o criminale", stando alle parole del ministro della Difesa. L'attacco è a sorpresa. La Boldrini preferisce non replicare: "Non ho nulla da dire, nulla da commentare", ripete a quanti la chiamano. Ma nel quartiere generale del Commissariato non si nasconde lo stupore per le accuse considerate infondate e pretestuose. Il colpo sferrato a freddo da La Russa fa male. Soprattutto perché inatteso. Basta pensare che in queste stesse ore al Viminale si sta pensando all'apertura di un tavolo tecnico tra Italia, Libia, Unione europea e Unhcr sulla questione dei respingimenti in mare. La Boldrini è poi nota per le sue posizioni moderate e talvolta fin troppo diplomatiche. Neppure era presente all'incontro di venerdì scorso tra ministro dell'Interno e delegato per l'Italia dell'Unhcr, Laurens Jolles.
E allora come si spiega l'attacco? Al governo non deve essere piaciuta la fermezza dell'organismo Onu nel condannare la sua politica dei respingimenti. Piena solidarietà alla Boldrini arriva dal Consiglio italiano per i rifugiati. "Sono allibito - afferma Christopher Hein, direttore del Cir - la Boldrini è sempre stata molto attenta nelle sue dichiarazioni. Attaccarla, in quanto portavoce, significa attaccare l'Unhcr, l'organismo più grande della Nazioni Unite, rispettato in tutto il mondo civile". E ancora: "Il governo deve aver perso la testa - sbotta Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci - e far passare Laura Boldrini come un'estremista è un paradosso. Noi infatti abbiamo spesso criticato l'Unhcr perché troppo rigido e restrittivo nei parametri di riconoscimento dei rifugiati e di concessione dell'asilo".
Anche la comunità di Sant'Egidio si muove a difesa dell'Unhcr: "Con i rifugiati fanno un ottimo lavoro - spiega Paolo Ciani, uno dei responsabili immigrazione della comunità - per questo resta incomprensibile l'attacco di un ministro". Non è tutto. Per La Russa, la Boldrini sarebbe una nota esponente di Rifondazione Comunista. "La Boldrini non è iscritta al nostro partito, né mai lo è stata - replica Paolo Ferrero, segretario Prc - ormai il governo si sta avvitando in una situazione sempre più razzista e fascistoide, non accettando alcuna critica che gli viene rivolta in nome di valori di civiltà".
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